Siamo sicuri di chiedere a Dio le cose giuste?


Domenica XVIII anno c Lc 12,13-21

“Signore di’ a mio fratello che ...”. Quante volte ci capita di chiedere al Signore che ci faccia giustizia per qualcosa di umano che non va bene. Nel Vangelo di oggi sembra che il Signore non voglia fare questo tipo di giustizia, infatti la maggior parte delle volte le nostre preghiere non ottengono l’effetto che vogliamo e tocca a noi prenderci con la nostra forza quello che reclamiamo. Perché? Dopo tutto stiamo chiedendo cose vere.
Il fatto che spesso il Signore sembri non rispondere alle nostre preghiere non vuol dire che ciò che chiediamo sia sbagliato e neppure che il Signore si sia dimenticato di noi. Lui ci vuole insegnare una cosa importante: fate attenzione che le cose materiali non diventino più importanti di quelle spirituali. Cibo, casa, carriera, soldi sono importanti ma non possono diventare più importanti di cose come famiglia, amicizia, giustizia, carità. E soprattutto non possono diventare l’unico scopo della vita. L’unico scopo della vita è conoscere Cristo, amarlo e vivere alla sua presenza. La prima lettura dice chiaramente: tutto è vanità, tutto passa e svanisce e la fatica fatta per conquistare queste cose diventa fatica inutile. È meglio una famiglia unita in una casa povera che una famiglia divisa dove non si parla, non ci si incontra e si vive, magari, in due o tre case anche se bellissime. È meglio una famiglia dove si vive lavorando insieme, aiutandosi a vicenda, anche se ci sono pochi soldi, piuttosto che una famiglia dove non c’è mai tempo di incontrarsi perché ognuno è impegnato a fare il suo lavoro per avere più soldi possibile.
San Paolo dice: “Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù, ... rivolgete il pensiero alle cose di lassù non a quelle della terra … Fate dunque morire ciò che appartiene alla terra come passioni, desideri cattivi e cupidigia”.
La parabola che Gesù ci racconta oggi è un chiaro esempio di come un uomo pensi solo agli affari e creda che la felicità stia nella ricchezza. Tutto questo è falso e destinato a finire presto.
Smettiamo di ammirare gli uomini di successo, i ricchi, e cominciamo invece ad ammirare gli uomini retti, quelli dai principi morali solidi. Questi possono essere un esempio da essere seguito per il bene nostro e della società. Quando moriamo non portiamo niente con noi nell’al di là e i nostri bene vanno in mano ad altri che spesso persino litigano per appropriarsene, il nostro buon esempio, la nostra vita retta diventano, invece, un bene per tutti che non crea divisione e può essere condiviso senza che nessuno ne perda.

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