Apriti: cosa dobbiamo aprire?
Il
Vangelo di oggi ci presenta un miracolo che sembrerebbe uno dei
tanti, fatto per aiutare una persona bisognosa; invece esso ha un
profondo significato simbolico da non trascurare.
Siamo
ancora in territorio pagano, la decapoli. Prima di rientrare in
patria deve chiarire una cosa. Gli portano un uomo sordo e incapace
di parlare o meglio balbuziente, situazione che conosciamo in tante
persone che proprio perché non ci sentono non riescono a formulare
suoni coordinati. Il riferimento è al profeta Isaia e a molte altre
citazioni di profeti dove si dice che il popolo di Israele è in
esilio (territorio pagano) perché non ha ascoltato la Parola del
Signore e come persona che balbetta non sa più invocare il suo nome.
La persona che Gesù ha lì di fronte da curare è il popolo di
Israele.
Gesù
ha predicato e fatto miracoli ma si è scontrato con gente incapace
di ascoltare la sua parola: alcuni lo osteggiavano come gli Scribi e
i Farisei, altri solo alla ricerca dei vantaggi risultanti dai
miracoli che fa. Gesù è venuto a predicare conversione, a chiedere
un cambiamento nel modo in cui essi vivono il loro rapporto con Dio,
ma questa gente il cambiamento non lo vuole fare.
Mi
viene in mente tanta gente della nostra società oggi incapace di
ascoltare la parola di Dio, o perché non lo vogliono o perché si
lasciano trascinare da mille voci fuorvianti. Pensiamo a quanti si
dichiarano cristiani e poi prendono posizioni chiaramente opposte
agli insegnamenti del Vangelo. “Dio sì ma solo in Chiesa, solo la
Domenica, tutto il resto sono affari miei me li devo risolvere io”.
Facciamo
attenzione ai dettagli del miracolo. Il malato è accompagnato da
persone, non sarebbe stato capace di venire da solo perché non
avrebbe mai potuto sapere che Gesù è capace di curarlo. Troppe
persone hanno bisogno di essere guarite da Gesù ma non lo sanno, non
lo conoscono, spesso non si accorgono neanche di essere malate. Noi
siamo chiamati a testimoniare la nostra fede in Dio anche per
permettere a tanti in bisogno, di conoscere che Dio è Padre di
tutti.
Poi
si dice che Gesù porta il malato lontano dalla folla. Se si vuole
che la persona che è diventata sorda possa guarire, allora deve
prima di tutto essere allontanata dalla folla, non tanto fisicamente
ma allontanata dalla mentalità della gente, da tutto quello che
ricorre nella mentalità corrente: “Così fanno tutti, così dicono
tutti”. Bisogna lasciarci condurre fuori da questa mentalità.
Molti cristiani sono cristiani da televisione, cioè si lasciano
convincere da chi sa parlare meglio e fa appello alla loro emotività
ferita, per cui poi ripetono a pappagallo le formule sentite.
Altro
dettaglio: gli pose le dita negli orecchi. Erano un gesto pagano, non
ebraico. Per i pagani i gesti erano magici ma per Gesù sono un
richiamo al “Dito di Dio” di cui parla tanto la bibbia e che
indica la forza di Dio. Noi dobbiamo permettere al dito di Dio di
toccarci. È un gesto che ancora oggi facciamo al momento del
battesimo.
Altro
dettaglio è la saliva posta sulla lingua. È quello che lo fa
parlare. La nostra lingua che spesso è mossa dai demoni
dell’avidità, della rabbia, della vendetta, se è toccata dalla
saliva di Gesù che è il concentrato del suo spirito e della sua
vita, si lascia guidare da Gesù e non più dai demoni.
Poi
guarda verso il cielo. È il sospiro di Gesù che guarda verso il
Padre. Gesù è venuto mandato dal Padre per salvare questa umanità
cocciuta e avvolta dal peccato, per cui sospira di fronte alle tante
necessità della gente, alla difficoltà che trova nel portare la
guarigione a questa gente che non vuole ascoltare.
Infine
esclama Effatà, apriti. È un invito a tutti noi sordi: abbiamo
bisogno di aprirci alla novità del vangelo. Gesù ha curato il
sordomuto ma vorrebbe che sia tutta la gente di Israele ad imparare,
ad ascoltare e parlare.
La
gente esclama: “Ha fatto bene ogni cosa”. È un’espressione del
libro della Genesi detta in occasione della creazione. Dio ha fatto
bene ogni cosa e colui che si apre alla parola di Dio si rimette in
ordine con la creazione di Dio che ha fatto bene ogni cosa.
Pensiamo
un po’ alla nostra società, a quante volte il mondo annuncia
messaggi sbagliati per giustificare le cose sbagliate che fa, a
quante credulonerie diffondiamo dando un’immagine errata di Dio.
Pensiamo a quante discussioni si fanno basandosi su argomenti
politici, economici, di interesse e lasciamo i valori del Vangelo
all’ultimo posto o addirittura fuori della porta.
Gesù
ci chiede il permesso di toccarci con il suo dito, di metterci in
bocca il suo spirito; ci invita ad aprirci alla sua grazia per
imparare a sentire e a parlare secondo la verità. “E la verità ci
farà liberi”.