La fine del mondo è vicina?
La fine del
mondo è vicina? Mc 13,24-32
Il vangelo di oggi è molto difficile da capire perché
usa un linguaggio tipico dei tempi di Gesù, il linguaggio apocalittico, che al
giorno d’oggi ha assunto significati completamente diversi da quelli originari. Ho sentito molti
che dopo un terremoto o un incendio o un allagamento, richiamandosi a questo
vangelo o ad altri simili predicavano che la fine del mondo era in arrivo.
Questa è un’interpretazione sbagliata. Il linguaggio apocalittico si è sviluppato nei secoli subito prima di Gesù, un linguaggio
figurativo molto appariscente, utilizzato per spiegare gli avvenimenti forti
che stavano accadendo. Ne vediamo un buon uso nell’ultima parte del libro di
Isaia e soprattutto nel libro di Daniele. Apocalittico non vuol dire
catastrofico, terribile, ma rivelatore, spiegazione figurata della realtà. Vediamo
un attimo il contesto storico. Dalla storia sappiamo che nel Medio Oriente si
sono susseguite grandi potenze in lotta tra di loro, prima gli Egizi, poi gli
Assiri, i Babilonesi, i Medi, i Persiani, infine Alessandro Magno e poi i suoi
successori, con regni più piccoli ma anche più crudeli. Infine sono arrivati i
Romani. Ebbene la Palestina, la terra di Gesù si trova geograficamente al
centro di tutte queste potenze e quindi, essendo piccola e impotente, era sballottata
tra il dominio dell’una o dell’altra. Gesù sembrava aver promesso un mondo
nuovo, un regno di pace e di giustizia ma subito dopo la sua morte sono
iniziate le persecuzioni. Marco si trova a Roma ai tempi di Nerone e della feroce
persecuzione che portò alla morte di Pietro e Paolo. Morto Nerone, nel giro di
un anno si susseguono 3 imperatori (Galba, Otone e Vitelio) fino all’arrivo di
Vespasiano. Ognuno di questi uccide il suo predecessore. La violenza chiama
violenza. Nell’anno 70 giunge la notizia che Tito (figlio di Vespasiano) ha
conquistato Gerusalemme e distrutto il tempio. La domanda dei Cristiani è: è
davvero giunta la fine del mondo promessa da Gesù? Perché queste guerre,
ingiustizie, violenza che causano solo sofferenza? Perché chi è innocente e
debole deve soffrire di più? Marco, allora richiama il discorso che Gesù aveva
fatto all’arrivo a Gerusalemme dove con gli apostoli aveva potuto ammirare il
fasto, la gloria e la ricchezza del tempio. Egli aveva utilizzato appunto il
linguaggio apocalittico per spiegare la vanità di tutto questo. Tutta questa
gloria terrestre è destinata a finire. “Ci sarà tribolazione”, sì, sofferenza
ma non è una sofferenza che porta alla morte, ma le doglie del parto che
portano a una nuova vita. È la fine del mondo? No! È la fine di un mondo, il
mondo della violenza e dell’ingiustizia che sta terminando ma che fino alla
fine reagisce per cercare di rimanere vivo. È una belva che sentendosi braccata
e ferita diventa ancora più feroce.
Gesù usa delle immagini: il sole si oscurerà, la luna
perderà la sua luce, le stelle cadranno dal cielo. In tutte le religioni antiche,
il sole e la luna e le stelle erano considerate divinità. Erano loro che davano
luce, calore, pioggia, vita, direzione, eccetera. Dalla natura e dal tentativo
di spiegarla e controllarla erano nate tutte queste religioni che erano
terrene, non erano vere. Ebbene esse stanno cadendo tutte. Non solo religioni
false, ma anche religioni vissute in modo falso, cioè non per metterci in
contatto con Dio ma per aumentare il nostro potere qui sulla terra. Ora con Gesù
tutte queste stanno cadendo e sta nascendo un mondo nuovo basato sui valori del
vangelo. Quindi la fine del mondo sta per venire? Nessuno lo sa e non è
importante saperlo, è importante invece fare spazio alla nascita di questo
mondo nuovo. Purtroppo questo passaggio costa sofferenza.
Se applichiamo questo messaggio al nostro mondo di oggi
ci troviamo in una situazione molto simile a quella dei tempi di Gesù. Potenze
terrene si fanno lotta l’una l’altra per la ricchezza e il dominio, una uccide
l’altra ma chi soffre sono gli innocenti. Non si parla solo di potenze intese
come nazioni ma ogni tipo di potenza: i ricchi vogliono essere sempre più
ricchi, i politici avere i posti di comando, l’ingiustizia, la cupidigia, ci
portano a far violenza e la violenza chiama altra violenza.
Le stelle del cielo servivano a dare direzione: chi sono
oggi le stelle alle quali guardiamo per indirizzare il nostro cammino? Le “star”
di oggi, le persone di successo che diventano ispiratori dei nostri giovani e
meno giovani? Personaggi dello sport? Personaggi del cinema e della
televisione? Leader politici? Uomini d’affari? Ebbene potete vedere come in
questi anni uno alla volta stiano cadendo tutti con scandali, disastri
finanziari, eccetera. Erano idoli ora sono nel fango. Purtroppo questo discorso
non ha lasciato incolume neanche la Chiesa. Anche
qui vediamo come alcuni sacerdoti e vescovi, che una volta erano considerati
dalla gente un orientamento sicuro verso Dio, ora si sono lasciati attirare da
gloria umana e sono caduti coinvolti in abusi sessuali, economici, di potere. Molti vorrebbero dirci che è la fine della Chiesa, che essa è destinata
a scomparire perché è una struttura antiquata, invece quelle che proviamo oggi non
sono sofferenze di morte ma di nascita. “Guardate alla pianta di fico: quando
vedete spuntare le nuove foglie rallegratevi perché l’estate è vicina”. Guardate
alla Chiesa, agli esempi semplici di tante persone che si sforzano a vivere i
valori del vangelo, guardate ai tentativi di rinnovamento per rendere la Chiesa
più vicina agli insegnamenti di Gesù, guardate alla vita di tanti santi. Essi
non fanno il fracasso delle guerre ma come le foglie, in silenzio e umiltà,
indicano che presto ci saranno i frutti. Essi sono gli angeli che Dio manda in
giro per il mondo per radunare i suoi fedeli.
Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, gli Ebrei
accusarono i Cristiani dicendo che tali catastrofi erano state causate proprio
da loro perché staccandosi dalla religione originale avevano provocato la
punizione di Dio. Anche oggi molti accusano chi tenta di portare un’aria nuova,
più evangelica, di causare la confusione che ha portato allo svuotamento delle
chiese. No! È stato l’ateismo, la sete di potere, la ricerca sfrenata di
piacere e di successo, gli scandali, la perdita di credibilità, il credersi al
di sopra degli altri, che ha allontanato la gente dalla Chiesa e l’unico modo
di riportarvela è di presentare il vero volto della religione, quello predicato
da Cristo, perché chi viene colpito dalla caduta di tutti questi idoli umani
trovi in essa un rifugio sicuro dove andare. Ma se la nostra Chiesa assomiglia
a queste realtà terrestri che stanno cadendo che senso ha entrarvici?
Allora: il mondo sta per finire? Non lo so e non mi
interessa, ma il modo di vivere che ci presenta la società di oggi è pieno di
fragilità e incoerenze e conduce alla morte. Però ci sono segni di rinascita e
noi dobbiamo seguire quelli per camminare sicuri verso il mondo nuovo che Gesù
sta costruendo.