Zaccheo: da peccatore emarginato a ospite di Gesù

Zaccheo

Oggi il vangelo ci presenta un uomo descritto come grande peccatore, era il capo dei pubblicani, ma piccolo. Il più delle volte, quando pecchiamo, lo facciamo per il desiderio di sentirci grandi, potenti, e non ci rendiamo conto che invece diventiamo sempre più piccoli e deboli. Comunque questo peccatore è desideroso di incontrare il Signore. Sarà stata pura curiosità o magari un po’ di disagio interiore col desiderio di trovare qualcosa che gli manca? Capita a noi, alle volte, di sentire qualcuno che parla di cose belle, opere di bene, o di leggere delle notizie su qualcuno che fa bene, e provare dentro di noi il desiderio di fare lo stesso, di essere lì per incontrare quella persona, parlargli, quasi che lì ci fosse il compenso di un piccolo vuoto interiore. Di solito, noi rimaniamo fermi, ci limitiamo a lasciar passare un po’ di tempo e tutto torna come prima, Zaccheo, invece, no! Lui si mette in moto, si dà da fare per cercare questo Gesù di cui ha sentito parlare.
Non è facile riuscire a vedere Gesù con la confusione che esiste. Ci sono persone, idee, preconcetti, opere tanto grandi e tanto chiassose che sembra quasi impossibile raggiungere la verità. Noi chiediamo una cosa e subito mille voci si levano a soffocarci e a riempirci di tutte le loro risposte preconfezionate che a nulla servono se non a squadrarci nei ranghi di questa società che vuole da noi solo che compriamo il suo prodotto.
Siamo a Gerico; Gesù ci deve passare per poter andare a Gerusalemme. Se vi ricordate l’Antico Testamento, nel libro dei Giudici, il popolo di Israele dopo aver peregrinato per 40 anni nel deserto vuole ora entrare nella terra promessa ma c’è di mezzo un ostacolo: la città di Gerico, città imprendibile dalle alte mura. Solo dopo aver demolito quelle mura, il popolo potrà accedere alla terra promessa.
Zaccheo è piccolo ma non impotente. Per lui le mura sono rappresentate dalla gente, dai loro preconcetti, dal loro giudizio che lo esclude perché lui è il capo dei pubblicani, un grande peccatore. Ma lui ha il coraggio di elevarsi al di sopra del pensiero comune, anche se questo costa fatica. Lui scala un sicomoro per essere in condizione di vedere il volto di Gesù., Ormai, dopo un anno che Papa Francesco ce lo ripete, sappiamo che il volto di Gesù è il volto della misericordia.
Un’altra cosa interessante è che, come abbiamo detto, ci troviamo a Gerico la città in cui non c’è solo Zaccheo che trova ostacoli nel suo desiderio di voler vedere Gesù; qui c’è anche il cieco, anche lui vuole incontrare Gesù, anche lui è ostacolato dalla folla, ma anche lui agisce con determinazione e coraggio e alla fine ottiene l’invito di Gesù e la salvezza.
Qui c’è una scena molto bella. Il Vangelo non dice solamente che Zaccheo riuscì a vedere Gesù, a soddisfare la sua curiosità, ma dice che Gesù stesso alzò lo sguardo verso di Lui. Gesù non ci lascia soli nella nostra ricerca, se noi siamo sinceri, non aspetta neanche che chiediamo è lui che si fa avanti per primo e ci offre quel che manca. La vita di Zaccheo era vuota, ora Gesù gliela riempie entrando nella sua casa e contemporaneamente la svuota di tutte quelle cose che forse avevano creato gli ostacoli che impedivano di cercarlo.
È anche interessante che si ponga l’accento sull’avverbio: “oggi” mi devo fermare a casa tua. La risposta ai nostri bisogni non è una promessa futura ma una realtà presente: oggi. La salvezza ci viene data subito, prima ancora che glie la chiediamo, quando ancora non sapevamo bene di cosa avessimo bisogno. Ma subito dopo che l’incontro con Gesù è avvenuto si fa anche chiarezza nella vita: La misericordia di Gesù diventa fonte di conversione che si trasforma in opere di carità e giustizia: “Do la metà dei miei beni ai poveri e se a qualcuno ho rubato, risarcirò 4 volte tanto”.
Questo Vangelo è rivolto a ciascuno di noi, specialmente a chi si sente escluso dal giudizio degli altri, a chi si sente peccatore, a chi sente un peso nella sua vita che non riesce a togliere. Il Signore ci guarda con misericordia e ci dice scendi dall’albero del dubbio e della vergogna perché io voglio entrare nella tua casa, condividere con te la tua vita. Dammi la possibilità di salvarti.

Lasciamoci avvolgere dall’amore di Cristo.

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