C'è di più da vedere che solo l'esteriorità
Il cieco nato Gv. 9 4 domenica di Quaresima anno A
Un episodio lungo e confuso quello di oggi che forse ci ha lasciati a disagio nel sentirlo perché la confusione crea sempre disagio. Il centro del vangelo di oggi non è il miracolo in sé ma il fatto che il cieco diventa un motivo di riflessione e di conflitto. Il significato del nome della piscina a cui è mandato è Siloe che vuol dire appunto “inviato”: Gesù lo invia non alla piscina ma alla gente, ma questo lo attacca e si crea divisione. Capita spesso anche a noi di vedere che il bene invece di ispirare gioia e desiderio di imitare crea gelosia e divisione e viene spesso combattuto. Si fa fatica ad accettare che qualcuno si prenda gli elogi per aver fatto qualcosa che noi non siamo stati capaci di fare, oppure qualcosa che noi sapevamo di dover fare ma non ne abbiamo avuto il coraggio. Allora la cosa più facile è denigrare o distruggere l’opera dell’altro e questo scusa la nostra pigrizia e la nostra incapacità.
Il cieco viene interrogato varie volte, da varie persone, e sempre con le stesse domande ma le risposte non servono a nulla; c’è incertezza, inquietudine come quando noi di fronte a un problema discutiamo e continuiamo a girare attorno a un punto, a un’analisi perché abbiamo paura ad arriviamo a una risposta o a prendere l’iniziativa per risolverlo. Anche qui è detto che c’è paura infatti i Giudei avevano già deciso che chiunque avesse accettato Gesù come Messia sarebbe stato scomunicato.
Interessante la disputa tra il cieco e i Farisei, tra un uomo ignorante che però con la sua logica semplice arriva a spiegare il miracolo, e i Farisei, i dotti che con la loro scienza cercano in tutti i modi di rigettare la verità scomoda. Alla fine risolveranno il tutto con violenza.
Quando l’ex cieco, ignorante e scomunicato incontra di nuovo Gesù lo accoglie come Salvatore, i Farisei, invece, si raduneranno per decidere di farlo morire.
Gesù dice: “Sono venuto perché coloro che non vedono, vedano, mentre coloro che vedono, diventino ciechi”. Gesù è venuto ad aprirci gli occhi perché anche noi siamo ciechi e ignoranti, limitati nel nostro modo di vedere e capire le cose. Giudichiamo dalle apparenze, dall’esteriorità; ci facciamo influenzare dalla moda, dal giudizio degli altri, dalla paura e dalla gelosia. Più ci impuntiamo a guardare alle cose e meno vediamo la realtà che vi sta dietro; ci creiamo false immagini, delle etichette che poi appiccichiamo alle persone e alle cose, etichette che è difficile togliere. Tutto concorre a rafforzare il nostro punto di vista e ci arrocchiamo sulle nostre idee.
Gesù è la luce venuta nel mondo, quella luce che ci permette di vedere le cose e le persone per quello che veramente sono. Se impariamo a vedere tutto “in Cristo” ci rendiamo conto che siamo tutti creature di Dio, parte del suo piano d’amore, persone da lui volute e amate, persone per cui lui è morto. Allora non c’è spazio per la gelosia, la lotta, la violenza. L’altro non è più un ostacolo o un pericolo ma un’opportunità.
Chi è il cieco oggi? Lasciamoci curare dal Signore.