Scovare il diavolo che è in noi
All’inizio
di questo cammino di quaresima la liturgia vuole che facciamo due
esperienze forti per capire che dobbiamo
avviarci verso la Pasqua con
un impegno spirituale forte evitando la tentazione della
superficialità.
La prima proposta fattaci è quella di incontrare il diavolo e la
seconda è visitare il paradiso.
Noi
viviamo in una società in cui parlare del diavolo è quasi
impossibile perché da una parte c’è un gruppo ristretto di
persone che lo vede dappertutto, dall’altra parte c’è la
stragrande maggioranza delle persone che al diavolo non crede più,
pensa che sia qualcosa inventato nel medioevo per spaventare i
cristiani e obbligarli a pregare, evitare i
peccati, cose che di per sé non volevano
fare. Noi sappiamo che lui esiste, ma dobbiamo capire bene chi è e
come agisce per non cadere in superstizioni o scetticismo.
Di
solito mostriamo il diavolo come un essere orrendo con corna o zampe
da capra, ma, se è così brutto, perché
tante persone lo seguono? Lui si presenta come bello, attraente. Il
pericolo sta proprio nel fatto che siccome è bello, noi vorremmo
avere le sue sembianze e lui ci dice cosa dobbiamo fare per incarnare
tale bellezza. Ma lui ci imbroglia perché la sua è una bellezza
effimera, è un fallito e vuole che noi facciamo la stessa fine. Chi
si mette sul cammino del diavolo
diventa schiavo dei propri sogni, illusioni, passioni.
Ci
chiediamo: se il diavolo è un essere reale perché Dio non lo
incatena? Perché il maligno non è là fuori, nascosto da qualche
parte, ma è parte di noi stessi, è quella voce folle che ci parla
di autoreferenzialità, ricerca di gloria a
tutti i costi, falso successo. Lui ci dice
che Dio è un impedimento alla realizzazione della nostra vita, solo
la scienza e la tecnica possono portarci alla felicità.
Diàbolos
è colui che si mette di traverso, che ci vuole impedire il cammino
verso Dio; è la forza del male che si incarna in persone e cose. Ci
inganna perché sembra sempre che stia dalla nostra parte. San Paolo
dice: “La carne ha desideri contrari allo Spirito” questa è la
forza del male di cui tutti noi dobbiamo tener conto. Anche Gesù ha
fatto questa esperienza ed è durata per tutta la sua vita.
Veniamo
ora al Vangelo di oggi e vediamo quali sono le tentazioni che il
diavolo fa anche a
ciascuno di noi durante la nostra vita.
La
prima tentazione la si riconosce a partire da una domanda che noi
tutti ci siamo fatti mille volte: Per che cosa vale la pena vivere?
Il suggerimento ingannevole che lui ci dà è: “Pensa
alle cose materiali,
sono le uniche che contano”. Non c’è dubbio che le cose
materiali siano
importanti e spesso necessarie, ma dentro
sentiamo qualcosa che ci dice che “solo
queste” sono necessarie, cioè le fa diventare l’unica cosa che
dà senso al nostro essere. “Se vuoi essere veramente uomo allora
devi soddisfare tutto quello che ti manca o di cui hai
bisogno”. La forza maligna, però,
ci porta a non accontentarci del pane necessario ma di accumulare
sempre di più e quindi cadere nell’egoismo, nello sfruttamento e
poi anche nello sperpero. “Non di solo pane vive l’uomo ma di
ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il
vangelo parla di pane per indicare
la cosa più necessaria per l’uomo. Tu non hai solo una vita
biologica, fisica, c’è molto di più che va alimentato con un pane
diverso, quello della Parola di Dio. Quindi, tutte le cose sono buone
in sé, ma non devono diventare l’assoluto perché ti deluderanno;
tu sei fatto per
l’infinito.
Se
la prima tentazione riguardava il valore delle cose, la seconda è
più sottile e riguarda il nostro valore. “Se sei figlio di Dio”:
ora il diavolo vuole insinuare in noi
un dubbio sopra noi
stesso. Chi sono? da dove vengo? Ho solo un padre biologico? allora
l’unica vita che ho è quella materiale, ma se c’è qualcuno che
è al di sopra di noi allora dia la prova che esiste, infatti il
salmo dice che Dio custodisce il suo fedele da ogni pericolo, se lui
si è impegnato a proteggermi attraverso i suoi angeli allora lo
provi ora. La fede fa uso della ragione, ma ad un certo punto la
ragionevolezza si ferma e deve
intervenire
l’amore. La richiesta del diavolo di buttarsi dal pinnacolo del
tempio per forzare un miracolo da parte di Dio va contro l’amore.
Io so che Lui sta al mio fianco sia che lo veda o no. Il miracolismo,
cioè pretendere che Lui debba fare tutte quelle cose che noi
desideriamo e quelle che, con le capacità che Lui ci ha dato,
possiamo fare noi, diventa magia, non è più fede ed è ingannevole.
Un attaccamento esagerato
a medaglie, immagini, ma anche a
santi, spesso rischia di cadere in questa tentazione e dimentica
l’amore che Dio ha per noi e noi
dobbiamo avere
per Lui e allora
ci sorge il dubbio che lui non sia di parola. Che senso ha credere in
un Dio che poi non fa quello che gli chiedo?
Anche
Gesù è passato attraverso questa prova. Perché non ha smascherato
i Farisei, Hanna e Caifa, eccetera, ma ha permesso loro di catturarlo
e metterlo a morte? Perché gli ingiusti fanno soprusi sui deboli e
Dio non interviene? La risposta di Gesù è: “Non metterai alla
prova il Signore Dio tuo”. Non lasciatevi sopraffare dal dubbio e
mantenete vivo l’amore. Solo l’amore vi
aiuterà a comprendere il vero senso delle cose e la soluzione dei
problemi.
La
terza tentazione riguarda il nostro rapporto con chi sta al nostro
fianco. Qui il diavolo si presenta come il principe di questo mondo
che ha in mano tutto. Qual è la logica che governa le nazioni al
giorno d’oggi? A cosa pensano i capi delle nazioni? Non pensano
forse agli interessi? Ognuno cerca di sopraffare e vincere l’altro.
Allora il diavolo ci dice: “Vi insegno io come fare per avere la
meglio sull’altro, come asservire gli altri. Se vi
mettete in economia, pensate solo al guadagno”. A
Gesù ha detto:
“Vuoi cambiare il mondo? Accetta la mia logica, prendi il potere e
allora avrai
tutti in mano.
Domina e competi, non farti servo, dimentica il collaborare”.
Quando noi rifiutiamo di considerare gli altri come nostri simili e
cerchiamo di asservire gli altri invece di servirli
ed essere solidali, allora seguiamo la logica del maligno. Gesù
dice: “Vattene Satana, il Signore tuo Dio tu adorerai, e solo a lui
renderai culto”. Gesù aveva tutte le doti necessarie per prendere
il potere, avrebbe avuto successo sia come politico che come capo
religioso, ma solo se avesse fatto sua la mentalità di Satana. Lui
invece si è fatto servo, si è fatto agnello che dona la vita per la
salvezza degli altri. Questa è la corona regale che non sarà mai
tolta dalla sua testa.
Ecco
chi è il diavolo e come ragiona. In questa prima settimana di
Quaresima siamo tutti invitati ad analizzare il nostro modo di
pensare e ragionare e vedere se corrisponde a quello
del Vangelo o a quello
del mondo e del diavolo.