Lui Tre e noi Uno con Lui.
Festa della Santissima Trinità. (Pr. 8,22-31. Gv. 16,12-15)
Oggi siamo qui perché crediamo in Dio. Ma credere che Dio esiste non basta. Ci sono molti vostri amici che credono che Dio esiste, ma oggi non sono qui, non gli interessa. Dobbiamo chiederci: che immagine abbiamo di Dio? Perché questa immagine influenza profondamente il nostro modo di vivere e di credere.
A volte rischiamo di avere un’idea sbagliata di Dio:
– un Dio come un distributore automatico, dove inseriamo le nostre preghiere e ci aspettiamo miracoli;
– un Dio severo, che impone leggi pesanti e disumane;
– un Dio capriccioso, che decide a suo piacimento chi sarà felice e chi no.
Queste sono
immagini distorte, costruite dall’uomo nel tempo, ma non corrispondono al vero
volto di Dio.
Allora, qual è
l'immagine autentica del Dio dei cristiani?
La rivelazione
ci mostra un Dio comunione d’amore, un Dio Trinità: Padre, Figlio e Spirito
Santo. Attenzione però: nella Bibbia non troviamo una definizione astratta di
"Trinità", ma scopriamo chi è Dio attraverso ciò che fa. Ad esempio:
1. 1. Il Padre
Nell’Antico
Testamento è il protagonista. È il Creatore, colui che ha scelto Israele e lo
ha accompagnato nella storia.
La prima lettura
di oggi (dal libro dei Proverbi) ci parla della “Sapienza”, che era con Dio fin
dalla creazione: “Io ero con lui come artefice, e giocavo davanti a lui in ogni
istante”.
Una bellissima
immagine: il Padre guarda il Figlio amato e, nel suo amore, crea il mondo come
un grande gioco creativo.
2. 2. Il Figlio
Nel Nuovo
Testamento, Dio si fa vicino: Gesù, il Figlio, si incarna.
Egli ci rivela
il Padre, lo prega, compie la sua volontà.
Ci insegna a
chiamarlo “Padre” e ci mostra la verità più profonda: Dio è amore che si dona,
fino alla croce.
3. 3. Lo Spirito Santo
Gesù ci ha
promesso lo Spirito, forza viva dell’amore di Dio che abita in noi, ci guida,
ci ispira.
Lo Spirito non
viene a portare novità aggiuntive, ma ci fa comprendere in profondità ciò che
Gesù ci ha già rivelato. Come dice il Vangelo di oggi (Giovanni 16): “Quando
verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità… Egli mi
glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annuncerà”.
La verità di cui
parla Gesù è il dono della sua vita sulla croce, un amore che si dona fino alla
fine. Ma per capirlo e viverlo, serve lo Spirito. Infatti, solo a Pentecoste,
quando lo Spirito entra nel cuore degli apostoli, essi trovano il coraggio di
uscire, annunciare, amare, perdonare.
Ora il fatto che
Dio sia in tre persone implica che tra queste persone esiste una relazione, ciò
che noi comunemente chiamiamo “amore” e che è la natura stessa di Dio. Dio è
relazione, comunione d’amore. E noi, creati a sua immagine, siamo chiamati a vivere
nello stesso modo: non da soli, non contro gli altri, ma con, per e negli altri.
Dove si dovrebbe vedere questa comunione? Nella Chiesa e nella famiglia. Lì siamo chiamati a vivere un amore concreto:
– come il Padre, che genera e dà vita,
– come il Figlio, che si dona e risorge,
– come lo Spirito, che rinnova ogni cosa.
Essere cristiani significa testimoniare questo amore, rifiutare ciò che divide e ferisce, e costruire tutto ciò che porta vita, unità, perdono.
Forse oggi vi sembrerà che parliamo di cose troppo alte, troppo difficili. Ma la Trinità non è un concetto astratto: è il volto concreto di Dio che cammina con noi nella storia, che ci accompagna, che ci abita.
Dio non ci guarda dall’alto di una cattedra, ma è con noi:
– ha camminato con Israele,
– ha vissuto in mezzo a noi con Gesù,
– abita in noi con lo Spirito Santo.
La Trinità è la sorgente e il modello del nostro vivere insieme. Siamo chiamati a costruire comunità che siano sempre più famiglie, e famiglie che siano sempre più Chiese, capaci di riflettere lo splendore dell’amore trinitario.
E ricordiamoci: non basta conoscere Dio, dobbiamo assomigliargli.