La vera conoscenza
La vera
conoscenza At. 3,17; 1 Gv 2,1-5; Lc 24 35-48
“Ora fratelli io so che voi avete agito per
ignoranza”. San Pietro, parlando a coloro che avevano appena ucciso Gesù e dei
quali ha avuto paura lungo tutti i giorni dopo la Pasqua, ora in qualche modo
li scusa per l’errore che hanno fatto. A far uccidere Gesù sono stati i Farisei
e gli Scribi, quelli che al tempo di Pietro si vantavano di essere gli unici
che conoscevano bene la legge e la Sacra scrittura e gli unici che la mettevano
in pratica scrupolosamente. Quindi si potrebbero dire che in fatto di religione
erano esperti sia nella teoria che nella pratica, eppure non hanno riconosciuto
Gesù per ignoranza. Cosa mancava loro?
San Giovanni nella sua lettera, che abbiamo
letto nella seconda lettura, dice: “Da questo sappiamo di averlo conosciuto, se
osserviamo i suoi comandamenti”. Ma come abbiamo detto i Farisei osservavano
tutti e dieci i comandamenti e anche le altre leggi.
Però, se cerchiamo bene nei Vangeli ci
accorgiamo che Gesù non ha mai parlato dei dieci comandamenti e quando gli
hanno chiesto: “qual è il comandamento più grande?” lui ha risposto: “Amerai il
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le
tue forze; e il secondo è simile al primo: Amerai il tuo prossimo come te
stesso”. Ecco casa mancava ai Farisei: l’amore. Loro si vantavano della loro
vita, si credevano superiori agli altri e la loro osservanza era un motivo per
disprezzare gli altri: questo non è amore.
Nel Vangelo di oggi, che è il corrispondente a
quello di domenica scorsa ma nella versione di Luca, Gesù appare ai discepoli
nel Cenacolo. Siamo alla sera di Pasqua, loro sanno già che Gesù è risorto,
hanno sentito le donne, hanno visto la tomba vuota, i due discepoli di Emmaus
sono appena tornati a dire del loro incontro, eppure al vederlo hanno paura
credendolo un fantasma. Gesù li invita a vedere e toccare la sua carne, ma il
vangelo continua dicendo “poiché per la gioia ancora non credevano”. Sembra che
tutte le emozioni umane, paura, gioia, siano diventate un ostacolo alla
conoscenza o alla fede. Allora lui va ancora più al concreto: “datemi qualcosa
da mangiare”, il gesto più comune che si fa ogni giorno assieme. L’incontro con
Gesù, quello che ci permette di conoscerlo e di comprenderlo, lo si fa nella
quotidianità, nelle piccole cose, quando lì abbiamo il coraggio di toccare la
carne di Gesù. È proprio quello che Papa Francesco ripete spesso: abbiamo
bisogno di toccare la carne di Gesù che sono i poveri. Ricordate il Vangelo di
Matteo: Avevo fame e mi avete dato da mangiare … quello che avete fatto al più
piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me. Anche qui, quindi si sottolinea
che l’unico modo per conoscere Gesù e l’unica garanzia della nostra fede è
praticare il comandamento dell’amore.
Chi sono i veri Cristiani? Quelli che
conoscono bene la bibbia o il vangelo o il catechismo? Sì, ma non basta. Quelli
che vanno a messa la domenica? Sì, ma non basta. I veri Cristiani sono coloro
che hanno fatto esperienza di Gesù e ora seguendo il suo esempio, lo ricercano
ogni giorno amando e servendo tutti, specialmente i più bisognosi del nostro
amore.