Le tentazioni di Cristo: peccato o opportunità?
Le tentazioni di
Cristo. Tentazione: peccato o opportunità?
Questo è un vangelo
sempre difficile da spiegare. È difficile perché molto spesso non
abbiamo chiara l'idea della differenza tra tentazione e peccato. La
tentazione è provare un forte desiderio o attrazione verso qualcosa
che è contro la volontà di Dio, cioè il desiderio di guardare in
una direzione diversa da quella indicataci da Dio. Di per sé non c'è
niente di male nella tentazione perché non è opera nostra, è
legata alla natura umana con la sua fragilità ed è lì che il
diavolo approfitta per entrare nella nostra vita. Il peccato, invece
è fare delle scelte, delle azioni nell'accettare o seguire la
tentazione. Questo richiede che siccome siamo persone intelligenti e
responsabili ci prendiamo la responsabilità delle nostre scelte e
quindi se ci muoviamo contro la volontà di Dio questo diventa
peccato. Gesù Cristo, in quanto pienamente uomo ha tutte le emozioni
e desideri di ogni uomo e quindi è soggetto a tutte le tentazioni.
Quindi da qui un
primo insegnamento: le tentazioni sono normali, anche a persone
sante, come Cristo, e a persone che sono in momento di preghiera,
ricordatevi che Gesù sta pregando e digiunando da 40 giorni.
Preoccupatevi piuttosto se le tentazioni non ci sono, vuol dire che
il diavolo non ne ha bisogno perché vi possiede già in altri modi.
Se poi guardiamo la finale del vangelo, esso dice che il diavolo lo
lasciò fino ad un momento più opportuno. Gesù provò altre volte
le tentazioni, specialmente al momento della sua passione e morte.
Interessante il
fatto che il vangelo dice: “lo Spirito spinse Gesù nel deserto per
essere tentato”. Sembra quasi che Dio voglia che Gesù sia tentato.
Ricordatevi che Dio non tenta mai, è il diavolo che tenta, ma Dio
alle volte lo permette perché lui sa trasformare la tentazione in
un'occasione. Da questa esperienza Gesù esce rafforzato. Ora ha
chiaramente l'idea di quali sono le debolezze dell'uomo, e quali sono
le cose su cui dovrà basare il suo apostolato. Quindi le tentazioni
possono trasformarsi in opportunità per noi rendendoci più
coscienti della nostra natura, della nostra debolezza, del nostro
bisogno di essere attaccati a Dio. Chiaramente non dovete andarvele a
cercare le tentazioni, nessuno può garantire che resisterete se
siete stati voi stessi a provocarle.
Le tentazioni sono
tre: trasformare le pietre in pane, il potere sulle nazioni, il
gettarsi dal pinnacolo del tempio perché gli angeli lo aiutino.
Attenzione alla sottigliezza: la tentazione non è nel fatto in sé
che di per sé sono tre fatti positivi, ma nella motivazione che vi
sta dietro. Il diavolo inizia dicendo: “Se tu sei il Figlio di Dio”
qui è la tentazione usare il grande dono di essere Figli di Dio per
i propri scopi personali. Noi siamo figli di Dio, ma questo cosa vuol
dire che ci comportiamo come se fossimo noi stessi Dio? Che possiamo
avere tutto quello che vogliamo? Che possiamo comandare su tutti, che
possiamo ricercare l'approvazione di tutti? Gesù aveva fame dopo 40
giorni di digiuno quindi niente di male a trovare qualcosa da
mangiare; Gesù è venuto a salvare tutte le nazioni del mondo quindi
se riesce ad avere autorità su di esse sarà più facile compiere il
suo piano; Gesù ha bisogno dell'approvazione della gente quindi se
fa un miracolo nel tempio, il luogo più sacro e popolato di
Gerusalemme, avrebbe tutto l'appoggio della gente. Eppure Gesù
rifiuta. Non è venuto per avere una vita facile, avere potere,
rigetta una religione basata sulla forza, la politica o anche le
manifestazioni. Lui la salvezza la porterà attraverso il
coinvolgimento diretto con quelli che vuole salvare. Il pane non lo
darà a sé stesso ma ai cinquemila che lo avevano seguito nel
deserto. L'autorità sulle nazioni non se la conquista con atti
sbagliati adorando il diavolo (o le potenze umane, il servilismo, la
corruzione, il clientelismo), ma salendo sulla croce “E quando sarò
elevato da terra attirerò tutti a me”. Non ha bisogno dei miracoli
per attirare la gente, difatti si scontra con i capi religiosi e va
dai peccatori. Le tre tentazioni le riproverà altre volte durante la
vita, specialmente alla fine quando Pilato gli dirà: “allora sei
re” e lui risponde “il mio regno non è di questo mondo”,
quando gli diranno “ha salvato gli altri, salvi ora se stesso.
