Quaranta giorni di verità.

  Il cammino per sconfiggere l’ipocrisia. (Mt 6,1-6; 16-18)

 Tutti abbiamo bisogno di migliorare. La Chiesa ci propone questo periodo di quaresima come tempo opportuno per fare in noi un miglioramento vero e sostanziale. Si tratta di 40 giorni che ci associano a Gesù nel deserto.

Come guida per entrare in questo cammino, la liturgia ci propone alcune frasi prese dal capitolo 6 del vangelo di Matteo. Siamo all’interno del discorso della montagna. Gesù ci dice una cosa molto forte: Non è solo importante fare quel che è giusto, ma è importante anche il modo in cui lo facciamo. «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.». La vana gloria ci fa perdere la vera gioia.

Il bisogno di riconoscimento e di stima è un bisogno umano. Fin da piccoli sentiamo questo bisogno per ricevere sicurezza e tanto più ne riceviamo, tanto più cresciamo confidenti e stabili. Abbiamo sempre bisogno di sguardi d’amore. Noi fioriamo in virtù dell’amore ricevuto e dato. Il pericolo è la dipendenza, il vivere legati al bisogno di essere visti, riconosciuti, come se la vita fosse un “social” dove l’importante non è il contenuto ma i “like” che gli altri ci mettono. Il bisogno di riconoscimento, se lo ricerco in Dio, nel sapere di essere amato da Lui, porterà in me libertà e gioia; se lo ricerco negli altri, vivrò sempre nella schiavitù, non ne avrò mai a sufficienza.

Dobbiamo purificare il nostro cuore, ma è un cammino profondo, lungo, difficile, perché richiede che poniamo sempre attenzione non solo a quello che facciamo ma anche e soprattutto a quei pensieri che ci passano in testa mentre lo facciamo. Quante volte, dopo aver fatto qualcosa di buono, ci rimaniamo male perché non ci dicono che siamo stati bravi; rimaniamo delusi perché non ci hanno ringraziato.

Dobbiamo imparare ad amare gratuitamente come ha fatto Gesù.

Allora Gesù ci presenta 3 quadretti che toccano 3 punti importanti della religione Ebraica e che sono anche i cardini del nostro cammino di quaresima: Elemosina, preghiera e digiuno.

Elemosina: chi la fa per essere riconosciuto è un ipocrita, cioè qualcuno che non mostra la sua vera immagine, l’essere figlio di Dio, ma che si mette la maschera dell’ Io chiuso su se stesso. Il bene che facciamo, deve essere così disinteressato che non poniamo alcuna attenzione a come esso è ricevuto o commentato dagli altri.

Preghiera: anche questa può essere fatta per apparire e ricercare riconoscimento sociale. Si può frequentare la chiesa e addirittura celebrare la S. Messa, solo per far sì che gli altri ci notino, che commentino: “che bravo, che santo …”. Gesù ci dice: Prega nel tuo cuore e lì prendi vero contatto con Dio, parla a Lui con sincerità. Allora la tua preghiera porterà frutti nella vita.

Digiuno: Anche questo che era uno strumento per essere più in contatto con Dio, per far sì che il nostro corpo non avesse il sopravvento sul nostro rapporto con Dio. Ebbene anche questo spesso era ed è usato come modo per far colpo sugli altri e quindi mettere noi stessi al centro dell’attenzione, invece di mettere Dio. Il digiuno che siamo chiamati a fare è quello di lasciar un po’ da parte le cose materiali esterne per far spazio a Dio, alla riflessione della sua parola, alla pratica della carità.

Siamo all’inizio di un cammino di 40 giorni, in questo cammino la liturgia ci propone proprio questi 3 punti: Elemosina, preghiera e digiuno come strumenti di purificazione perché quando celebreremo il mistero della sua Passione e Resurrezione, possiamo incontrare Dio in modo vero e profondo. Facciamo in modo che questo cammino sia veramente di purificazione profonda e non di ipocrisia. Facciamo attenzione alla qualità di quello che facciamo, che sia tutto basato sull’amore vero, disinteressato.

Papa Francesco per quest’anno ha inviato un messaggio in cui collega questi tre atteggiamenti alle tre virtù teologali. Leggetelo, è breve e semplice, vi aiuterà a camminare bene.

Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Alle sorgenti della gioia