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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

Dio dimora in noi? Incredibile ma vero.

VI Domenica di Pasqua anno C Gv. 14:23-29 Chi mi ama osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà, e noi verremo e prenderemo dimora presso di lui. Una frase molto bella ma soprattutto una promessa molto importante. Non solo che il Padre ci ama, questo lo sapevamo già perché sappiamo che Dio è amore. Forse non siamo molto convinti che Dio ci ami ma comunque almeno in teoria lo sappiamo. Ma io oggi voglio soffermarmi su quest’altro verbo: prenderemo dimora presso di Lui. Dio non solo ci ama, ma abita in noi, è dentro di noi. Per di più Gesù ha parlato di sé e del Padre, ecco perché il plurale, ma poi qualche riga dopo dice che lo Spirito Santo verrà a stare con noi. Siamo portatori della Trinità. Attenzione, lo voglio ripetere perché forse non abbiamo ancora compreso la profondità di questa frase. Qui Gesù non dice che Dio ci ama dall’esterno, ci segue, guarda quello che facciamo e magari ci dà anche una mano, ci manda ogni tanto un regalino come fa un amico che vive in un...

Il diavolo come leone ruggente va in giro cercando chi divorare

S. Messa alle suore in occasione dell’assemblea generale delle suore Sacramentine cieche. Roma 25 Aprile 2016 1 Pt 5:5-14 Ogni settimana, al martedì sera, durante la recita della compieta, leggiamo questo brano di San Pietro: Il diavolo come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. A me ha sempre colpito questa frase e cercavo di immaginarmi questo leone che va in giro e io da qualche parte cercando di nascondermi. Ma cosa vuol dirci San Pietro? Naturalmente il leone come tutti gli animali non mangia di tutto, per esempio la verdura e la frutta lui non le mangia, lui vuole la carne. San Pietro dice che viene in cerca di noi per divorarci. Quali sono le cose che cerca in noi, che lo attirano. Uno penserebbe subito ai peccati, e invece io credo che lui guardi a qualcos’altro. Per me lui guarda a tutti quei punti deboli che pur non essendo peccati però non ci fanno vivere bene alla presenza di Dio. Questi sono punti di accesso in cui lui può cercare di entrare e fan...

La figlia di Giairo e l'emoroissa. Come ci poniamo di fronte alla vita?

La figlia di Giairo e l'emoroissa (Mc. 5, 21-24, 35-43) perdita della vita, perdita della speranza, dei progetti Ancora una volta per capire bene l'episodio bisogna inquadrarlo nel posto che occupa nel Vangelo. Siamo subito dopo l'episodio dell'indemoniato di Gerasa. Lì l'invito era stato quello di considerare che tutto nella nostra vita deve essere subordinato all'incontro salvifico con il Signore. Nel brano di oggi c'è un fatto strano, unico: non si tratta di un episodio semplice ma di due incastonati uno nell'altro. Per comprendere il tema di fondo, che è unico, bisogna leggerli assieme. Il centro della questione è la vita in tutti i suoi aspetti: fisico ma anche morale e di significato. Vita che è così preziosa e che trova il suo vero significato solo nell'incontro con il Cristo. Quali sono gli elementi che uniscono questi due episodi? Prima di tutto il fatto che sono incastonati l'uno nell'altro. Se fossero due cose sepa...

Pesca miracolosa? no, lezione sull'amore vero.

Terza domenica di Pasqua. Gv. 21, 1-19 Gli apostoli stanno passando una giornata tranquilla, facendo le cose di sempre, le cose di cui sono esperti e che piacciono loro, ma questa volta non sembrano essere soddisfatti dalla loro quotidianità, lavorano sodo ma non ottengono risultati. Capita anche a noi che alle volte la vita ci sembra vuota, non troviamo soddisfazione neppure nelle cose che una volta ci interessavano, eppure non è successo niente di strano, non ci sono problemi particolari, solo un senso di vuoto, di inutilità, di stanchezza, si sente il peso della routine, il sorriso è sparito dalle nostre labbra e non sappiamo perché. Appare in distanza sulla spiaggia un uomo e loro non lo riconoscono. Dovrebbero conoscerlo bene Gesù ma sono così immersi in questa realtà insoddisfacente che non riconoscono neppure l'amico di sempre, colui che ha fatto tanti miracoli ed ha dato un senso alla loro vita per tre anni, ora sembra voler dire niente, essere un estraneo. Anche...

Apostoli e Tommaso: incredulità e paura. Gesù si serve anche di quello

Giovanni 20: 19-31 “La sera di quel giorno”. È già sera quindi hanno già sentito cosa hanno detto le donne e hanno già visto la tomba vuota, eppure hanno le porte chiuse per timore. È normale avere paura sapendo che i Giudei li perseguiterebbero, il problema è che questa paura impedisce loro di andare fuori ad annunciare. Ci troviamo di fronte all'avvenimento più importante della storia eppure loro, i discepoli, coloro che hanno condiviso con il Signore 3 anni, che sono stati i più diretti testimoni delle parole e dei fatti di Gesù, che sono stati scelti direttamente da Gesù, preferiti a molti altri, che hanno lasciato tutto per seguirlo, eppure fanno ancora fatica a credere e hanno paura. Ci sono due tipi di paura: Quella fisica, la possiamo chiamare paura esterna. Sanno che se i Giudei li arrestano li picchieranno e magari anche li uccideranno come hanno fatto con Gesù; c'è poi la paura psicologica, quella interna cioè la paura di se stessi. Io la chiamerei sen...