Scovare il diavolo che è in noi


Faccia a faccia col diavolo che è in noi (Mt 4,1-11)
All’inizio di questo cammino di quaresima la liturgia vuole che facciamo due esperienze forti per capire che dobbiamo avviarci verso la Pasqua con un impegno spirituale forte evitando la tentazione della superficialità. La prima proposta fattaci è quella di incontrare il diavolo e la seconda è visitare il paradiso.
Noi viviamo in una società in cui parlare del diavolo è quasi impossibile perché da una parte c’è un gruppo ristretto di persone che lo vede dappertutto, dall’altra parte c’è la stragrande maggioranza delle persone che al diavolo non crede più, pensa che sia qualcosa inventato nel medioevo per spaventare i cristiani e obbligarli a pregare, evitare i peccati, cose che di per sé non volevano fare. Noi sappiamo che lui esiste, ma dobbiamo capire bene chi è e come agisce per non cadere in superstizioni o scetticismo.
Di solito mostriamo il diavolo come un essere orrendo con corna o zampe da capra, ma, se è così brutto, perché tante persone lo seguono? Lui si presenta come bello, attraente. Il pericolo sta proprio nel fatto che siccome è bello, noi vorremmo avere le sue sembianze e lui ci dice cosa dobbiamo fare per incarnare tale bellezza. Ma lui ci imbroglia perché la sua è una bellezza effimera, è un fallito e vuole che noi facciamo la stessa fine. Chi si mette sul cammino del diavolo diventa schiavo dei propri sogni, illusioni, passioni.
Ci chiediamo: se il diavolo è un essere reale perché Dio non lo incatena? Perché il maligno non è là fuori, nascosto da qualche parte, ma è parte di noi stessi, è quella voce folle che ci parla di autoreferenzialità, ricerca di gloria a tutti i costi, falso successo. Lui ci dice che Dio è un impedimento alla realizzazione della nostra vita, solo la scienza e la tecnica possono portarci alla felicità.
Diàbolos è colui che si mette di traverso, che ci vuole impedire il cammino verso Dio; è la forza del male che si incarna in persone e cose. Ci inganna perché sembra sempre che stia dalla nostra parte. San Paolo dice: “La carne ha desideri contrari allo Spirito” questa è la forza del male di cui tutti noi dobbiamo tener conto. Anche Gesù ha fatto questa esperienza ed è durata per tutta la sua vita.
Veniamo ora al Vangelo di oggi e vediamo quali sono le tentazioni che il diavolo fa anche a ciascuno di noi durante la nostra vita.
La prima tentazione la si riconosce a partire da una domanda che noi tutti ci siamo fatti mille volte: Per che cosa vale la pena vivere? Il suggerimento ingannevole che lui ci dà è: “Pensa alle cose materiali, sono le uniche che contano”. Non c’è dubbio che le cose materiali siano importanti e spesso necessarie, ma dentro sentiamo qualcosa che ci dice che “solo queste” sono necessarie, cioè le fa diventare l’unica cosa che dà senso al nostro essere. “Se vuoi essere veramente uomo allora devi soddisfare tutto quello che ti manca o di cui hai bisogno”. La forza maligna, però, ci porta a non accontentarci del pane necessario ma di accumulare sempre di più e quindi cadere nell’egoismo, nello sfruttamento e poi anche nello sperpero. “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il vangelo parla di pane per indicare la cosa più necessaria per l’uomo. Tu non hai solo una vita biologica, fisica, c’è molto di più che va alimentato con un pane diverso, quello della Parola di Dio. Quindi, tutte le cose sono buone in sé, ma non devono diventare l’assoluto perché ti deluderanno; tu sei fatto per l’infinito.
Se la prima tentazione riguardava il valore delle cose, la seconda è più sottile e riguarda il nostro valore. “Se sei figlio di Dio”: ora il diavolo vuole insinuare in noi un dubbio sopra noi stesso. Chi sono? da dove vengo? Ho solo un padre biologico? allora l’unica vita che ho è quella materiale, ma se c’è qualcuno che è al di sopra di noi allora dia la prova che esiste, infatti il salmo dice che Dio custodisce il suo fedele da ogni pericolo, se lui si è impegnato a proteggermi attraverso i suoi angeli allora lo provi ora. La fede fa uso della ragione, ma ad un certo punto la ragionevolezza si ferma e deve intervenire l’amore. La richiesta del diavolo di buttarsi dal pinnacolo del tempio per forzare un miracolo da parte di Dio va contro l’amore. Io so che Lui sta al mio fianco sia che lo veda o no. Il miracolismo, cioè pretendere che Lui debba fare tutte quelle cose che noi desideriamo e quelle che, con le capacità che Lui ci ha dato, possiamo fare noi, diventa magia, non è più fede ed è ingannevole. Un attaccamento esagerato a medaglie, immagini, ma anche a santi, spesso rischia di cadere in questa tentazione e dimentica l’amore che Dio ha per noi e noi dobbiamo avere per Lui e allora ci sorge il dubbio che lui non sia di parola. Che senso ha credere in un Dio che poi non fa quello che gli chiedo?
Anche Gesù è passato attraverso questa prova. Perché non ha smascherato i Farisei, Hanna e Caifa, eccetera, ma ha permesso loro di catturarlo e metterlo a morte? Perché gli ingiusti fanno soprusi sui deboli e Dio non interviene? La risposta di Gesù è: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Non lasciatevi sopraffare dal dubbio e mantenete vivo l’amore. Solo l’amore vi aiuterà a comprendere il vero senso delle cose e la soluzione dei problemi.
La terza tentazione riguarda il nostro rapporto con chi sta al nostro fianco. Qui il diavolo si presenta come il principe di questo mondo che ha in mano tutto. Qual è la logica che governa le nazioni al giorno d’oggi? A cosa pensano i capi delle nazioni? Non pensano forse agli interessi? Ognuno cerca di sopraffare e vincere l’altro. Allora il diavolo ci dice: “Vi insegno io come fare per avere la meglio sull’altro, come asservire gli altri. Se vi mettete in economia, pensate solo al guadagno”. A Gesù ha detto: “Vuoi cambiare il mondo? Accetta la mia logica, prendi il potere e allora avrai tutti in mano. Domina e competi, non farti servo, dimentica il collaborare”. Quando noi rifiutiamo di considerare gli altri come nostri simili e cerchiamo di asservire gli altri invece di servirli ed essere solidali, allora seguiamo la logica del maligno. Gesù dice: “Vattene Satana, il Signore tuo Dio tu adorerai, e solo a lui renderai culto”. Gesù aveva tutte le doti necessarie per prendere il potere, avrebbe avuto successo sia come politico che come capo religioso, ma solo se avesse fatto sua la mentalità di Satana. Lui invece si è fatto servo, si è fatto agnello che dona la vita per la salvezza degli altri. Questa è la corona regale che non sarà mai tolta dalla sua testa.
Ecco chi è il diavolo e come ragiona. In questa prima settimana di Quaresima siamo tutti invitati ad analizzare il nostro modo di pensare e ragionare e vedere se corrisponde a quello del Vangelo o a quello del mondo e del diavolo.

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