La paura di amare
Perdere o trovare? La paura di amare! (Mt 10,37-42)
Quello che abbiamo ascoltato oggi è un testo che può portare a fraintendimenti. “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”. Sembra che Gesù ci stia chiedendo di non amare. Il fulcro della frase di Gesù non è l'amore che dovremmo o non dovremmo avere per i nostri genitori, parenti o amici, ma l'amore che dovremmo avere per Lui. Una traduzione migliore sarebbe stata: Se mi ami meno di quanto ami tuo padre o tua madre o tuo figlio o amico, allora non sei degno di me. La parola degno significa “in grado di cogliere tutta la grazia che viene da me”. Quindi Gesù ci chiede di amare tutti, ma di amare Lui di più.
Come possiamo farlo? Amandoli per mezzo di Lui.
Per comprendere meglio il contenuto della richiesta di Gesù, dobbiamo considerare tre livelli di destinatari del suo messaggio. Il primo livello lo troviamo al tempo stesso di Gesù. Lui sta parlando ai suoi apostoli che, come abbiamo letto nelle ultime due settimane, sono inviati a predicare ai villaggi vicini, il suo arrivo. Gli apostoli avevano l’incarico di invitare le persone a cambiare il loro modo di rapportarsi con Dio mettendo così in dubbio l’idea stessa di religione. Gesù li mette in guardia: se riferite con fedeltà il mio messaggio, le persone vi rifiuteranno perché essi non vogliono perdere la comodità della vita che si sono costruiti. Accettare il suo messaggio significava abbandonare la tradizione dei loro padri. È difficile accettare un cambiamento così radicale, tanti risposero contrattaccando. Conosciamo bene le lotte che Gesu ha dovuto affrontare con gli Scribi e i Farisei, lotte che eventualmente porteranno alla sua morte.
Il secondo livello lo troviamo ai tempi dell'evangelista. Matteo ha scritto questo brano durante le persecuzioni che Romani ed Ebrei stavano infliggendo ai Cristiani negli anni 80-90 dC, quindi sta parlando a loro. La domanda che il Vangelo poneva loro era: quando vi trovate di fronte a scelte difficili da fare, dove in entrambe le soluzioni che potete prendere dovrete rinunciare (o perdere) qualcosa come il posto nella società, gli amici o i famigliari, forse la vostra stessa vita, come scegliete?
Il terzo livello si riferisce a noi, dato che il brano è Parola di Dio e quindi parla anche a noi. Noi oggi ci troviamo in una posizione molto migliore di quella degli Apostoli o dei primi cristiani. Grazie a Dio viviamo in una società prevalentemente cristiana e dove c'è libertà di fede, quindi, non dobbiamo preoccuparci di una persecuzione esterna. Le parole di Gesù, però, sono valide lo stesso, se le riferiamo alla lotta interna che ciascuno di noi sperimenta. La domanda che Gesù pone a noi oggi è: le nostre scelte di vita e anche le piccole scelte quotidiane, su cosa si basano? Su un vero amore per Dio o solo su un’egoistica difesa del nostro benessere?
Coloro che combattono la nostra fede oggi, non sono i pagani, ma le nostre stesse debolezze, la nostra sete di comodità, di soddisfazioni personali, i nostri desideri sbagliati. Quali sono le nostre priorità? Carriera, fama, soldi, onore, famiglia, amicizia, coscienza, fede? Capite bene la differenza che c’è tra questi aspetti.
La grande tentazione che noi oggi abbiamo, infatti, è quella di preoccuparci solo di noi stessi, e molto spesso questa tentazione assume il volto di una proposta ragionevole e buona: devo occuparmi della MIA vita, devo pensare al MIO progetto, alla MIA carriera, talvolta poniamo come scusa persino il MIO cammino spirituale. Siamo talmente ossessionati dalla nostra vita che non arriviamo mai a viverla con pienezza.
Gesù ci insegna che riusciamo a vivere pienamente la vita solo quando siamo capaci di perderla per qualcuno, e anche quando siamo capaci di perdere qualcuno. Non sono solo le cose materiali che ci legano; ci sono infatti legami a persone che possono soffocarci e impedirci di andare verso la pienezza della nostra vita: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me». Spesso sono legami in sé buoni, ma se ci soffocano dentro una culla da cui non usciamo mai, allora vanno tagliati. Ecco perché Gesù parla di perdere la vita.
Il Vangelo di oggi ci invita ad avere il coraggio di mettere da parte quegli aspetti della nostra vita che sembrano importanti ma non lo sono, o almeno di metterli in secondo piano. Solo allora riusciremo a riconoscere e valorizzare le cose più importanti, più vere che ci faranno rivivere in una maniera più completa e soddisfacente.