Con Maria ai piedi della Croce


Maria sotto la croce.
Cerchiamo di raffigurarci la scena che forse abbiamo già visto molte volte in dipinti.
Siamo al centro del mistero della nostra fede. Al centro abbiamo Gesù in croce. Con lui, ai piedi della croce abbiamo alcune donne e Giovanni, simboli della Chiesa che sta per nascere.
L'atteggiamento di Cristo è quello di preghiera. È l'atteggiamento che ci è riferito dalla lettera agli Ebrei 10,5-7: non hai chiesto sacrifici né offerte, allora ho detto: ecco io vengo per fare la tua volontà.
La vita di Cristo è stata tutta preghiera, lo è anche ora sulla croce, ma non è più una preghiera di serenità ma di angoscia.
Anche Maria è là; non è schiacciata sotto il peso della sofferenza ma protesa verso Gesù, lo guarda e lui la guarda. C'è in lei il desiderio di unirsi al Figlio, di condividerne la sorte. È tutta per lui come lo fu all'annunciazione, come lo fu a Cana.
La sua preghiera di abbandono e di disponibilità diventa un tutt'uno con quella del Figlio che ora la fa diventare Madre della Chiesa consegnandola a Giovanni.
Ci sono anche Giovanni e le pie donne a rappresentare la Chiesa. Un gruppetto di persone, rimasuglio di quelle migliaia che se ne andarono dopo la moltiplicazione dei pani a Cafarnao, e di quei discepoli che pian piano si allontanarono mentre parlava della sua prossima passione e morte, fino a quando nel Getsemani anche i dodici sono dispersi.
La croce fa sempre selezione.
Maria è sempre presente con la Fede, la preghiera, l'accettazione.
Questo piccolo gruppo è la Chiesa iniziale.
Al Calvario è presente anche il Padre. Giovanni Paolo II,  in una enciclica, lo ha definito Dives in misericordia. Lui è lì e soffre col figlio e con la Madre. Il suo cuore di Padre soffre perché sa che il Figlio si è addossato i peccati di tutti, ma molti rifiuteranno questa redenzione.
Come avrà pregato Maria al Calvario? Forse non sapeva di essere dietro a pregare. È tutta concentrata su suo figlio ma cos'altro è la preghiera se non un concentrarsi su Dio e condividerne la vita?.
Per Cristo fare la volontà del Padre non è un'obbedienza cieca, non è un comando, ma un condividere la passione che il Padre ha per i suoi figli che si stanno perdendo. Le sette parole di Cristo in croce rappresentano questo desiderio.
Maria è colei che è stata presente con Gesù durante la vita pubblica (con le donne che lo seguivano), e scende con loro a Gerusalemme. Giovanni dopo Cana non ne parla più perché Maria è una presenza discreta che si fa da parte per far spazio al mistero.
Lei ci ha consegnati a Gesù alle nozze di Cana, era su di lui che dovevamo porre la nostra attenzione. Ora Gesù dice che è giunta l'ora di essere glorificato. Maria non può non ricordare che di quell'ora Gesù aveva già parlato proprio a Cana quando le aveva detto: Non è giunta la mia ora. Questa è l'ora della glorificazione di Cristo perché è l'ora della salvezza dell'umanità, ma lei sa anche che questa salvezza e questa glorificazione devono passare attraverso la sofferenza. Simeone nel tempio le aveva detto che il bambino era per la salvezza di molti, ma: a te una spada trapasserà l'anima.
Noi sappiamo che più uno ama, più soffre. Considerando il grande amore di Maria, la sua sofferenza deve essere stata enorme e certamente la natura umana da sola non avrebbe potuto resistere. Ma lei al momento dell'annunciazione ha detto: "Sia fatta la tua volontà" e da quell'abbandono in Dio trova la forza di andare avanti.
Durante la via crucis noi cantiamo a Maria che ci conceda che le piaghe del Signore siano impresse nel nostro cuore.
È sulla croce che Gesù sposa la Chiesa perché è il momento in cui l'amore è maggiore. Voi come spose di Cristo trovate nella croce il luogo privilegiato per manifestare il vostro amore, e in Maria l'esempio della prima sposa.
Gesù le dice: Donna ecco tuo figlio. Donna: È la donna di Genesi 3 che porta nel mondo la salvezza prefigurata a Cana e realizzata sul Calvario. Maria è la madre di colui che porta la redenzione, ma quindi in quel momento Gesù, attraverso la maternità di Maria ci sta associando a sé perché anche noi possiamo essere partecipi della redenzione.
Ecco tuo figlio. Giovanni nel capitolo tre aveva detto che bisogna rinascere; Matteo nel 18 aveva detto: se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli.
Naturalmente nessuno di questi passaggi pretende che noi diventiamo infantili nel nostro modo di fare, e nemmeno che rinasciamo fisicamente, ma il vero significato è quello di diventare figli di Dio, cioè rivivere in noi quell'atteggiamento di figlio che è stato proprio di Gesù: Fiducia, abbandono, umiltà.  Maria come madre diventa per noi la maestra e la guida.
Giovanni non la chiama mai Maria, ma la Madre di Gesù. E poi dice che la prese in casa sua. Ora è a tutti gli effetti la nostra madre, la madre della Chiesa.
Noi dobbiamo accogliere Maria, lasciare che ci insegna la sua disponibilità, il suo Fiat. Nicodemo chiedeva: come potremo tornare piccoli, Gesù risponde dalla croce: ecco tua madre.

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