Obedience 1 Introduction and Bible

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Introduction
In religious life we have three vows: Chastity, poverty and obedience. Chastity is the most visible because people see that we are not married. Poverty is where we are most criticized, because people do not want us to abuse money or have a better life than theirs. Obedience, instead, is not at all seen and normal people do not understand it or even not know that we have such a vow.
Somehow, obedience seems to be the least important, but actually in the theology of religious life it is considered the most important. The main reason for which we want to become religious is to do the will of God. Vocation is to be called by God, to whom we give answer. So obedience makes the religious life, poverty and chastity are the way to live it.


Obedience in the Bible.
In the Old Testament we see God creating the world and entrusting it into the hands of human beings, but he sets some boundaries: “Do not eat of the fruit of the tree of knowledge of good and evil”. The disobedience to that command meant the loss of paradise.
Several times, God makes a covenant with his people: Noah, Abraham, Jacob, Moses, all the prophets (especially Jeremiah 31,31).
Always God expects people to follow his commandments: “If you follow my commands, you will be my people and I will be your God, and I will bless you for thousand generations”. So the Old Testament is a continuous fluctuation between obedience (followed by blessings) and disobedience (followed by wars and destructions).



The life of Jesus: the obedience to the Father
In several parts of the Gospels we see Jesus spending nights in prayer. Though he himself is God, he felt the need to be in touch with his Father. He says: “I have come to do the will of my Father”. In the prayer of Our Father he included the sentence: “Your will be done on earth as it is in heaven”. In the garden of Gethsemane he exclaims: “If it is possible let this chalice pass from me, but your will be done, not mine” (Mt 26:39-42).
St. Paul, in the letter to the Philippians (Phil 2) says: Jesus humbled himself and became obedience even unto death”.
From all these passages we see that the first concern of Jesus is to be obedient to the Father. When his human side would rebel, like in the garden of Gethsemane, he expresses his desire in prayer and then promptly submits to the obedience.
Jesus, in his relationship with the human authorities, both religious and political, shows respect of the rules, but he is not afraid to point out the mistakes in it. He shows clearly that all rules and authorities must be at the service of the will of God. He says: “I did not come to abolish the law but to bring it to fulfillment.
But the real novelty introduced by Jesus is the fact that all the old rules are now interpreted through the commandment: “You shall love the Lord your God with all your heart, with all your soul and with all your strength, and shall love your neighbour as yourself” (Mt 22:37-40). The obedience of all the commandments is subjected to the fulfillment of the commandment of love. There cannot be obedience which goes directly against the love for God and the love for the neighbour. 

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