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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Popolarità o umiltà?

L’umiltà che libera      XXII Domenica C . (Lc. 14,1.7-14) Al centro del Vangelo di oggi troviamo una delle pulsioni più profonde e universali del cuore umano: il desiderio di essere riconosciuti, apprezzati, valorizzati. È un bisogno che nasce dalla nostra stessa natura relazionale, dal fatto che siamo stati creati per vivere in comunione, per essere specchio e sostegno gli uni degli altri. Non c’è nulla di sbagliato in questo desiderio. Anzi, è spesso il motore di tante nostre azioni buone. Alle volte cerchiamo di amare, di servire, di costruire, perché speriamo che qualcuno ci veda, ci riconosca, ci dica: “Tu sei importante”. Da questo potrebbe nascere un problema, quando questo riconoscimento non arriva. Quando ci sentiamo ignorati, messi da parte, invisibili. Allora qualcosa dentro di noi si incrina. Ci domandiamo: Se nessuno mi apprezza, che valore ha la mia vita? E inizia a farsi strada una paura sottile ma potente: la paura della solitudine, dell’abbando...

Ce la faremo a salvarci?

  Ce la faremo a salvarci? (  Luca 13,22-30) Quante volte ci siamo chiesti: “Ma io mi salverò?” È una domanda che nasce dal desiderio più profondo del cuore umano: vivere per sempre con Dio. Già ai tempi di Gesù questa era una preoccupazione comune. Alcuni pensavano che bastasse appartenere al popolo eletto; altri che fosse sufficiente osservare la legge. Oggi, molti cristiani ragionano ancora così: “Sono cristiano, quindi mi salvo; chi appartiene ad altre religioni, no” . Oppure: “Io vado a Messa, altri no, e questo farà la differenza” . Ma Gesù ci sorprende: non guarda alle etichette, ma al cuore. Gesù afferma che la porta per entrare nel Regno è stretta. Non è una porta materiale, ma uno stile di vita. È stretta perché richiede impegno, sacrificio, amore concreto. Non si entra “in carrozza”, come dicevano i nostri nonni, ma camminando con fatica, portando i pesi degli altri, soccorrendo chi è nel bisogno. Per attraversarla bisogna farsi piccoli, umili, semplici come...

Il fuoco dell'amore

Quanto brucia il fuoco dell’amore ( Luca 12,49-53) “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” Queste parole di Gesù ci inquietano e ci provocano. Il fuoco non è mai neutro: brucia, consuma, trasforma. Fa paura, ma è anche fonte di vita. Senza fuoco, non c’è calore, non c’è luce, non c’è cibo. Il fuoco è ambivalente: può distruggere, ma anche purificare. Il fuoco è anche qualcosa che raduna e rinnova . Ricordiamo i falò delle notti d’estate quando andavamo in campeggio con l’oratorio, attorno ai quali ci si raccontava storie e si cantava. O il camino delle case di una volta, dove la famiglia si stringeva per condividere il calore. Il fuoco crea comunione, ma solo se lo si sa custodire. Se lasciato libero, diventa devastante. Gesù parla di un fuoco che desidera ardentemente accendere: non è un fuoco materiale, ma spirituale. È il fuoco del suo amore, un amore che brucia l’indifferenza, consuma l’egoismo, purifica il peccato. È un fuoco c...

Come vivere bene

Co me vivere bene     ( Lc 12, 32-48)   La scorsa domenica, Gesù ci ha invitati a puntare su ciò che conta davvero: i beni spirituali, quelli che durano per sempre. Le cose materiali, invece, possono svanire da un momento all’altro. Ricordate la parabola del ricco? Dopo un raccolto straordinario, pensava di potersi finalmente godere la vita, ma quella notte stessa morì. Tutte le sue ricchezze non gli servirono a nulla. Anche oggi il Vangelo ci ripete questo messaggio: “Accumulate tesori in cielo, non sulla terra”. Ma che cos’è un tesoro? È qualcosa di prezioso, più importante di tutto il resto. Allora ci chiediamo: quali sono le cose davvero importanti per noi? In cosa vale la pena spendere la nostra vita? Chi è bravo negli affari, quando guadagna soldi, cerca subito come investirli bene. Ma deve fare scelte sagge e sicure. Anche Gesù ci pone una domanda simile: “Sei prudente?” Qual è il vero scopo della tua vita? Il nostro obiettivo è incontrare Dio e raggi...