Come avvengono i miracoli? La moltiplicazione dei pani

Gv 6,1-15
"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani e due pesci, ma cos'è questo per tanta gente".
Ci troviamo qui di fronte al miracolo più spettacolare di Gesù, quello in cui il maggior numero di  persone è coinvolto.
Cerchiamo di imparare qualcosa riguardo ai miracoli.
Prima di tutto l'iniziativa parte da Gesù, lui si accorge della necessità della gente, ma coinvolge anche i suoi discepoli: "Dove possiamo comprare pane perché costoro abbiano da mangiare?".
Si vede chiaramente che Gesù sta cercando di insegnare qualcosa ai suoi discepoli.
L'iniziativa è sempre di Dio, lui conosce tutte le nostre necessità prima ancora che glie le presentiamo. Però ci coinvolge in esse. Vuole insegnarci qualcosa attraverso esse. Il miracolo non è qualcosa che cade dal cielo come la pioggia o la neve, che lo vogliamo o no.
Gesù aspetta che gli si presentino i cinque pani e due pesci.
Noi ci vergogneremmo a presentare 5 pani a chi deve dare da mangiare a 5000 persone. Quel  bambino no, e la sua semplicità e generosità rendono possibile il miracolo. C'è da tenere presente che a offrire i pani è un bambino, cioè colui che nella società ebraica di quei tempi era considerato la  persona meno importante che non poteva neanche parlare in pubblico.
Dio ha bisogno del nostro contributo, della nostra collaborazione, piccola o grande che sia. Non  siamo noi a fare i miracoli, è Gesù; non sono i nostri 5 pani a sfamare le 5000 persone, ma senza di  essi Gesù non fa il miracolo.
Gli apostoli credono a Gesù e si danno da fare per far sedere la gente; anche la gente crede a Gesù,  essi lo hanno seguito senza preoccuparsi di dove andasse o di quanto tempo dovessero stare via, Gesù era la cosa più importante in quel momento. Questa fede rende possibile il miracolo.
Dobbiamo rafforzare la nostra fede in Dio, metterlo veramente al centro della nostra vita e di tutte le nostre attività se vogliamo che operi le sue meraviglie in noi.
Dopo il miracolo la gente cerca di incoronare Gesù re. Gesù si accorge di questo e fugge su un monte tutto solo.
La gente non aveva capito che il miracolo deve avere soprattutto un aspetto spirituale di conversione. Hanno guardato solo all'aspetto materiale e a cosa potevano guadagnarne e hanno rovinato tutto.  Anche noi troppo spesso ci fermiamo all'aspetto esteriore delle cose senza cercare di convertirci, di  cambiare il nostro modo di vivere per essere più degni di Dio. Se i miracoli o le molte grazie che  riceviamo da Dio ogni giorno non ci portano a vivere meglio e più uniti a Dio, non solo sono tutte  cose inutili, ma possono anche essere dannose.
Tutto questo episodio ha un forte richiamo all'Eucarestia.
Quello è il vero miracolo di cui abbiamo bisogno. Quel po' di pane e vino che noi offriamo sull'altare durante la santa Messa, diventano il corpo e il sangue di Cristo dei quali possiamo nutrirci.
Cerchiamo di valorizzare questo grande miracolo, di viverlo a fondo, di non trascurarlo mai. Alle  volte andiamo in cerca di segni prodigiosi che soddisfino la nostra curiosità, apparizioni ecc. e poi  non ci preoccupiamo di andare a Messa o di viverla con l'attenzione necessaria. Una messa ben  partecipata vale più di tutti i miracoli e le apparizioni di questo mondo perché qui rendiamo vero ed  efficace la morte e resurrezione di Cristo, cioè la nostra salvezza.
Impariamo a vivere con semplicità ma anche con fede il nostro rapporto con Dio e a fare di lui  veramente il centro della nostra vita.

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