Capo o coda?
Qual è il mio posto nella Chiesa?
Questa è una domanda che forse vi sarete posti. Per riflettere su questo tema, oggi ci ispireremo alla seconda lettura, tratta dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi. In essa, San Paolo ci parla di un concetto fondamentale: noi siamo un corpo solo in Cristo.
Ma perché Paolo sente il bisogno di trattare questo argomento? Per capirlo, dobbiamo pensare al contesto storico in cui questa lettera è stata scritta. Corinto era una città commerciale, abitata da persone provenienti da diverse culture e con diverse credenze. I cristiani che vivevano lì erano molto diversi anche dal punto di vista sociale: la maggior parte lavorava come braccianti nel porto o nelle industrie collegate, ma c’erano anche persone di alta classe sociale. Queste differenze creavano molte divisioni tra di loro.
Se leggiamo il capitolo 1 della lettera, vediamo che i cristiani di Corinto litigavano tra loro, ciascuno cercando di dimostrare che il proprio gruppo, che seguiva Apollo, Pietro o Paolo, fosse il migliore e il più giusto.
Paolo scrive proprio per rispondere a queste divisioni, e lo fa con un messaggio chiaro: l’unità.
Il passo che abbiamo letto oggi rappresenta il cuore del suo insegnamento: siamo tutti uniti in Cristo.
Anche se siamo diversi, facciamo parte di un solo corpo, e Cristo è la testa di questo corpo. È Lui che dà senso a tutto ciò che siamo e a tutto ciò che facciamo.
Poco dopo, Paolo aggiungerà quello che conosciamo come l'Inno alla Carità, dove ci ricorda che non è tanto importante quanto siamo bravi o quanto conosciamo, ma quanto amiamo. L’amore è ciò che rimane per sempre.
Queste parole di Paolo ci portano a fare alcune riflessioni:
1. Se siamo un solo corpo, significa che ognuno di noi ha un ruolo unico e fondamentale, proprio come ogni parte del nostro corpo è essenziale per la nostra vita. È importante scoprire e svolgere questo ruolo con impegno.
2. Dobbiamo rispettare il ruolo degli altri, perché, anche se sono diversi da noi, sono comunque indispensabili.
3. Non possiamo fare a meno degli altri. Anche se ci sono differenze tra di noi, come le varie parti del corpo, abbiamo bisogno gli uni degli altri.
4. Tutto questo ha un significato profondo solo se ci riconosciamo come membri di un unico corpo, di cui Cristo è la testa. È Lui che dà significato al nostro ruolo e alla nostra connessione con gli altri.
Ognuno di noi è chiamato a svolgere una parte specifica nel piano di salvezza di Dio. Che siamo le braccia, gli occhi, la bocca, i piedi o qualsiasi altra parte, ciò che conta non è il ruolo che svolgiamo, ma il contributo che offriamo al compimento del piano di Dio. Sebbene i ruoli siano differenti, San Paolo ci ricorda che le parti del corpo più fragili sono quelle che solitamente meritano maggiore protezione e attenzione. Perciò, la diversità non deve farci sentire superiori agli altri, ma ci deve spingere a prenderci maggiormente cura di chi ha più bisogno di attenzione, perché proprio quelli che sembrano più deboli sono spesso i più importanti.