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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

La pagliuzza e la trave

La pagliuzza e la trave   Lc 6, 39-45 Nelle domeniche scorse abbiamo visto come deve essere il vero discepolo, cioè chi fa la scelta giusta. Quali scelte? Farsi poveri per seguire Cristo, amare il fratello e amare in modo incondizionato, quindi anche i nemici, e accettare le conseguenze di tali scelte. Siete beati perché provate la stessa passione del Padre per ogni uomo. La domanda è: tutti quelli che si dicono discepoli, vivono davvero così? Chi non lo fa è perché si è lasciato attirare da qualche falso valore. Gesù nel vangelo di oggi ci dice quali sono i pericoli in cui possiamo facilmente cadere anche noi. 1- Un cieco non può far da guida a un altro cieco. Nel Vangelo ci sono molti episodi di guarigione a ciechi. In Gv 9, dopo aver guarito il cieco nato, Gesù dice: “Sono venuto a far vedere chi è cieco” e si capisce chiaramente che non sta parlando di cecità fisica,   perché quelli che credono di vedere in verità non ci vedono. Da quelle parole i farisei si se...

Grazie per il dono di papà

Funerale del papà 24 Febbraio 2019.   Vangelo della domenica lc 6,27-38 Domenica scorsa abbiamo ascoltato il Vangelo delle beatitudini,   la vita del cristiano,   di colui che ha fatto la scelta di seguire Cristo. Oggi il Vangelo ci indica il modo pratico di viverlo. È un modo impegnativo,   chi riuscirà a vivere a tale livello? Oggi siamo qui per una persona che si è sforzato di vivere in tale modo. In questi ultimi giorni sono venuti in tanti a visitare papà e ciascuno ha raccontato qualche episodio vissuto con lui, un po’ della nostra storia. Siamo forse qui per questo oggi? Per raccontare una storia passata? no! Che dire di questo passato? Mi vengono in mente le parole del Manzoni quando si chideva: “fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza, noi chiniamo il capo al massimo Fattor che volle in lui, del creator suo spirito, sì vasta orma stampar”. Nella liturgia delle esequie, si usa varie volte la parola “saluto”. Non mi piace. Si saluta chi par...

Le beatitudini messe in pratica

Le beatitudini messe in pratica. Lc. 6,27-38 Continua il discorso di Domenica scorsa e cioè il desiderio profondo di gioia. Qual è il cammino da fare verso la gioia? Ci sono migliaia di libri su questo argomento, basati sulle più svariate teorie filosofiche Gesù, seguendo la tradizione biblica utilizza il genere letterario della beatitudine, che come abbiamo visto domenica scorsa è molto presente anche nei vangeli. L’ultima era quella “beati quando vi perseguiteranno” perché voi avete scelto di seguire Gesù e di non lasciarvi trascinare dai desideri della carne. La provocazione finale di domenica scorsa era quello di chiedere a se stessi: “Stiamo veramente facendo una scelta per il Signore? Siamo disposti ad essere Sale e Luce?”. Oggi il vangelo ci dice come deve comportarsi il Cristiano quando è perseguitato. La cosa più spontanea che ci viene in mente è quella di ripagare con la stessa moneta. Di fronte all’ingiustizia, dobbiamo lasciarci guidare dall’istinto o agire in...

Chi non vuole essere felice?

Beati / guai, la realtà della vita del discepolo. (Lc 6,20-26) Chi di noi non vuole essere felice? La felicità è una tendenza che abbiamo insita in noi stessi. “Beato te!”, o “Beato colui che...” sono frasi molto comuni in ogni cultura e in ogni epoca. Anche la bibbia usa spesso questa espressione, felici o beati, specialmente nei salmi con le relative indicazioni di come fare per ottenere tale stato di beatitudine o la ragione per cui essa arriva. Ma da cosa dipende tale stato di beatitudine? E in cosa consiste? Noi siamo abituati a leggere le Beatitudini presenti nel capitolo 5 di Matteo, e meno spesso queste 4 di Luca, ma a dire il vero queste non sono le sole proclamate da Gesù. Nel corso dei Vangeli la parola “beato” ricorre 45 volte, senza contare le volte in cui si usa la parola opposta “guai!”. Matteo, nel suo vangelo utilizza 8 beatitudini come introduzione a quello che per lui è il discorso programmatico di Gesù. Luca, invece, usa frasi più scarne, 3+1, seguite da...

I primi discepoli e la pesca miracolosa

Lc 5 1,12 la chiamata dei primi apostoli e la pesca miracolosa. Quella di oggi è una scena molto complessa. Prima di leggerla dobbiamo fare attenzione ad alcune cose che ci aiutino a capire i punti: la contrapposizione tra incapacità e successo, fra rotto e funzionante,   fra due e uno, fra peccatore e apostolo, fra pescatore di pesci e peccatore di uomini. Permettetemi una lettura orionina di questo brano. La folla ha sete di Cristo ma è talmente confusa che spesso non lo vede più, allora Gesù, per farsi vedere, entra nella barca di Pietro.   C’erano due barche, poteva sceglierne una qualsiasi, sceglie quella di Pietro. Se vi ricordate, il Vangelo di Giovanni ci dice che Gesù aveva già incontrato Pietro in riva al Giordano quando Giovanni e Andrea glielo avevano presentato   e Gesù gli aveva cambiato il nome, e poi era andato a casa sua e ne aveva curato la suocera.   Quella esperienza di sicuro gli era rimasta nel cuore,   ma stasera Pietro era sta...