Il Padre nostro è una preghiera o un modo di pregare?
XVII Domenica anno C Lc 11:1-13
Tutti i giorni noi preghiamo il Padre Nostro, forse anche varie volte
al giorno. Di sicuro avrete notato che le parole usate da Luca nel
vangelo di oggi sono diverse da quelle usate da Matteo e da quelle
che usiamo noi normalmente. Perché c’è questa differenza? Per un
motivo molto semplice: Gesù non ha voluto insegnare una preghiera,
ma un modo di pregare. Per Lui la cosa importante non era che i
discepoli imparassero delle parole da ripetere a memoria quando
pregano, ma che imparassero qual’è l’atteggiamento che devono
avere cioè il porre il loro cuore e la loro mente in quello che
dicono.
È interessante notare la prima frase del vangelo di oggi: Gesù si
trovava a pregare in un luogo appartato. Quando ebbe finito gli
apostoli gli si avvicinarono e gli chiesero: “Maestro insegnaci a
pregare”. Loro non erano con Lui a pregare. Questo fatto ci dice
qualcosa di importante. Gli apostoli erano ormai con Gesù da molto
tempo, forse da più di un anno. Gesù aveva insegnato loro molte
cose ma non aveva mai insegnato loro a pregare. Naturalmente i
discepoli come tutti i bravi Giudei pregavano 5 volte al giorno
usando i salmi e altre frasi prese dalla Torah, specialmente la
famosa preghiera dello “Shemà Israel”. Gesù non aveva voluto
aggiungere un’altra cosa da fare, un altro obbligo da assolvere.
Per Lui pregare era una necessità profonda di essere in contatto con
suo Padre, e voleva che tale diventasse anche per i suoi discepoli.
Allora il modo migliore per insegnare questo era di farlo attraverso
l’esempio. Non importa quanto tempo ci avrebbero messo, prima o poi
avrebbero compreso questa necessità, allora lui avrebbe insegnato e
il suo insegnamento sarebbe rimasto. Ora hanno raggiunto questo
momento, ora sentono il bisogno di un qualcosa in più e Gesù può
quindi iniziare..
Gesù dice loro: “Quando parlate con Dio ricordatevi questo:”
1) Dio non è qualcuno distante, Lui è sempre vicino, è Padre.
2) Riconoscete la sua grandezza e lodatelo (il tuo nome sia
santificato)
3) Esprimete il vostro desiderio di essere con Lui (venga il tuo
regno)
4) Riconoscete che tutto proviene da Lui e appartiene a Lui (dacci il
pane di ogni giorno)
5) Riconoscete le vostre debolezze, le vostre incapacità e
insuccessi che vi rendono indegni di quanto vi sta dando (Perdona i
nostri errori)
6) Promettetegli che seguirete le sue parole e il suo esempio (come
anche noi perdoniamo)
7) Riconoscete che nella vita avremo successo e saremo felici solo se
Lui rimane con noi (non portarci alla tentazione).
Questi sono gli elementi che fanno una preghiera, ora tocca a voi
metterci le parole, ma soprattutto metterci la testa e il cuore
perché diventino vita.
Noi preghiamo il Padre nostro tutti i giorni, il Padre nostro e molte
altre preghiere. Ma veramente preghiamo o semplicemente pronunciamo
delle parole? Siamo coscienti di quello che stiamo dicendo? Siamo
coscienti dell’importanza che Dio ha per noi e di quanto sia
importante che noi viviamo alla sua presenza? Siamo veramente sicuri
che tutto quello che siamo e abbiamo è un dono suo? Glie ne siamo
grati?
Non è importante ciò che gli chiediamo, Lui sa già di cosa abbiamo
bisogno prima ancora che glie lo chiediamo. Ciò che è importante è
invece che ci avviciniamo a lui con Fede e Amore. Di sicuro Lui ci
darà quello di cui abbiamo bisogno: magari non quello che noi
chiediamo, ma quello di cui abbiamo veramente bisogno, perché lui è
nostro Padre.