Con Lui vicino non c'è nulla da temere
Non abbiate paura (Mt 10:26-33)
Tutti i giorni noi sperimentiamo qualche paura e spesso questo ci torna utile. Un po’ di sana paura è vitale per noi perché ci obbliga a stare attenti, ci fa fare le cose con cura; mentre vediamo ogni giorno notizie di persone “spavalde” che per la loro temerarietà causano incidenti, e, alle volte, perdono anche la vita.
Il problema viene quando la paura prende il sopravvento su di noi per cui perdiamo il controllo della situazione e quindi facciamo cose insane, oppure, ci blocchiamo e siamo come paralizzati e incapaci di fare quei passi che sono necessari per continuare la nostra vita nel modo giusto. Pensiamo a qualche iniziativa che sarebbe utile per noi o la nostra famiglia come ad esempio avvicinare una persona per parlare, intraprendere un viaggio, iniziare un’attività nuova. Un conto è preparare tutto con cura, un conto è lasciar cadere tutto per timore di come andranno le cose.
Nel Vangelo di oggi Gesù ci dice per ben tre volte “Non abbiate paura”. A cosa si riferisce? Di solito abbiamo paura di perdere qualcosa o di soffrire e queste due sensazioni sono molto collegate tra di loro. Allora chiediamoci: A cosa siamo attaccati, che abbiamo paura di perdere?
Fissare tutta la nostra attenzione sulle cose materiali è da stolti perché sappiamo che sono per natura loro, deperibili, quindi siamo comunque destinati a perderle nonostante tutti i nostri sforzi. Noi cerchiamo la felicità e la soddisfazione, anche in questo siamo stolti perché diamo più importanza all'emozione di un momento che a un progetto che ci possa garantire qualcosa di duraturo che possa dare un vero senso alla nostra vita. Questa è la tendenza dei tossicodipendenti per i quali per un momento di eccitazione sono disposti a rovinare tutta la vita e costruire lentamente una morte sicura. La mancanza di capacità di progettare il futuro e di cercare la stabilità è tipica delle persone deboli e limitate, e questo crea in loro un eccesso di paura.
Ad alimentare questa paura, infine è la mancanza di fede e di speranza, la vera debolezza dell'uomo di oggi.
Ma perché rimaniamo invischiati in questa situazione? La dipendenza dalle cose materiali copre un vuoto interiore, la mancanza di un obiettivo o di un ideale, la mancanza di senso o significato. Per cosa sono qui? Qual è il senso della mia vita? Chi sono io veramente?
Gesù aveva scelto dodici apostoli, non i più coraggiosi, né i più forti, né i più preparati. Sapeva che di fronte alle prove essi rischiano di crollare. A loro lui ripete per tre volte: “Non abbiate paura”.
Domenica scorsa abbiamo sentito che li aveva scelti per poterli mandare nei villaggi vicini ad annunciare che “Il Regno dei Cieli è vicino”. Il regno dei cieli è a portata di mano perche è la presenza di Gesù tra di noi. Se ci sforziamo di accoglierlo e di accogliere il suo modo di vivere e di pensare, allora non abbiamo più nulla da temere. Gesù è l’unica cosa per cui vale la pena di impegnare tutta la vita, e Lui è a portata di mano.
Il brano, però, è rivolto anche a ciascuno di noi, perché oggi, più che duemila anni fa, il mondo ha bisogno di testimoni dei valori del Vangelo. Noi tutti che ci dichiariamo “seguaci di Cristo”, dobbiamo prendere sul serio la sua proposta e farla vedere al mondo, ma, se accettiamo, dobbiamo mettere in conto che spesso saremo assaliti da sentimenti di paura derivanti dal fatto che il mondo la pensa in un modo molto diverso e sarà difficile, se non impossibile, praticare con serietà e continuità gli insegnamenti di Gesù. Anche Gesù ha avuto paura, ma se siamo discepoli di Cristo, non dobbiamo lasciarci dominare da essa, altrimenti saremo persone buone, praticheremo qualche opera pia, pregheremo, ma non ci lasceremo coinvolgere pienamente nella sua proposta di diventare costruttori del mondo nuovo e non vi porteremo alcun contributo significativo.
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma piuttosto di chi ha il potere di uccidere l’anima. Noi siamo alla ricerca del vero significato della vita, essa è la vita nuova che Gesù è venuto a portare, quella eterna, che ci inserisce nella vita di Dio. Essa è l’unica essenziale e che non perisce. Il diavolo e chi lavora con lui nel mondo vecchio, non ha accesso a questa vita. Essi lavorano solo alle apparenze, all’esteriorità, che è attraente, ma non dura. Naturalmente essi combatteranno per mantenere il loro potere e il loro posto quindi le persecuzioni e le avversità che gli apostoli, e tutti i cristiani convinti, devono subire, derivano da qui. Si parla dei martiri di oggi, che sono molti, anche se la maggior parte sono nascosti. Pensiamo a tanti casi di persone che hanno perso il loro posto, il lavoro, anche la vita, perché non si sono piegati alla corruzione, agli imbrogli. Spesso c’è anche l’incomprensione dei famigliari. Quindi Gesù dice: quando ti perseguitano, ricordati che, come abbiamo detto sopra, la vera serenità e la pace vengono da dentro, dalla convinzione di star vivendo la vera vita, quella di Dio. Questa è la vita che rimane, la sola importante.