Epifania, il Dio che si presenta in modo strano
Epifania Mt 2:1-12
La festa di oggi è una festa densa di significati
teologici nascosti sotto la forma di un racconto molto semplice. Vediamo di
scoprire cosa ci dice questo testo strano.
Il primo messaggio è quello dell’apertura del annuncio evangelico a tutto il mondo.
I magi rappresentano i pagani a cui Dio si rivela e
ringraziamo Dio di ciò se consideriamo
che tutti noi e il 99,99% dei Cristiani sono discendenti di quelli che allora
erano i pagani.
Essi sono venuti da lui, poi lui andrà da loro, in
Egitto.
Un secondo messaggio è quello riproposto anche dal
Concilio Vaticano II che dice che in ogni religione ci sono presenti semi di salvezza perché chiunque segue
la sua religione con coscienza retta e desiderio di incontrare Dio, lo possa
trovare. I magi sono venuti a causa di
una lettura spirituale di un fatto, la nascita di una nuova stella, una lettura
spirituale che senza dubbio è basata sulla loro religione. Essi non erano Ebrei
e non credevano in niente delle cose a cui credono gli Ebrei, non conoscevano
la bibbia, ma da una lettura onesta della loro religione sono riusciti a
risalire a Dio.
Altro punto è quello della mediazione salvifica della nostra religione.
Appena arrivano nella zona dove Gesù vive hanno bisogno
di indicazioni, indicazioni di gente del luogo, cioè di gente della religione
giusta che gli dica ciò che c'è scritto nella bibbia: “Nascerà a Betlemme di
Giudea perché così sta scritto”. Notate che chi gli dà le indicazioni non lo fa
perché vuole predicare, anzi è una persona che in qualche modo vive male la
religione ed ha addirittura come scopo quello di uccidere il bambino, però
anche quelle informazioni sono necessarie per loro per ritrovare la via ed
eventualmente Gesù. Inoltre notate i verbi: loro dicono è nato, i saggi rispondono
dovrà nascere. Nello scambio di informazioni loro imparano la via ma anche il
re e i suoi esperti imparano la realtà attuale della venuta di Gesù. Gesù è già
tra di noi, è già nato, tocca a noi riconoscerlo, domandare alle persone giuste
e capire le indicazioni spesso misteriose.
Un altro punto è dato dal significato dei tre doni. Essi ci indicano cosa i Magi hanno visto
in Gesù: Oro, lo si dà ai re, ai capi politici; incenso, lo si dà alle
divinità, e fin qui ci sta tutto, hanno capito che Gesù è uomo ma anche che è
Dio. Quello che stupisce è il terzo dono, la mirra, il balsamo che veniva usato
per ungere i morti perché non puzzassero. Non è certo un regalo per un neonato.
Eppure sembra che loro abbiano capito che quel bambino/Dio dovrà realizzare la
sua missione non con la potenza umana e neppure con miracoli divini, ma
attraverso il sacrificio di se stesso, attraverso la sua morte. D'altronde se
doveva compiere la sua missione usando la forza umana sarebbe nato nel castello
del re Erode, e se voleva compiere la sua missione utilizzando la forza della
religione sarebbe nato nel tempio di Gerusalemme, figlio del gran sacerdote. E
invece lo vedono lì in una grotta, povero, indifeso, con pochi visitatori tutti
pastori incolti, rigettato dai ricchi del tempo e già in pericolo di essere
ucciso a causa del re che ha paura di lui. Il re potente ha paura del neonato.
Interessante, il fatto che in qualche modo anche il re ha riconosciuto Gesù, il
re e tre pagani, nessuno degli abitanti di Gerusalemme o Betlemme.
Qui c’è un altro punto. Il riconoscere Gesù non vuol dire automaticamente avere fede. Molti
di coloro che al giorno d’oggi combattono la Chiesa sono persone che sanno che
Dio esiste, ma loro non lo accettano e per questo gli vanno contro. Sentiamo la
domanda che i magi fanno ad Erode: “dov'è il re dei Giudei” (un re povero e
indifeso). Erode si arrabbia si spaventa e vuole ucciderlo. La stessa frase
verrà usata da Pilato e appesa sulla croce: il re dei giudei; ancora una volta
un re indifeso e ancora una volta i capi, questa volta quelli politici, che si
arrabbiano e vogliono ucciderlo. Cercavano il re, vanno a Gerusalemme, vedono
Erode, avrebbero potuto fermarsi lì, invece Erode non mostrava niente di divino
e soprattutto non era uno disposto a morire, allora ne colgono le indicazioni e
continuano la loro ricerca. La ricerca dei giusti scatena la reazione dei
malvagi.
Il Vangelo, lo abbiamo letto oggi perché ha un messaggio valido anche per noi.
Forse i Magi sono molti dei nostri amici, gente che
conosce poco di religione ma che ha il coraggio di guardare in cielo, che si
dice cristiana ma che non viene in chiesa perché non gli piacciono le nostre
strutture e le persone che le gestiscono. Però c'è in loro una certa voglia di
conoscere Dio. Gente che vuole delle risposte ai problemi. Anche noi dobbiamo
avere il coraggio di metterci in cammino, di chiedere, magari a chi come tante
persone di chiesa, sa le risposte ma ha uno stile di vita tutto contrario a
quello che predica. Noi siamo in cerca di Dio, non degli uomini. La Bibbia è
data da Dio, anche se a predicarla sono uomini con tutte le loro debolezze.
Nella liturgia incontriamo Dio anche se a celebrarla sono uomini con tutte le
loro debolezze. Avere voglia di cercarlo, ma avere anche il coraggio di
accoglierlo se si presenta debole, povero, indifeso, per nulla consono ai
nostri parametri.