La parabola dei due figli: l'obbedienza è esteriorità o amore?
La parabola dei
due figli:
“Chi
dei due ha compiuto la volontà del Padre?”
Il brano evangelico oggi ci presenta una parabola
molto interessante.
Un uomo chiede ai figli di andare a lavorare nel
campo.
Il primo figlio appare essere molto bravo,
rispettoso, infatti chiama il padre “Signore”, e disponibile,
infatti dice subito di sì. Appena uscito di casa, però cambia idea
e non va a lavorare.
Il suo rispetto per il padre non è amore, ma solo
apparenza esterna. Ha paura di dire la verità al padre, vuole che il
padre pensi bene di lui, ma non è disposto a sacrificarsi. Il suo
“Onore” nasconde la falsità. Egli non è quella persona che
tutti credono esso sia.
Il secondo figlio, invece, è più ingenuo, ha un
carattere rude e sgarbato, e risponde al Padre senza rispetto. “No!
non ho voglia”. Anche lui appena uscito di casa cambia parere, si
accorge di aver mancato di rispetto al Padre, si pente e va a
lavorare.
In lui c’è forse poco onore, forse la gente lo
giudica male, ma di certo non c’è falsità e c’è amore.
Alla fine Gesù chiede a chi lo ascolta: “Chi
dei due ha compiuto la volontà del Padre?” La risposta è ovvia:
Il secondo.
La parabola è interessante perché Gesù sta
parlando con i capi dei sacerdoti e del popolo, le persone del potere
religioso e civile, persone che Gesù considera come il primo figlio
della parabola, e contrappone loro le prostitute e i peccatori,
dicendo “Essi vi passano aventi nel Regno di Dio”.
Questa parabola pone delle domande forti anche per
noi.
Spesso desideriamo che la gente parli bene di noi,
pensi che siamo bravi, buoni, disponibili, servizievoli, ma non diamo
importanza alla verità e all’amore.
Anzi alle volte ci permettiamo di giudicare gli
altri, quelli che non si comportano come noi, ma alla fine loro ci
passeranno davanti in Paradiso.
Nella vita non ci si può accontentare delle
esteriorità, delle apparenze, esse ci porteranno all’inferno.
Bisogna invece sforzarsi di vivere con coerenza, con verità, con
amore.
I santi sono sempre stati giudicati male dalla
gente del loro tempo, spesso rifiutati, alcuni anche uccisi, però
ora noi li onoriamo perché sappiamo che sono in paradiso con Dio.
Ora tocca a noi farci santi. Il Paradiso è lì
che ci aspetta, se veramente vogliamo entrarci, ma la porta è
stretta.