Scenda dalla croce se è Figlio di Dio” e lui non è sceso dalla
croce ma ha vinto rimanendo lì fino alla fine. Le tentazioni non
sono quindi i bisogni che ciascuno di noi prova ma l'utilizzo
sbagliato, egoista del nostro rapporto con Dio e delle grazie che lui
ci ha dato.
Sarebbe bello avere
un messia che risolve il problema della fame del mondo trasformando
un paio di montagne in pane o uccidesse tutti i malvagi o facesse
ogni miracolo gli chiediamo. Quello che il diavolo chiede in fondo è
per il bene. E qui è il trucco del diavolo si serve di scuse buone,
di vie facili per far sì che Cristo rinunci alla sua vocazione, e lo
stesso fa con noi. Alle volte ci da efficienza, capacità
apostoliche, capacità oratoriali e poi distrugge il nostro rapporto
con Dio attraverso l'orgoglio, la superbia, l'efficientismo, il
lavorare, lavorare e si dimentica la spiritualità, non si lascia più
posto a Dio. Quando poniamo noi stessi al centro e cerchiamo solo di
soddisfare quelle che sono tendenze dettate dalla nostra debolezza,
quando utilizziamo i nostri doni, le nostre doti per soddisfarle
invece di usarle per Dio e per i fratelli, quando usiamo il nostro
apostolato, le nostre opere di bene per soddisfare il nostro
orgoglio, è il diavolo che vince e come dice il proverbio alla fine
la farina del diavolo diventa crusca. E guardate che il diavolo sa
anche citare la bibbia.
Giovanni Paolo II in
una sua analisi della situazione attuale dice che la società
odierna vive ancora sotto la pressione di tre gravi tentazioni: il
desiderio di possedere, il desiderio di autorità, e il desiderio di
sfruttare gli altri per il nostro piacere. Queste tre tentazioni ci
spingono a sfruttare gli altri e quindi rovinano tutte le relazioni
umane. Per avere sempre più cose materiali si sfruttano gli altri e
li si indebolisce, per avere autorità si sottomettono gli altri e li
si rende schiavi al nostro servizio, per soddisfare il nostro ricerca
di piacere sfruttiamo altri con rapporti errati, pornografia abusi
ecc. Le stesse tentazioni si ripresentano sempre. Sono tutte legate a
spinte naturali ma l'errore della società di oggi è credere che
tutte le nostre tendenze vadano soddisfatte semplicemente perché
sono naturali. L'esperienza ci dice invece che la ricerca della
soddisfazione porta al vuoto, alla divisione, mentre invece le
tendenze vanno superate, addestrate perché possono diventare un
ottimo strumento in mano nostra per servire Dio e gli altri e solo
così trovare la piena gioia e realizzazione di se stessi. L'esempio
presentato proprio per vincere queste tre tentazioni della società
moderna è guardare a Cristo che non è venuto per essere servito ma
per servire, che non ha voluto possedere gli altri ma li ha amati
tutti e ha dato la sua vita per loro, non ha ricercato la ricchezza
ma ha dichiarato le volpi hanno tane il figlio dell'uomo non ha
neanche un luogo dove posare il capo.
Quindi
l'insegnamento per tutti noi è di non stupirci e non spaventarci se
sentiamo forte il desiderio di cadere in queste cose, ma guardare a
Cristo, tenersi uniti a lui, imitarlo il più possibile e ricercare
la nostra gioia al di fuori di noi stessi.