Sale e luce per il mondo


Per una dieta “iper-sodica” Mt 5,12.19

Domenica scorsa avremmo dovuto leggere il vangelo delle Beatitudini ma per la concomitanza con la festa della Presentazione di Gesù al tempio abbiamo letto un vangelo diverso. Per comprendere però il vangelo di oggi, dobbiamo conoscere bene e tener ben presente le Beatitudini perché quello di oggi non è altro che la spiegazione data da Gesù sull’importanza di vivere tale insegnamento.
Se volete una spiegazione veloce delle Beatitudini tornate alla homepage di questo blog e dovreste vedere lì un post dedicato, oppure fate la ricerca per “beatitudini”.
Gesù sul monte ha fatto la sua proposta di “uomo vero”, indicando uno stile di vita nuovo caratterizzato da 8 piccole frasi. Lui stesso ha messo in pratica tutte queste indicazioni per cui per capirle basta guardare alla sua vita. Quello che ci viene richiesto è molto impegnativo, è l’opposto di quanto ammirato e apprezzato in questo mondo. Chi però incarna questo uomo presentato da Gesù potrà dire, alla fine, di essersi veramente realizzato.
Ci sono molte persone che pensano che la salvezza della nostra anima sia un affare personale, da gestirsi in privato, come se spesso fosse necessario isolarsi dagli altri, fuggirne la compagnia perché essi sono la tentazione del demonio. La proposta che Gesù fa non è un modello di vita per un individuo solitario, una meta di perfezione morale personale. Le Beatitudini sono un modello di vita per una società alternativa per costruire quel mondo che Dio vuole per tutta l’umanità. Gesù ci dice questo usando due immagini.
Inizia dicendo: “Voi siete…”: chi? Sta parlando a un gruppo di discepoli, persone che stanno muovendo i primi passi nel seguire il Maestro. Sappiamo bene quanto i dodici hanno fatto fatica a dare un taglio netto con la mentalità del mondo, quante volte hanno mostrato di non saper comprendere e mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù.
Anche noi abbiamo udito tante volte le Beatitudini, crediamo che siano vere, ma facciamo fatica a metterle in pratica. Anche quando siamo convinti della proposta e vogliamo incarnarla, abbiamo paura a confrontarci con la mentalità del mondo, paura del confronto, per il fatto che la proposta di Gesù è così contraria a quella della moltitudine che abbiamo paura di essere derisi. Preferiamo rimanere isolati nel nostro “credere”, ci arrocchiamo su noi stessi, come gli apostoli chiusi nel cenacolo dopo la sera di Pasqua. Come possiamo essere sale della terra se dentro di noi siamo insipidi? Ma è a questo tipo di comunità, quella dei dodici e anche la nostra, che Gesù affida la sua missione. Gesù ci dice voi dovete andare in mezzo alla gente, il sale è fatto per andare in mezzo al cibo, non per restare nella saliera. I cristiani non devono fuggire. Come dare il nostro contributo? Vediamo i due esempi portati da Gesù.
Sale. Le funzioni del sale sono principalmente tre. Primo impiego è quello di dare sapore al cibo. Il sale è simbolo di sapore in cucina, ma anche della sapienza. Si dice normalmente: “Ha sale in testa” per indicare che uno è saggio. Il cristiano che vive a contatto con gli altri non può essere volgare, triviale, grossolano; un discepolo che vuole essere sale non si abbassa nel modo di parlare come fanno molti. Si ascoltano tanti discorsi, vuoti, frivoli, sboccati, sembra che non ci si possa divertire senza usare doppi sensi e volgarità. Gli argomenti di cui la gente parla mostrano vanità, maschere, mancano di valori veri e duraturi. Il Vangelo dà il sapore vero alla vita. Il Vangelo incarnato porta nel mondo il vero senso della vita, non una vita insulsa; il Cristiano richiama i valori per cui vale la pena di vivere. Solo lui dà motivazioni per vivere e sperare e questo deve trasparire dal nostro modo di parlare e di comportarci.
