La fine o la nascita del mondo?
La Distruzione del tempio e la fine del mondo Lc 21,5-19
Questo che abbiamo appena
letto è un brano complicato perché usa un linguaggio tipico del tempo di Gesù
chiamato linguaggio apocalittico, per noi difficile da comprendere. Esso si
sviluppò tra il 200 AC e il 200 DC. Era un linguaggio usato per presentare una
visione del mondo e della storia. Il suo nome viene dal libro dell’Apocalisse
che inizia proprio con questo termine. Era un linguaggio molto diffuso al tempo
di Gesù. Giovanni il Battista lo usava, anche Paolo. Oggi apocalittico è sinonimo di catastrofico,
ma se pensiamo così, allora non si comprende il vero senso di quel che Gesù
dice perché nel tempo è cambiato molto. La parola “apocalisse” vuol
semplicemente dire: “togliere il velo”, svelare. Quando esso parla di “fine del
mondo” e “distruzione” non vuol parlare della fine del cosmo ma di “fine”
inteso come scopo, ragione di essere del mondo cioè: Che senso ha questo
mondo? Che senso hanno gli eventi
quotidiani? Il modo grafico di descrivere gli avvenimenti era usato per
attrarre l’attenzione e mostrare l’importanza di quello che stava per accadere.
Parlando dell’arrivo di un personaggio importante era normale dire che persino
i monti si spaventino, il sole e la luna perdano la loro luminosità e tutte le
genti si sommettano a lui. Matteo, nel
descrivere il venerdì santo e la mattina di Pasqua, parla di terremoto e di
cielo che si oscura. È la fine del mondo antico e la nascita del mondo nuovo.
Ci stiamo avvicinando al
termine dell’anno e come avvenne a Gesù alla vista di Gerusalemme la liturgia
ci invita ad una riflessione sulla fine di tutto. Il viaggio di Gesù, nel
vangelo di Luca, è durato 10 capitoli e durante questi l’evangelista ci ha
guidati a verificare come viviamo gli aspetti principali degli insegnamenti di
Gesù: il discepolato, l’immagine di Dio, l’amore al prossimo, il senso della
vita, la salvezza. Ora Gesù è arrivato, si trova sul Monte degli Ulivi e da lì
con alcuni discepoli ammira la spianata del Tempio. Dove sono le folle alle
quali aveva parlato e mostrato i suoi miracoli? La sua proposta di vita era
troppa impegnativa e lo hanno lasciato, sono rimasti solo pochi discepoli. Si
sta avvicinando la Pasqua e questa è l’ultima Pasqua per lui. Lui sa che ormai
i capi hanno deciso di toglierlo di mezzo. È stata forse un fallimento, la sua
missione?
I discepoli, consci
dell’umore pensieroso del maestro, vogliono distoglierlo dai suoi pensieri
mettendosi a commentare la grandiosità e la bellezza del Tempio, ammirarne la
ricchezza, lo sfarzo, la maestà. Era una costruzione enorme, con fattezze
perfette. Il santuario interno era stato costruito da Erode il Grande nel 17 AC.
Ci avevano lavorato migliaia di operai ed era stato finito in un anno e mezzo.
La decorazioni, invece, avevano richiesto 8 anni.
I pellegrini si
soffermavano ad ammirare la bellezza delle cose, gli ori. Gesù dice: “Verranno giorni in cui di tutto questo non
rimarrà pietra su pietra”. Questa per gli Ebrei era una bestemmia. Se Dio è
presente nel tempio allora non sarà mai distrutto, quindi Gesù è un eretico. Allora
gli chiedono: “Quando accadrà questo?” Gesù la data non la sa, è uomo, non vede
il futuro, ma prevede che andrà a finire così. Se loro non cambiano modo di
pensare e agire, di sicuro finirà così. Difatti nel 70 DC i Romani arrivano e
distruggono tutto. Quando Luca scrive, questi fatti sono già accaduti. Nel nostro testo si parla di guerre,
distruzioni e sofferenze. Non sono le sofferenze della fine di tutto ma la
fatica della fine “di un mondo” che deve far spazio alla nascita, allo
schiudersi di un mondo nuovo. Quel che Gesù vuol dire è di smettere di
rincorrere profezie o curiosità banali e temporali, ma di concentrarsi su cosa
dobbiamo fare per essere pronti, adesso, non in futuro! Il mondo nuovo viene
per noi ma dobbiamo saperlo accogliere.
