La vera vite che produce frutti buoni
Gv 15 La vite e i
tralci.
Questa volta Gesù
paragona se stesso ad una vite per dirci che se vogliamo portare frutti nella
nostra vita dobbiamo rimanere uniti a Lui, vera vite.
Sapete come
funziona la vite? La vite è un albero che cresce molto in fretta ma rischia di
essere debole. Allora i contadini per tre anni tagliano tutti i rami così si
irrobustisce il ceppo. Poi quando si vuole che cominci a portare frutti si
guardano i rami: quelli che si sa che porteranno frutti vengono accorciati
perché c’è il pericolo che portino tanti frutti, ma piccoli e inutili, invece
il ramo corto porta pochi frutti ma grossi e succosi. Quei rami, che però si sa
non porteranno frutti vengono tagliati perché non sfruttino la pianta.
Poi Cristo continua
dicendo: “Io sono la vera vigna”. Di solito nella Bibbia, l’immagine della
vigna è utilizzata a descrivere Israele, solo che come dice il profeta Isaia,
la vigna si è ribellata e ha cominciato a portare frutti selvatici. Ora Gesù è
la vera vite, quella che porterà frutti che ci nutrono non frutti che ci fanno
venire il mal di pancia. Il Padre è il vignaiolo e sa quali rami porteranno
frutti e quali no.
Qualcuno potrebbe
dire: allora c’è qualcuno che il Padre taglierà via? Il contadino ha dei
criteri secondo cui tagliare o no, così pure Dio Padre, e il suo criterio è la
nostra volontà di rimanere attaccati a Gesù. Per questo Gesù dice “Rimanete in
me”. Noi dobbiamo essere sicuri di rimanere attaccati a Cristo, di concentrarci
in Lui senza disperderci.
Quello che invece
il Padre fa liberamente e abbondantemente è il potare e il potare è un’azione
dolorosa ma positiva. Lui conosce quali sono le aree pesanti in ciascuno di noi
che rischiano di far rompere il ramo, quali le aree deboli che possono
spezzarsi, ebbene queste lui le pota. Pensiamo a certi attaccamenti morbosi a
cose o persone che ci impediscono di essere liberi di agire con tutti, a quali
nostri atteggiamenti rendono gli altri schiavi. Pensiamo a certi sentimenti di
rancore, odio, scoraggiamento, rabbia, vendetta che occupano la nostra mente,
ci tolgono la forza di fare il bene, cioè impediscono di portare frutti di
bene. Tutti questi, in un modo o nell’altro lui ci invita, ci manda occasioni
per potarli. Chi rimane attaccato a se stesso, vuole accontentare le emozioni
senza vagliarle, rimarrà ingabbiato da esse. Chi invece si lascia potare, cioè
mette al primo posto la crescita a lungo termine invece della soddisfazione
immediata, esso dovrà affrontare momenti di rinuncia, sconfitte, sofferenze,
magari anche delusioni. Quando questi arrivano c’è chi si accascia e si lascia
morire, allora secca, c’è invece chi nelle stesse situazioni trova ragioni per
concentrarsi su ciò che è essenziale, vero, duraturo, in cuore della nostra
vita e della nostra fede. Questo ci aiuta a portare un frutto maggiore.
Conosco persone
che cadute in situazioni di peccato, grazie a un’esperienza di dolore, o una
sconfitta, o una “botta”, si sono risvegliate, hanno saputo rimettersi sulla
strada giusta, pur con tanta sofferenza ed ora, nonostante le cicatrici che
ancora ci sono, o magari anche grazie ad esse, sanno essere ascoltatori
misericordiosi, guide attente e sagge per chi si trova in situazioni simili a
quelle da cui loro stessi sono usciti con tanto dolore.
Quindi nella
nostra vita non si tratta tanto di fare chissà che cosa, né di arrivare chissà
dove, ma di dare il meglio di noi stessi in quella che è la nostra chiamata; i
frutti li porterà Dio in noi.
Mi direte: Come
si fa a rimanere attaccati a Gesù in un mondo che ci bombarda con mille
messaggi tutti allettanti ma tutti contro i valori spirituali? Contrastando o
meglio valutando tali messaggi alla luce del “Messaggio per eccellenza” che è
il Vangelo. Gesù dice: “Se voi rimarrete nella mia parola, sarete veramente
miei discepoli, e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. Allora
l’impegno del cristiano è di prendere in mano il Vangelo in modo regolare,
conoscerlo sempre di più, lasciarsi provocare da esso, provare a metterlo in
pratica anche e soprattutto nelle piccole cose.
Buon cammino
PS .
Se qualcuno vuole
una lista di frutti cattivi secondo San Paolo veda Galati 5, 19-21
Se qualcuno vuole
una lista di frutti buoni secondo San Paolo veda Galati 5, 21-26