"Andate in pace": dove? Come?
È possibile la pace oggi?
Oggi celebriamo una triplice festa: quella religiosa della Madre di Dio che ripete ciò che abbiamo celebrato 8 giorni fa a Natale. Di questo abbiamo già parlato e potete tornare a leggere il blog che vi ho inviato o altri blog degli anni precedenti.
Poi c'è la festa civile di Capodanno; a questo riguardo basta citare il famoso proverbio: anno nuovo vita nuova. Mi auguro che il prossimo sia davvero un anno nuovo, migliore in tutti i sensi.
Infine c'è la celebrazione sociale della giornata mondiale della pace. È su questo terzo punto che io voglio fermarmi per la nostra riflessione. Approfitto del messaggio del Santo Padre proprio per questa giornata.
La pace è una cosa sempre più necessaria e sempre più rara nel mondo. Come costruirla? Il Papa ci indica tre vie. La prima è il dialogo tra le generazioni, la seconda è l'educazione, la terza è il lavoro.
Il dialogo tra le generazioni non è una cosa scontata, anzi, in un mondo sempre più globalizzato che diventa anche sempre più individualista, è più facile sfuggire al dialogo che affrontarlo.
Il dialogo non è uno scambiare delle informazioni e neppure scambiare delle parole, ma è un confrontarsi. Il Papa dice: “Il dialogo è possibile solo quando tra le due parti si costruisce un clima di mutua fiducia… abbiamo bisogno di riappropriarci di questa fiducia che in molte persone, oggi, sembra mancare”. Dialogo è avere la capacità di confrontarsi con l'altro, sapendo che quello che l'altro mi dirà potrebbe non piacermi, potrebbe anche ferirmi, ma sapendo anche che senza il suo contributo, la verità non sarà mai raggiunta, ci sarebbe solo la mia opinione: chi può garantire che essa sia la cosa migliore?
Anche nelle famiglie e anche nelle comunità religiose manca il dialogo, anzi molto spesso incontriamo persone che, proprio per fuggire dall' incapacità di dialogare in casa, sono sempre fuori e apparentemente dialogano con centinaia di persone, dicono di avere amici, sostenitori, eccetera, con i quali parlano delle cose più disparate, ma i problemi veri, le cose importanti, non vengono mai affrontate.
Ognuno di noi porta dentro di sé delle ferite dovute al passato e queste ferite spesso ci bloccano nella capacità di parlare con gli altri. Allora diventiamo delle macchinette capaci di affrontare tutti i discorsi possibili e immaginabili, conoscere le informazioni le più minute e impensabili, tutto per sfuggire dalla fonte dei grandi problemi.
Il dialogo è difficile e alle volte addirittura impossibile, quando ci sono differenze di età, di cultura, di formazione, per cui, uno dei fondamenti per poter creare un dialogo sincero è quello dell’educazione, e qui veniamo al secondo punto.
Dobbiamo educare ed educarci; date a tutti la possibilità di accedere a una buona educazione. Questo è il fondamento della Pace. Voi mi direte: chi causa la guerra non sono i poveri ma i ricchi, i potenti, tutte persone che hanno studiato; Chi progetta le bombe, sono gente che ha fatto anni di università. È tutto vero, ma non confondiamo l'educazione con l'istruzione. L’andare a scuola, se non è ben gestita, potrebbe diventare una semplice istruzione piuttosto che un'educazione. Quando voi dite a vostro figlio o a un bambino: “Devi essere educato!”, non gli state dicendo che deve conoscere la matematica, o le scienze, o la storia, ma gli state dicendo che deve comportarsi bene, deve rispettare le persone, deve ascoltarle, trattarle con gentilezza. Anche questa è educazione.
Chiaramente l'educazione nasce prima di tutto in famiglia, ma ha anche bisogno dell'ambiente scolastico. Allora dobbiamo garantire non solo che tutti possano andare a scuola, ma anche che ci siano insegnanti capaci, non solo di istruire, ma anche di passare i grandi valori, quelli che formano le persone mature, oneste, e i valori cristiani. L'educazione deve essere offerta a tutti, ma deve essere offerta nel modo giusto.
Il terzo punto che il Papa tocca è quello del lavoro, cioè la necessità di offrire a tutti la possibilità di un lavoro con cui essi possano sentirsi realizzati e al tempo stesso possano sentire di poter provvedere il necessario a tutti i loro cari.
Quando una persona si trova nella disperazione, perché in casa non ci sono soldi, o perché non può provvedere il cibo opportuno alla sua famiglia, o perché non può provvedere l'educazione ai propri figli, allora potrebbe cadere facilmente nella tentazione di fare delle scelte sbagliate. Quando invece è incoraggiato e si sente realizzato da una posizione sicura, da un buon salario, si lascerà facilmente guidare dai sentimenti di onestà e di bontà che ciascuno di noi porta dentro di sé.
Noi come cittadini, dobbiamo fare pressione sui nostri politici perché diano priorità alla possibilità che tutti abbiano lavoro. Non è tanto la questione che abbiano dei soldi in più, ma proprio la possibilità di lavorare, cioè di sentire che quei soldi li stanno guadagnando loro con i loro sforzi, perché questo fa crescere il senso di autostima e di dignità di ciascuno e non gli dà l'impressione di assistenzialismo o non lo butta nella sfiducia.
Carissimi, tutti noi abbiamo bisogno di pace, ma la pace non viene da sola, dobbiamo costruirla. Il Papa ci ha indicato tre grandi vie; io voglio sottolineare soprattutto la prima: imparate a dialogare con chi vi sta attorno, cioè imparate ad ascoltare prima di parlare, imparate a capire prima di spiegare, imparate ad accogliere prima di offrire; impara che le soluzioni vere non sono quelle già preparate nella vostra mente e neanche quelle lette nei libri, ma quelle che vengono da un dialogo sincero, costruttivo tra tutti.
Buon anno nuovo! e sarà buono e nuovo solo se ci incammineremo in questa direzione.