Allora ecco delle
raccomandazioni:
1) “State attenti, non lasciatevi imbrogliare”. Ci sono molti che faranno
di tutto per attirarvi a sé con le loro teorie. Pensate a quante ideologie sono
sorte lungo i secoli. Anche oggi tanti si presentano come “salvatori” che possono
introdurre un nuovo modo di vivere, ma poi portano avanti teorie
disumanizzanti. Tutti aspettano che questo mondo cambi e quindi molti ne
approfittano presentandosi come nuovi Messia, ma lo fanno solo per interesse
personale. Pensiamo ai progressi apportati dalla scienza e dalla tecnica che, a
servizio dell’uomo sono cose meravigliose, ma spesso diventano idoli,
pretendono di decidere il bene o il male, essere loro i criteri per servire o
distrugge l’uomo. Troppi oggi seguono la novità dell’ultima moda, del “fanno
tutti così”, senza pensare al valore vero delle cose. È agli occhi di tutti che
i nostri costumi, il nostro modo di vedere le cose, la famiglia, la sessualità,
la politica, eccetera è influenzato dai Mass media piuttosto che da un’analisi
del vero bene e male. Ma tutte queste teorie sono umanizzanti? Gesù dice: “Non
lasciatevi incantare da queste proposte perché vi condurranno alla rovina”.
2) Quando sentite parlare
di guerre e distruzioni non vi terrorizzate.
Abbiamo già spiegato lo stile del linguaggio. Gesù voleva solo dire: “Leggete tutti gli avvenimenti della terra
come il dolore di un parto: sta nascendo un mondo nuovo”. La ragione per
cui Gesù esorta i discepoli a non spaventarsi di fronte ai grandi del mondo è
perché anch’essi prima o poi crolleranno, ma il mondo vero, quello di Dio che
sta sorgendo, è eterno. Quindi quando vedete della negatività nella storia che
state vivendo non spaventatevi non sono per il vostro male ma solo per dirvi
che sta sorgendo qualcosa di nuovo.
3) Ma di fronte a questi
cambiamenti, i vecchi potenti, cioè chi sta per perdere il potere, accetteranno
la situazione o cercheranno di reagire? “Prima
che tutto questo si verifichi, metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno”. Il messaggio che Gesù annunciava metteva in crisi 3
poteri: il potere religioso, quello dei Sadducei che ora deve essere sostituito
dalla fede e dalla proposta di amore di Gesù; Il potere politico, cioè il modo
di esercitare “l’autorità” che nella nuova visione diventa “servizio”; e anche il
potere famigliare perché la struttura antica aveva famiglie chiuse su se stesse,
che volevano tenersi stretto quello che hanno per sussistere. Gesù butta
all’aria tutto questo perché apre gli orizzonti della religione a genti nuove.
Il suo messaggio non può restare nei confini esigui della società ebraica, si
apre al mondo intero.
Gesù chiede ai suoi
discepoli di non adeguarsi allo stile del mondo ma di testimoniare la nuova
dottrina. Oggi chi grida di più, vince, fa audience. L’essenziale per il
discepolo, invece, non è spuntarla, dimostrare di avere ragione, ma di
testimoniare. I Cristiani devono mostrare con la loro vita che l’immagine di
uomo proposta dalla cultura di oggi è perdente, non paga. Però coloro che aderiscono
al mondo nuovo devono mettere in conto che la pagheranno perché i fautori del
mondo vecchio faranno di tutto per zittirli, per bloccare l’avanzare del mondo
nuovo. Pensiamo alle tante forme di persecuzione, non solo fisica ma anche
psicologica e morale che tante volte noi stessi subiamo quando siamo fedeli.
4) Poi dice ancora: “Non preparate la vostra difesa”. Fede è
innamorarsi, è imparare a vedere il mondo come lo vede colui che amiamo; vuol
dire sintonizzarsi sui sentimenti di Gesù. Il mondo troverà tutti i modi,
argomenti, per eliminare la luce nuova che voi portate. Non difendetevi, non è
la vostra intelligenza che deve rispondere, le parole vi verranno da Gesù
stesso cioè dall’essere sintonizzati sullo stile di Gesù. Non preparate la
difesa perché se no rischiereste di prepararla secondo i criteri umani. Ora
siete figli di un mondo nuovo e da lì verrà il vostro modo di difendervi. Voi
non combattete per sottometterli ma volete solo amarli. Siete agnelli, non dovete
travestirvi da lupi.
“Addirittura parenti e amici non vi capiranno e vi emargineranno”, e
questo è doloroso e accade spesso; “siate
perseveranti perché nulla della vostra vera persona sarà perduto”. Dare
testimonianza non vuol dire che la spunterete, ma che dovete testimoniare che voi
siete persone nuove, belle, devono capire che il vero mondo che sta per nascere
è quello veramente umano.
Quindi, ricapitolando, due
idee: la nostra religione è una religione di gioia, ottimista, non pessimista o
catastrofista, nonostante ci siano difficoltà e persecuzioni, ma ha bisogno
della nostra testimonianza e della nostra fedeltà. Don Orione diceva: “L’ultimo a vincere è Cristo, e Cristo vince
in croce”.