La vera identità di Dio.

 Che è Gesù, e chi sei Tu?

Ma voi chi dite che io sia? Bella domanda. È bella perché Gesù non pone l’accento sul “chi sono io” ma sul “e voi”. Vuole che i suoi discepoli escano allo scoperto, si interroghino sul dove vogliono stare.

Noi siamo stati battezzati pochi giorni dopo la nostra nascita, siamo cresciuti in famiglie cristiane, abbiamo frequentato il catechismo, ricevuto i sacramenti. Abbiamo ascoltato migliaia di prediche o di lezioni di religione: chi più di noi può dire di conoscere Dio? Qualcuno, poi, ha anche studiato teologia per cui si può definire a pieno titolo un maestro della fede. Ma crediamo davvero di conoscere Gesù?

Gesù non sta domandando ai suoi discepoli una formulazione dottrinale, ma di esprimere la loro esperienza di vita. La gente lasciava la loro casa per andare da Lui; dopo averlo incontrato e sentito, cosa potevano dire di lui? In che modo lui è riuscito a fare una differenza nella loro vita? Se sono andati da lui è perché speravano in qualche cambiamento: è avvenuto?

Qualcuno di loro era rimasto impresso dai miracoli che ricordavano Elia, o dalle parole coraggiose che ricordavano Giovanni il Battista e gli altri profeti. E noi? Cosa ci aspettiamo da Gesù? In che modo il nostro essere Cristiani condiziona la nostra vita?

Facciamo ora attenzione all'atteggiamento di Pietro: Esso è spinto dall'amore che lui ha per il suo Maestro. Se la gente vedeva in Gesù quello che faceva loro comodo, Pietro, invece, vuole proteggerlo, vuole che niente lo possa ferire o fargli del male ed è pronto a lottare per questo. Anche noi proteggiamo le persone che amiamo e vorremmo che non incontrassero mai difficoltà o problemi, ma così facendo spesso non facciamo il loro bene. La protezione migliore che possiamo dare ai nostri figli o ai nostri genitori anziani o agli amici, non sta nell’evitargli i problemi, ma nell’essere al loro fianco quando essi arrivano, e aiutarli a risolverli. Gesù, per essere il nostro salvatore, non ha scelto la via più comoda o la più sicura, ma quella della sofferenza e della morte. Nella nostra vita è inevitabile incontrare problemi e sconfitte e spesso essi sono essenziali per la nostra maturazione. Non si può diventare persone mature rimanendo protetti nella bambagia. Dagli errori impariamo come agire e impariamo la misericordia verso gli altri. Dalle sconfitte impariamo la pazienza, la speranza, nella sofferenza impariamo la compassione.

Gesù ha una missione da compiere e l'ha appena annunciata, andare a Gerusalemme e morire per noi. Pietro vorrebbe che ciò non avvenga, facendo così porta avanti il piano del diavolo, non quello di Dio. Prima aveva dichiarato che Gesù è il Messia, ora deve imparare in che modo Gesù lo è: dando la vita per noi. Questo è il piano di Dio.

Chi è Gesù per me? Colui che mi risolve i problemi, o colui che mi sta a fianco dandomi la forza e le indicazioni su come risolverli? Cosa mi aspetto da Dio? Che mi risparmi le fatiche o che mi dia la forza di affrontarle? Dalla risposta a queste domande ne derivano due nuove: chi voglio essere io per Gesù? chi voglio io essere per i miei fratelli, sorelle, amici?

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