L'apoteosi dell'amore
Per vivere meglio la Settimana Santa
Oggi non voglio commentarvi il Vangelo. A messa sentirete il racconto della Passione di Gesù Cristo, lettura lunga con tutti i dettagli; lo conoscete bene. È impossibile commentare tutto, per cui mi limito a farvi un invito. Sta per iniziare la Settimana Santa, la settimana più importante di tutta la nostra vita da Cristiani. Vi invito ad unirvi a Maria, la madre di Gesù, e a provare a viverla con gli stessi sentimenti con cui l’ha vissuta lei.
Maria, essendo madre, è stata la persona più vicina a Gesù, attraverso tutta la vita, tanto più in questo momento supremo di difficoltà di suo figlio. Una madre non dovrebbe mai vedere morire il proprio figlio, il dolore è troppo forte.
Maria ha vissuto questo dolore per tutti e tre i giorni del Triduo Pasquale.
Cerchiamo di immaginare cosa ha provato Maria quando ha visto Gesù essere arrestato, essere portato davanti ai tribunali ed essere condannato a morte. Poi sale al Calvario con lui e rimane lì, ai piedi della croce; tutti hanno abbandonato Gesù, anche i suoi discepoli sono scappati, solo Giovanni, il più giovane, è rimasto con lei. Vede come i soldati e le altre persone presenti maltrattino suo figlio e soffre dentro; vorrebbe gridare, spiegare a tutti la verità, ma non dice niente, è presente, condivide il dolore del figlio, comprende che se Dio permette questo, ci sarà di sicuro un motivo.
Cos'è che la sostiene? La sua fede. Tre anni prima, a Cana, Gesù le aveva detto, “Donna, cosa dobbiamo fare noi due assieme?” Si riferiva al passo della Genesi, dove l'angelo aveva detto, “Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe”. Adesso, dall'alto della croce, Gesù la chiama vicino a sé un'altra volta, e la chiama ancora donna. Quel che le dice significa: “Quel patto che abbiamo iniziato tre anni fa, quel fatto scritto nella storia della salvezza, adesso si sta realizzando. Ora tocca a te mettere il tuo contributo. Tocca a te portare a compimento quello che io ho fatto. La salvezza viene realizzata oggi, ma come raggiungerà tutte le persone? Tocca a te prenderti cura dei miei discepoli perché possano fare questo servizio”. Quindi lei vive in pienezza questo momento; non è schiacciata dal dolore, perché c'è la fede che la sorregge. Si rende conto che umanamente non c'è niente di giusto in quello che sta succedendo, ma il piano va avanti, nonostante sia difficile da accettare. E lei è lì, in silenzio, soffrendo, ma accettando.
Soffre per due cose. La prima, perché vede suo figlio soffrire e questo è il dolore di ogni madre. Secondo, perché sa che suo figlio sta soffrendo per salvare gli altri e guardandosi attorno vede che le persone non accettano questa salvezza, la rifiutano e continuano nel loro peccato. E allora soffre ancora di più. È proprio questo secondo dolore che la rende corredentrice. Pensate a cosa ha provato Maria quando hanno deposto Gesù della croce, morto, e lei lo accoglie tra le sue braccia come quando da neonato lo cullava e lo proteggeva. Tutti noi conosciamo l'immagine della pietà. Cosa ha provato la madre in questo momento? Ha offerto tutto a Dio.
Io mi immagino, Maria, che dopo questi giorni, anche dopo la resurrezione e l'ascensione al cielo, camminando per le strade dei villaggi e delle città, guardando alla gente, specialmente a chi soffre, a chi si comporta male, abbia pensato tra sé: mio figlio è morto per salvare per queste persone. Penso che abbia innalzato una preghiera a suo figlio: Figlio mio, ricordati che per loro tu sei morto, quindi non far mancare a loro il tuo aiuto oggi.
Allora vi invito a vivere questa settimana santa da un punto di vista molto emotivo, lasciando spazio a tutti i sentimenti, i sentimenti di Maria, i sentimenti della madre, perché questa esperienza rimanga in voi e vi permetta di vivere poi in modo diverso la vostra fede, specialmente nei momenti di difficoltà.
Possa lo Spirito Santo guidarvi, e l'esempio di Maria illuminarvi.
Buona settimana santa a voi tutti.