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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

Amare è difficile

  Quanto è difficile amare! Iniziamo questa riflessione con le parole di Giovanni: "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore." La parola "amore" è forse una delle più abusate nel nostro linguaggio quotidiano. Tutti amiamo parlare d'amore, essere innamorati ed essere amati. Ci fa sentire accettati, sereni e sicuri. Ma cos'è veramente l'amore? Come distinguerlo dall'egoismo, che gli assomiglia così tanto ma in realtà ne è l'opposto? Giovanni ci dice che l'amore viene da Dio, perché Dio è amore. Allora dobbiamo guardare a Lui. Il vangelo stesso oggi ci ha detto: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.” Noi non conosciamo appieno come funzionino le relazioni tra le tre persone divine, ma sappiamo una cosa: Dio ci ha amati immensamente, dandoci la cosa più preziosa c...

I frutti della nostra vita

  La Vite e i Tralci (Gv 15,1-8) Gesù, nel Vangelo di Giovanni, si definisce "la vite vera". Cosa significa questa metafora? Come possiamo applicarla alla nostra vita? Nell'Antico Testamento, il popolo di Israele è spesso chiamato "la vigna del Signore". Tuttavia, gli Ebrei, nonostante le preghiere, i canti e i sacrifici, non erano una vigna che produceva frutti buoni. La loro vita era come quella di una vite che produceva frutti selvatici, perché non avevano compreso il vero senso della Parola di Dio. Dio desidera che il suo popolo si prenda cura dei più deboli, dei prigionieri, dei poveri, delle vedove e degli schiavi. Invece, gli Ebrei si concentravano sui sacrifici rituali, dimenticando la vera giustizia e la misericordia. Gesù è la vite vera a cui dobbiamo unirci per portare frutto buono. Solo rimanendo in Lui, possiamo vivere una vita autentica e significativa. Gesù sta dicendo che il popolo eletto, se vuole tornare ad essere tale, deve accettare Gesù...

Un pastore "Bello e buono"

  Domenica del Buon Pastore Oggi celebriamo la Domenica del Buon Pastore, e anche la Giornata di Preghiera per le Vocazioni. In questa occasione speciale, il Papa ci invita a riflettere su un tema molto importante: Chiamati a seminare semi di speranza e a costruire pace. Nel Vangelo di oggi, Gesù si definisce "il Buon Pastore". Un pastore che non si limita a guidare il gregge, ma che se ne prende cura con amore, dedizione e protezione. Il termine greco usato dal vangelo, non è “Pastore buono”, ma “Pastore bello”. Chiaramente non si parla di bellezza fisica. La sua vita, i suoi pensieri e le sue azioni sono "belli", non solo nell'aspetto esteriore, ma nel senso più profondo: sono un'espressione di amore autentico, di servizio disinteressato e di totale dedizione al bene degli altri. Essi sono qualcosa di attraente che ci spinge ad essere come lui. Cosa rende Gesù un Pastore così speciale? Il suo amore : Gesù ama le sue pecore con un amore immenso e inc...

I segni del suo Amore

Le ferite di Cristo: segni di gloria e di amore (Lc 24:35-48) Fratelli e sorelle, la scena del Vangelo di questa domenica ci riporta alla scena già vista e commentate domenica scorsa: Gesù risorto appare ai discepoli chiusi nel Cenacolo e mostra loro le sue ferite. Questo è un evento che, a prima vista, può sembrare sconcertante. Da un lato, il corpo di Gesù è glorificato, risplendente di una luce immortale. Dall'altro, le ferite della sua passione rimangono impresse, come segni indelebili del suo sacrificio. Come prima reazione noi penseremmo che la Resurrezione di Cristo sia la conclusione di ogni problema, e quindi la sua morte sia qualcosa da dimenticare, un momento di passaggio, doloroso, ma ora finito. Infatti da un punto di vista teologico, la presenza delle ferite nel corpo glorificato di Cristo pone un problema: come possono coesistere la gloria e la sofferenza? La risposta ci viene dalla spiritualità: le ferite di Gesù non sono solo un segno del suo dolore passato, ma...

Perché non lo vediamo?

 Paura, dubbio, non sono ostacoli alla Fede Pensate che credere sia facile? Pensate che sia scontato che chi crede è coraggioso? Certo che no, anzi, qualcuno mi dirà che spesso sono proprio quelli che credono i primi a sbagliare e a tradire. Come possiamo conciliare la nostra fede con le difficoltà quotidiane? Se lo sono chiesto di certo anche i dodici Apostoli in quel giorno di Pasqua. Gli Apostoli stanno rinchiusi nel Cenacolo. Sapevano che Gesù era risorto. Le donne lo avevano detto; Pietro e Giovanni avevano visto la tomba vuota; eppure stanno chiusi dentro casa per paura dei Giudei. Gesù li raggiunge lì, nella loro paura, nella loro immobilità, nella loro poca fede. Come si fa ad avere paura quando il nostro capo ci ha appena dimostrato di essere più forte della morte? Gesù li raggiunge ma non li sgrida, semplicemente dice loro: “ Pace a voi ”. Egli rinnova la sua fiducia in loro: “ Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi ”. Come si fa a fidarsi di gente che ha ap...