Il secondo impiego del sale era quello di conservare il cibo. Allora non esistevano i frigoriferi per cui già fin dall’antichità si salava la carne, il pesce per conservarli e per poterli trasportare. Il sale era venduto in blocchi ed era molto prezioso, basti pensare che lo stipendio dell’operaio è chiamato “salario” perché esso era il bene più utile in casa, e che i Romani costruirono una strada, la via Salaria, per facilitare l’arrivo di tale materiale dal mare Adriatico. Questa proprietà di conservare i cibi è stata subito utilizza anche in campo spirituale come immagine di protezione contro gli spiriti maligni, si usa il sale contro le iettature, rovesciare il sale porta male, per proteggersi dalle streghe si faceva un cerchio di sale, eccetera. Il Cristiano con la sua presenza è chiamato a impedire la corruzione e che la società vada in disfacimento a causa della perdita dei valori. Si vede tutti i giorni la deriva di una società dove prendono piede atteggiamenti disumanizzanti. In una società basata sulla produzione o sul guadagno, quanto vale l’uomo? Il cristiano ricorda che l’uomo è il centro del creato. Pensiamo a una società, dove viene messo in dubbio il valore della vita umana, dove la maternità e la paternità sono intesi solo come diritto e non come servizio; una società dove la sessualità è ridotta a piacere, il rapporto tra uomo e donna è concepito solo come soddisfazione personale sensuale. I Mass Media predicano odio, paura, divisione, esclusione, e ne vediamo le conseguenze.  Il Cristiano deve conservare i valori veri e presentarli con la sua vita e anche con la parola.
C’era anche un terzo impiego della parola “sale”. “Mangiare sale con qualcuno” voleva dire condividere la mensa cioè fare amicizia con qualcuno. Il sale era l’immagine di un’alleanza che non si rompeva. Richiama l’amore incondizionato di Dio che ha fatto con l’uomo un’alleanza che non si rompe. Le coppie cristiane oggi sono chiamate a dare testimonianza al mondo di tale amore e fedeltà.
Gesù continua: “Se il sale perdesse il sapore …”. A dire il vero la parola usata dal vangelo è: se il sale “impazzisce”. Sembrerebbe un verbo strano, ma ripensando a quanto detto sopra che il sale indica il sapore anche a livello intellettuale, un sale che ha perso il sapore, è una persona che ha perso il ben dell’intelletto, cioè non ragiona più secondo la verità imparata da Gesù ma è tornato al modo di pensare del mondo.
Come far perdere il sapore al sale? Mischiandolo con altri elementi. I compromessi che accettiamo verso i valori, il mitigarli con altri pensieri. La società di oggi ci chiede continuamente di adattare il vangelo alle sue esigenze.
Qualcuno potrebbe pensare che stiamo scivolando contro il fondamentalismo. No di sicuro. Il fatto stesso che Gesù affidi tale missione tanto importante a discepoli deboli e spesso infedeli ci dice come lavora Gesù. Il Cristiano applica rigidezza verso se stesso e misericordia e pazienza verso gli altri, i fondamentalisti spesso fanno l’opposto. Questo lo si capisce anche dalla seconda immagine, quella della luce.
“Voi siete la luce del mondo”. La luce, nella Bibbia, è sempre un’immagine positiva e quindi riferita a Dio. “Dio è luce e in lui non c’è tenebra”, questa luce è scesa nel mondo e si è fatta viva in Gesù, per illuminare le nostre tenebre. Finché si parla di luce riferiti a Gesù va bene, ma ora lui dice ai suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”. Abbiamo già sottolineato, quante volte deve rimproverarli dicendo: “gente di poca fede”; quante volte dimostrano di non aver recepito il discorso di Gesù circa il servizio, il rinunciare ai primi posti, ecc. Anche noi siamo persone coscienti delle nostre fragilità, ma questo non ci deve scoraggiare perché Gesù si fida di noi. La nostra fede può essere un lumicino, ma se ci impegniamo a predicare il vangelo, rifulge in noi la luce e dà un contributo importante contro le tenebre del mondo.
La luce ci permette di vedere ciò che è bello o brutto, mostra la strada sicura o quella pericolosa, ci permette di discernere tra ciò che è bene o male. Il discepolo con la sua parola e la sua vita deve aiutare gli uomini a fare tale discernimento. Allora non può riflettere con la sua vita la luce falsa che proviene dagli show televisivi o quella delle propagande economiche e politiche.
Poi Gesù continua: “La città posta su un monte non può restare nascosta”, deve essere ben visibile. Non sta dicendo ai discepoli di mettersi in vista, il richiamo di Gesù si rifà a Isaia che parlando di Gerusalemme dice che è posta sul monte perché tutte le genti del mondo si rivolgeranno a lei per conoscere il cammino della vita.
Ma se vogliamo risplendere in maniera giusta prima dobbiamo accogliere noi la luce e di essa risplendere perché il mondo veda le opere belle del cristiano. Gesù vuole che i discepoli siano persone belle che attirano per la bellezza del loro modo di vivere. Non vuole indottrinare ma affascinare. Chi alza troppo il tono della voce non affascina ma spaventa, Gesù è il “mite e umile di cuore”.

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