Beati chi? Osare per essere Santi
Festa di Tutti i Santi
Carissimi, auguri. Prima di tutto perché oggi
è il vostro onomastico, poi perché è la festa della nostra parrocchia.
Stiamo celebrando la festa di tutti i santi,
quelli canonizzati e no, quelli che hanno raggiunto la beatitudine con Dio in
cielo. Ci hanno preceduti in quello che è anche il nostro destino, o meglio la
nostra meta finale, sì perché tutti noi dobbiamo essere santi.
Quando si sente la parola “santo” ci viene
subito in mente qualcuno perfetto, qualcuno la cui statua sta sopra un altare,
qualcuno molto distante da noi. Perché? Non c’è niente di più sbagliato. Ci
sono santi di tutte le categorie, giovani o vecchi, poveri o ricchi, preti o
suore o sposati, santi che hanno passato la vita in preghiera, santi immersi
nelle opere sociali, santi che hanno condotto una normale vita quotidiana;
europei o africani o asiatici o americani. Ci sono santi di tutti i tipi perché
anche noi tutti, indipendentemente dalla nostra età, dalla nostra condizione
sociale, dal nostro lavoro, possiamo e dobbiamo farci santi.
Qual è stato il segreto della loro riuscita?
Semplicemente il fatto che essi hanno preso sul serio Dio, si sono lasciati
attirare da lui, si sono innamorati di Lui. La santità che il Signore vuole da
ciascuno di noi non è nelle grandi opere ma nel nostro rapporto con Lui.
Naturalmente facendo così, tutto intorno a noi
cambia, come capita a chi è innamorato, non perché cambi davvero, ma perché
cambia il nostro modo di vedere le cose, di fare le cose, il nostro modo di
essere e vivere. Alle volte noi diciamo: Io faccio mille propositi ma poi torno
a cadere negli stessi errori, a fare gli stessi peccati. Il nostro errore sta
nel fatto che crediamo di poter raggiungere la santità da soli, di riuscire a
cambiare i nostri errori da soli, dimenticandoci che questo tipo di miracoli
solo Dio li fa, ma lui li fa volentieri se glie lo permettiamo.
Oggi abbiamo letto un vangelo molto
conosciuto: le così dette beatitudini, 9 piccole frasi tanto conosciute quanto
incomprese. So che qui in parrocchia, da vari anni state seguendo delle
catechesi sui dieci comandamenti e che sono molto belle e fruttuose. Avrete
quindi capito bene che questi dieci comandamenti, dati da Dio a Mosè oltre 3000
anni fa, molto prima della venuta di Cristo, non hanno alcun senso se non sono
riletti alla luce di Cristo. Gesù, all’inizio del suo apostolato, dopo aver
chiamato a sé alcuni discepoli e avendo visto che tanta gente cominciava a
seguirlo, dice loro: “Voi volete venire con me? Sappiate però che la cultura
dei dieci comandamenti, del “non fare questo o quello”, non basta più. Questo è
il mio modo di vivere, è il modo di essere miei seguaci” e qui riporta le
beatitudini e i due capitoli di San Matteo (5,6 e parte del 7). Voi sarete
beati, fortunati, santi se siete poveri in spirito, cioè se vi staccate dalle
cose materiali per dare più spazio e più importanza alle cose spirituali, altro
che dire semplicemente “non rubare”. Sarete felici e potenti se siete miti,
cioè se riconoscete che l’unico ad avere forza e potere è Dio, altro che dire “ricordati
di santificare le feste”; se sarete puri di cuore, cioè se saprete guardare
agli altri con amore, altro che dire “non commettere adulterio”, se
ricercherete sempre la giustizia cioè se riconoscete che siamo tutti uguali,
tutti figli di Dio, tutti con gli stessi diritti, capaci di condividere con
tutti i vostri averi, se sarete misericordiosi, cioè tratterete gli altri con
cuore di madre, altro che dire “non rubare, non dire falsa testimonianza, non
desiderare la roba degli altri”; se sarete costruttori di pace, cioè se amate
gli altri e li metterete nelle condizioni di amarvi, altro che dire “non
uccidere”.
Voi mi direte: questa è pura pazzia, pura
utopia perché considera solo la nostra azione ma noi ci troviamo in un mondo
disonesto, approfittatore, corrotto che cerca solo di schiacciarci e prendersi
vantaggio di noi.
Gesù questo lo sa bene, come sa bene che lui
stesso alla fine verrà rifiutato e messo a morte, ma capisce che proprio qui
sta il segreto del cristianesimo che non si trova in nessun altra religione.
Allora egli aggiunge le ultime due frasi: Beati coloro che sono perseguitati
perché hanno fatto quello che in coscienza è giusto, e poi spiega: beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno, e mentendo diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia.
Carissimi, vi ho detto all’inizio che tutti
noi dobbiamo farci santi, ora aggiungo, con una frase usata dai nostri nonni:
in paradiso non si va in carrozza. Nessuno dei santi ha avuto una vita facile,
tutti hanno sofferto, ma tutti hanno provato una grande gioia interiore, la
gioia delle beatitudini, perché la vera felicità non viene da una vita facile,
agiata ma da una vita spesa per un ideale vero, per una beatitudine che non ha
fine.
Che i nostri santi intercedano per noi e ci
aiutino a raggiungerli in fretta.