Avvento tempo di ricerca
1a domenica di Avvento anno A.
Mt 24, 37-44
È iniziato il periodo dell’avvento, il periodo dell’attesa, o
meglio ancora il periodo della ricerca di colui che è salvatore,
cioè colui che dà risposta alle nostre angosce.
Purtroppo viviamo in una società che non ricerca più le soluzioni
vere ai problemi perché di soluzioni ne riceve troppe, ma sono tutte
soluzioni passeggere, irrisorie. Siamo in una società segnata
dall’indifferenza religiosa perché pensa di possedere tutto e di
poter raggiungere tutto con le sue sole forze, quindi non ha più
bisogno di un un “Salvatore”. È sparita la dimensione del
“Trascendente”, tutto va spiegato, ricercato, risolto dai tetti
in giù: Dio è morto.
La settimana prossima uscirà nei cinema italiani un film intitolato
“Non c’è più religione”, una commedia che vuol presentare la
situazione odierna dove tutto è messo sullo stesso piano, non si
capisce più cosa c’è di importante e cosa no. Ormai la maggior
parte delle persone non sa più vedere la presenza di Dio.
Ma quando Dio sparisce tutto perde di significato e quindi non si
comprende più quello che sta accadendo; tutto ci coglie di sorpresa
perché volenti o nolenti noi siamo limitati. Quando sparisce Dio
saltano tutte le priorità ed è difficile dire di no a cose
attraenti come la ricchezza e il potere. I rapporti umani lasciano il
posto ai rapporti di mercato, tutto diventa più freddo e l’uomo
cerca un po’ di eccitazione in cose forti, violente, estreme. I
sentimenti lasciano il posto agli impulsi. Però, un po’ alla
volta, tutti questi atteggiamenti si rivoltano contro di noi.
Da un paio di settimane, nel vangelo della messa, sentiamo parlare di
distruzione, guerre, terremoti, cose che esso collega con la fine del
mondo e con la nuova venuta del messia. L’evangelista utilizza
quegli episodi che ha sotto mano, avvenuti specialmente in occasione
dell’invasione romana che nel 66 ha portato alla distruzione di
Gerusalemme e del tempio. Noi oggi potremmo parlare di tante altre
cose come guerra, terrorismo corruzione, sfruttamento, inquinamento,
o calamità naturali come inondazioni o terremoti, fatti che
colpiscono la società e la mettono alla prova facendo soffrire allo
stesso modo buoni e cattivi. Di fronte a tali avvenimenti ci troviamo
spaesati e impotenti e anche la fede sembra essere impotente. Eppure
è proprio la fede che ci può dare la chiave per come porci di
fronte ad essi.
Come leggere la storia del mondo? Il vangelo ci dice: “vegliate”,
cioè guardate a fondo per vedere e capire le cose nel modo giusto.
Dio non è morto, non è neppure fuggito, ma è qui in mezzo a noi.
Come riconoscerlo? Come uscire dalla freddezza e dalle minacce di
questo mondo incredulo? Papa Francesco ci dà la chiave di lettura, o
meglio la chiave di azione: usate gli occhi della misericordia. È un
po’ come nell’episodio dell’adultera , dove, dopo che gli
accusatori se ne sono andati, Gesù si ritrova solo con la donna, il
misericordioso e la misera e questo rapporto speciale dà alla misera
l’opportunità di ricominciare una vita nuova. Il tempo di avvento
è tempo di attesa o meglio di ricerca, ma il nostro Salvatore non
dobbiamo cercarlo nella stella di Betlemme ma nelle strade del mondo,
non ci sarà indicato da angeli ma dalla nostra fede e dalla
coscienza e come 2000 anni fa sarà vestito da povero, da rifugiato,
da emarginato, da perseguitato.
Il vangelo dice ancora: due uomini saranno nei campi, due donne al
mulino, uno sarà lasciato e l’altro sarà preso. Cristo lo si
incontra nella quotidianità. Ogni giorno incontriamo sfide grosse o
piccole, dove è Cristo in tutto questo? Dove lo cerchiamo? Nel
palazzo di Erode? Nell’ostello dei ricchi? O nella stalla dei
pastori? Uno sarà preso perché è pronto, perché ha fede e quindi
sa cogliere l’occasione, l’altro rimane nella sua freddezza.