Amare è difficile

 Quanto è difficile amare!

Iniziamo questa riflessione con le parole di Giovanni: "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore."

La parola "amore" è forse una delle più abusate nel nostro linguaggio quotidiano. Tutti amiamo parlare d'amore, essere innamorati ed essere amati. Ci fa sentire accettati, sereni e sicuri.
Ma cos'è veramente l'amore? Come distinguerlo dall'egoismo, che gli assomiglia così tanto ma in realtà ne è l'opposto?

Giovanni ci dice che l'amore viene da Dio, perché Dio è amore. Allora dobbiamo guardare a Lui. Il vangelo stesso oggi ci ha detto: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.”
Noi non conosciamo appieno come funzionino le relazioni tra le tre persone divine, ma sappiamo una cosa: Dio ci ha amati immensamente, dandoci la cosa più preziosa che aveva: suo Figlio. Ha permesso che si abbassasse a diventare come noi e persino a morire per salvarci.

Quando pensiamo a quanto sia bello sentirci amati da qualcuno, cosa c'è al centro del nostro pensiero? Noi stessi. Cosa ci fa sentire bene? Il fatto di essere al centro dell'attenzione dell'altro. Allora mi chiedo: Quello che proviamo è amore o egoismo?
Quando ci innamoriamo, pensiamo continuamente all'altra persona, vorremmo fare qualsiasi cosa per lei, abbiamo paura di perderla. Ma chi è al centro dei nostri pensieri e sentimenti? Lei o il nostro stato emotivo, il sentirci completati da lei, accettati, ascoltati, preziosi? E quando diciamo che faremmo di tutto per lei, è veramente perché daremmo la vita o perché abbiamo paura di perderla, vogliamo fare colpo per assicurarci che rimanga con noi? In questo caso, al centro ci sono ancora i nostri sentimenti, non l'amore vero.
Tutti questi pensieri non sono ancora amore vero ma  infatuazione, che è il primo passo verso l’amore, un passo importante, indispensabile, ma comunque un primo passo che ha bisogno di maturare molto, di purificarsi, di perfezionarsi.

L'amore, come Dio ci insegna, è la capacità di uscire da se stessi, dal proprio orgoglio, dalle proprie paure per andare verso l'altro in modo incondizionato, sapendo che forse ci farà del male, forse tradirà le nostre aspettative, ma nonostante tutto al centro c'è lui e noi dobbiamo fare qualsiasi cosa per il suo bene (eventualmente anche lasciarlo andare, se necessario).
Questo è quello che Dio fa per noi, ed è per questo che ci permette di essere liberi di rifiutarlo e di ferirlo con i nostri peccati, ma non smette mai di amarci e non rinuncia mai alla possibilità di perdonarci e di tornare da lui.

Quello che Dio fa per noi, anche noi dobbiamo farlo per gli altri. Questo ci indica che l'amore più difficile, ma anche il più vero, non è quello verso chi ci ricambia, ma verso chi ci ferisce.
C'è una frase del Vangelo che sembra contraddirmi: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici." Gesù parla di amici, non di nemici. Cosa vuol dire? Ricordiamoci che chi parla è Gesù che poche ore dopo queste parole prende la croce, sale sul Calvario e da lì dice al Padre: "Perdonali perché non sanno quello che fanno". Sta parlando di chi lo sta uccidendo, non dei suoi amici. È vero, ma li sta trattando da amici. Questo è il senso. Se vogliamo amare un nemico, dobbiamo trattarlo da amico. Lui può pensare come vuole, ma nel nostro cuore è nostro fratello, degno del nostro amore e del nostro perdono. Dobbiamo dargli un'occasione per cambiare atteggiamento, non un'occasione che lo umili, ma una che lo attiri, il nostro amore sincero.

Questo è il comandamento dell'amore, l'unico comandamento di Gesù. Tutto il resto (preghiere, celebrazioni, feste, e anche l'apostolato) è un corollario che può essere bello e utile, ma che non potrà mai diventare una scusa per non amare.

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