Consacrati al Signore


Incontro con il gruppo degli Oblati

Milano 19 Gennaio 2020
Permettetemi una piccola riflessione che ci aiuti a dare un senso alla nostra presenza nella Chiesa e nella società di oggi.
Ci siamo messi al servizio di Cristo e lui, oggi più che mai ha bisogno di noi.
20 anni fa papa Giovanni Paolo II guardando alla società diceva: “Oggi la gente è confrontata con una triplice tentazione dettata dalla mentalità corrente. Il credere di aver diritto a soddisfare tutti i loro desideri, indipendentemente dal fatto che siano corretti o no; il diritto di avere e utilizzare le cose a piacimento; e il bisogno di aver il potere per fare le scelte che si vuole, sfruttando gli altri per soddisfare queste 3 tendenze”. Questo un po’ alla volta ha fatto sì che prima si mettesse da parte ogni regola morale, poi si è messo da parte Dio e, infine, anche le strutture sociali e politiche.
10 anni dopo Ernesto Galli della Loggia, giornalista che si definisce ateo, ha scritto sul Corriere: “La società oggi presenta un atteggiamento sprezzante e aggressivo verso il Cristianesimo. In passato si notava indifferenza e incredulità, oggi si parla di attacco a tutto ciò che sa di cristiano.”
In questi ultimi anni Papa Francesco riprende gli stessi argomenti dicendo che la tendenza alla mondanità spirituale, cioè al credere che tutto, anche lo spirituale debba essere diretto alla soddisfazione personale, è così diffusa che si è radicata anche tra i consacrati.  Proprio la mancanza di una testimonianza forte da parte di preti e suore e spesso una loro contro-testimonianza ha fatto sì che molti si siano allontanati dalla Chiesa e dalla fede. Lui continua dicendo che atteggiamenti di autoritarismo, autoreferenzialità, esagerato protagonismo, scandalizzano e rovinano la fede di molte persone fragili. In fine aggiunge che la Chiesa è chiamata ad evangelizzare non tanto per proselitismo ma per attrazione.
Voi vi siete donati al Signore, vi ammiro per il vostro coraggio.  Qualche anno fa questo poteva procurarvi rispetto e onore dalla gente, oggi vi procura derisione; ma proprio per questo c’è bisogno di voi.
Ma se la vostra deve essere una testimonianza di vita più che di parole, allora c’è bisogno che la testimonianza sia coerente.
Allora il mio invito a voi è:
1-      Siate generosi con il Signore. Non limitatevi al minimo indispensabile ma lasciatevi guidare da quella che don Orione chiama la creatività dell’amore. Quello che fate, siano esse opere o preghiere,  non fatelo perché è un dovere e nemmeno perché è bene o bello, ma fatele per amore di Dio che è presente in chi vi sta attorno,  che vorrebbe fare lui stesso quella cosa ma la può fare solo attraverso di voi.
2-     Siate fiduciosi. Anche se vi sembrerà di essere soli, incapaci, che ciò che fate è inutile, sappiate che il Signore c’è, agisce e sa cambiare in grazia tutto quello che a noi sembrerebbe pochezza. Abbiamo appena vissuto il Natale. In questo grande mistero tutto parla di debolezza, di sconfitta, di fragilità, di opposizione; eppure siamo al centro del grande mistero della Salvezza del mondo.
3-     Siate umili. Proprio a partire dalle ultime frasi del punto precedente dobbiamo avere la certezza che chi più ha successo nel cristianesimo non è chi grida di più,  ma chi agisce in silenzio; non è chi mostra più forza ma chi serve; chi ha un minimo di serietà non si lascia impressionare dai ciarlatani ma stima e segue i veri profeti.
4-     Allora come 4° augurio dico: Siate profeti. Il profeta non è colui che predice il futuro. Profeta è colui che testimonia Dio e i suoi valori, la sua volontà anche e soprattutto quando questa va contro il pensiero del mondo e della maggioranza.  Profeta è colui che con la sua vita diventa pietra d’inciampo per chi gli sta attorno;  profeta è colui che con il suo atteggiamento obbliga gli altri a riflettere su cose a cui non vorrebbero pensare.  Il profeta non ricerca la popolarità ma di essere una spina nel fianco.

Al termine di tutto vi offro 3 modelli da seguire: don Orione, San Giuseppe e la Madonna.  Riflettete sulla loro vita e chiedetevi quanto di comodo, di successo, di popolarità c’è stato nella loro vita. Con che coraggio hanno detto di sì anche nei momenti bui e difficili.

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