Giuseppe, l'ombra del Padre creata dalla luce di Dio
Nelle settimane passate abbiamo incontrato San Giovanni il Battista che con la sua vita e le sue parole ha preparato la venuta del Signore. Oggi la liturgia ci presenta un’altra persona molto importante per la nostra fede, forse la più vicina a noi: San Giuseppe.
Da quel poco che è detto di lui nel Vangelo io me lo immagino come un giovane pio, buon credente, buon lavoratore, buon amico. Come tutti i giovani del suo tempo avrà avuto dei piani per la sua vita: farsi una famiglia, avere dei figli, sviluppare il suo lavoro, avere una vita tranquilla. Ebbene nessuno di questi desideri o idee troverà adempimento, almeno non nel modo in cui Giuseppe se l’aspettava. Proprio qui sta la sua grandezza, il riuscire a rinunciare alle sue idee e ai suoi piani per far spazio alle idee e ai piani di Dio.
Tutto sembrava andare nel modo migliore, era riuscito a fidanzarsi con la ragazza più brava, dolce, docile del villaggio, Maria, ed ecco che viene a sapere che lei accetta il matrimonio ma vuole rimanere vergine. E allora che famiglia sarà senza figli? Poi d’improvviso l’inaspettata gravidanza di Maria, quindi un figlio ci sarà, ma non suo figlio e per di più, al dir di Maria, il Figlio di Dio. Lui uomo “Giusto” come lo chiama il vangelo si trova di fronte al dilemma più grande della sua vita. Tutto ciò che è consacrato a Dio non può essere né visto né toccato, pena il castigo di Dio, basta vedere i molti esempi dell’Antico Testamento, ed ora Maria gli porta in casa addirittura il Figlio di Dio? "Se Dio ha piani diversi sia fatta la sua volontà e io, uomo debole e indegno mi faccio da parte". Invece no, l’angelo dice: "Dio ha bisogno di te. Tu devi dare il nome a questo bambino, proteggerlo, dargli un’educazione, prepararlo per la sua grande missione". Da buon papà avrà cominciato a sistemare la casa, da buon falegname a preparare una culla ed invece bisogna lasciare tutto e partire per un cammino pericoloso e faticoso che potrebbe mettere a rischio la nascita del bambino e la salute della madre. Betlemme, la città dei suoi avi e dei suoi parenti, un posto sicuro ci sarà, e invece nessuno vuole prendersi la responsabilità e l’impegno di accogliere una donna arrivata ormai al momento del parto. Rifiutato dai suoi è ancora solo e si deve accontentare di una stalla. Ma solo non è, cominciano ad arrivare pastori a visitare Gesù ed essi parlano di eventi straordinari come di angeli che hanno annunciato la venuta del Salvatore. I pastori avranno ammirato il bambino, congratulato la madre e magari guardato in modo disprezzante a lui: "Tu sei il Padre? Non ti vergogni? È tutto qui quello che sai offrire a tua moglie e tuo figlio? Cos’è, non sei capace di lavorare che non puoi offrire neppure una casa?" E la fama di questa nascita cresce e arriva anche gente strana e importante come i Magi e finalmente anche il Re Erode sembra interessarsene, ma per ucciderli e tocca ancora a lui, mettersi contro il re e portare in salvo la "sua" famiglia. Devono scendere in Egitto, un paese di cui non conoscono la lingua, le tradizioni, in cui non hanno punti di appoggio, in cui non c’è la vera religione. Lui deve educare questo figlio senza l’aiuto della sinagoga, degli anziani, dei parenti.
Giuseppe ricopre un ruolo importante nella storia della salvezza. Lui è un uomo a cui è chiesto di lasciare tutto per essere a disposizione del piano di Dio. Uomo che è spogliato del suo orgoglio, per essere ombra di padre che non sceglie dove andare ed ha significato solo se rimane attaccata a chi la produce, Dio.
Questo è il Cristiano, colui che deve portare Cristo nel mondo di oggi, mondo pieno di tanti Re Erodi, mondo che presenta tante false certezze che immancabilmente falliscono, perché Dio non ragiona come l’uomo, ha un suo modo strano di agire e intervenire nel mondo e questo scombussola tutti i nostri piani.
Giuseppe, uomo “giusto” e noi, forse gli “sbagliati”.