Due vite in cerca di autore
Due vite in cerca di autore (XIII domenica anno b)
Oggi il Vangelo ci narra di due vite che si intrecciano e trovano nuova linfa vitale nell'incontro con Gesù. Due donne, due storie di sofferenza e speranza, che ci interrogano sul vero senso dell'esistenza. I miracoli sono due ma l’insegnamento è uno.
C'è una ragazza di appena dodici anni, sul punto di sbocciare nella vita adulta, ma stroncata dalla morte. Dall'altra parte, una donna che da dodici anni vive in una condizione di emorragia continua, simbolo di vita che scivola via giorno dopo giorno. Entrambe rappresentano la fragilità umana, la ricerca di un senso di fronte al dolore e alla precarietà.
La figlia del capo della sinagoga rappresenta la religione ebraica, giunta al suo culmine con l'arrivo del Messia, eppure incapace di dare vita e speranza. La donna, invece, simboleggia la società con le sue false promesse di felicità e appagamento, che lasciano solo un vuoto ancora più profondo.
Quante persone si sentono vuote e tristi e ricercano un po’ di eccitamento nelle discoteche, nell’alcool, nella droga, nel sesso sfrenato, nell’ostentazione esagerata della loro ricchezza. 5 minuti di ebrezza seguiti da lunghi periodi di vuoto e delusione.
Il miracolo avviene quando entrambe le donne entrano in contatto diretto con Gesù, sperimentando il suo amore e la sua potenza guaritrice. Ma Gesù non vuole che la loro fede rimanga nascosta. La donna guarita è chiamata a confessare pubblicamente il miracolo, sfidando le convenzioni sociali. Il capo della sinagoga deve accogliere Gesù in casa sua, nonostante le voci di chi lo deride.
Entrambe le donne si rivolgono a Gesù, mosse da un'intima speranza di salvezza. Ma il cammino verso di lui non è facile. La donna deve superare la sua impurità rituale e la folla che la opprime. La famiglia della ragazza deve affrontare i dubbi e lo scetticismo di chi non crede nei miracoli.
Non è facile andare da Gesù, dobbiamo superare molte barriere, pregiudizi, anche regole civili o culturali. Di fronte a noi abbiamo chi è troppo legato alla vecchia religione basata solo su regole e culti, e chi, invece deride ogni tipo di religione in nome del pragmatismo, della scienza e dell’intelligenza. Entrambi sono forti e scoraggiano ogni tipo di ricerca sincera di Dio.
In entrambi i casi, la fede si rivela come forza liberatrice che spezza le catene delle tradizioni sbagliate e ridona vita nuova. La domanda che ci viene rivolta è: "Cosa dà senso alla mia vita?". Sono le cose esteriori, l'approvazione degli altri o lo status sociale? Oppure esiste qualcosa di più profondo, una dimensione spirituale che ci connette con l'amore autentico e la vera felicità?
Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sul vero significato della nostra esistenza. Ci spinge a guardare oltre le apparenze e a cercare un senso più profondo nella fede e nell'amore di Gesù. Come le due donne del racconto, siamo chiamati ad andare incontro a lui con fiducia, abbandonando le false sicurezze e aprendoci alla luce del suo messaggio salvifico. Solo così potremo trovare la vera vita, quella che non conosce tramonto e che ci dona gioia e pace profonde.