Un Tempio da purificare: il nostro cuore.

La Purificazione del Tempio: Quale Tempio?      (Gv 2, 13-22)

Oggi celebriamo la Festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Naturalmente non stiamo celebrando dei muri, ma quello che questi muri possono rappresentare per noi. La Basilica di San Giovanni è considerata la madre di tutte le chiese perché per molti anni essa è stata la sede del Papa, e ancora oggi essa è ufficialmente la Cattedrale di Roma, cioè la sede del Papa.

Pensare a una chiesa non è pensare ai suoi muri, alle sue statue, ai suoi dipinti, nonostante che essi siano belli. La chiesa è il luogo dove il Popolo di Dio si riunisce per pregare, dove trova la sua identità di famiglia di Dio, dove ognuno può riconoscere la sorgente della sua fede, e trovare la via giusta per il suo cammino verso di Dio, con l’aiuto di tutti quei fratelli e sorelle che lì si riuniscono a pregare con lui. Ce lo spiega bene Gesù nel brano che la liturgia ci ha indicato.

Il Vangelo di Giovanni (2,13-22) ci presenta uno degli episodi più forti e provocatori della vita pubblica di Gesù: la purificazione del tempio. Ma la domanda che dobbiamo porci fin dall’inizio è: quale tempio? E soprattutto: cosa lo rendeva impuro?

Il tempio di Gerusalemme era considerato la casa di Dio, il luogo dove dimorava la sua presenza. Lì erano custodite le tavole della Legge date da Dio a Mosè con i dieci comandamenti. Esse erano il segno dell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Quindi il tempio era il cuore della fede di Israele. Ma Gesù, entrando in quel luogo sacro, non trova un cuore che batte per Dio. Trova un sistema religioso che ha smarrito il suo centro.

Gesù non contesta i riti in sé, né la presenza dei venditori o dei cambiavalute, che erano funzionali al culto. Il problema è l’intenzione del cuore. Il tempio era diventato un mercato, un luogo dove si cercava il profitto più che la presenza di Dio. Il culto era svuotato di amore, trasformato in abitudine, in paura, in convenienza.

“Perché seguite la legge? Per onorare Dio o per paura di essere puniti?” Questa è la domanda indiretta che Gesù pone. Se il cuore non è coinvolto, il gesto religioso diventa vuoto.

Questo vale anche per noi. Se il fiore o la candela, o anche la preghiera che offriamo all’altare non nasce dall’amore e dalla voglia di unione con Dio, ma dalla manipolazione, cioè è un modo per far credere a Dio e agli altri che siamo brave persone, allora quel fiore è il peccato più grande; è ipocrisia.

La Vera Purificazione: Rimettere Dio al Centro

La purificazione che Gesù compie cacciando i venditori, è un atto profetico: non contro il culto, ma contro la sua deformazione. Egli vuole riportare Dio al centro, liberare il tempio da ciò che lo rende impuro: l’egoismo, l’interesse, la paura, la routine.

Ma non si ferma lì. Egli pronuncia una frase misteriosa: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.” Giovanni ci spiega: ”parlava del tempio del suo corpo”.

Gesù è il nuovo tempio, il luogo dell’incontro con Dio, e questo tempio non è fatto di pietre, ma di carne, di vita, di amore.

Quanto detto da Gesù riguardo a se stesso vale anche per noi oggi. San Paolo lo conferma: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1Cor 3,16)

La vera liturgia si celebra nel cuore. Le candele, l’incenso, i paramenti sono strumenti belli e utili, ma non sono la fede. Dio vuole il nostro cuore. Vuole che la nostra vita sia il luogo dove Lui possa abitare.

Quando preghiamo, dov’è il nostro cuore? È lì, davanti a Dio, o è altrove, distratto, chiuso, impaurito?

Questa pagina evangelica ci invita a guardare non solo a noi stessi, ma anche alla Chiesa di oggi, non per giudicare, ma per purificare. Purtroppo ci sono molti ambiti in cui abbiamo trasformato il culto in formalità, in cui abbiamo messo il denaro, il potere, l’apparenza al posto dell’amore.  Dobbiamo trovare questi luoghi e purificarli.

La purificazione del tempio è un invito a una conversione profonda, personale e comunitaria. È il richiamo a una Chiesa povera, vera, vicina alla gente. Una Chiesa dove il nostro cuore, come quello di Don Orione e di tanti altri santi che hanno dedicato la loro vita per Cristo e per i poveri, possa continuare a battere.

Oggi, Gesù entra nel tempio del nostro cuore. Non con violenza, ma con passione. Non per distruggere, ma per ricostruire. Ci chiede: “Mi ami davvero? O mi cerchi solo per paura o abitudine?”

Lasciamoci purificare. Lasciamo che il nostro cuore torni ad essere dimora di Dio, luogo di incontro, di amore, di verità.

Permettetemi di chiudere con una preghiera.

“Rendi puro il nostro cuore, Signore”

Signore Gesù,
tu che hai purificato il tempio per riportare Dio al centro,
vieni oggi a visitare il tempio del nostro cuore.
Non guardare alle nostre apparenze, ai gesti vuoti,
ma entra nella verità della nostra vita.

Scaccia da noi ogni paura che ci allontana dall’amore,
ogni interesse che usa la fede per vantaggio,
ogni abitudine che spegne il fuoco della tua presenza.

Tu sei il vero Tempio,
tu sei il luogo dell’incontro,
tu sei il Dio che abita tra i poveri, i piccoli, gli umili.
Fa’ che anche noi diventiamo tua dimora,
che il nostro cuore sia casa tua,
che la nostra vita sia liturgia viva,
che il nostro amore sia il canto più bello.

Donaci occhi per riconoscerti nei volti semplici,
mani per servire senza calcolo,
un cuore che batte per te,
come quello di Don Orione,
ardente di passione per Cristo, la Chiesa e i poveri.

Amen.

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