Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Un Messia difficile da riconoscere

Come ai tempi di Noè. Mt 24, 37-44 Per capire bene il vangelo di oggi   bisogna inquadrarlo all’interno dell’intero   capitolo 24 del vangelo di Matteo. Siamo ormai a Gerusalemme, durante la settimana santa. Gesù si rende conto che i suoi connazionali si stanno preparando a celebrare la Pasqua, ma hanno ridotto questa festa, che era la più importante dell’anno, a pura esteriorità. Hanno perso il vero senso spirituale del celebrare la liberazione dalla schiavitù e l’Alleanza tra Dio e il popolo sul monte Sinai. Ormai, questa alleanza ha bisogno di essere riscritta e l’unico modo di farlo è attraverso la sua morte in croce. Allora mentre esce pensieroso dal Tempio, i suoi discepoli lo invitano a notare la magnificenza dell’edificio e delle sue decorazioni, e lui risponde con una profezia: vedete questo? Non resterà pietra su pietra. Abbiamo letto questo passaggio due domeniche fa nella versione di Luca. Per gli Ebrei il tempio era ritenuto incrollabile perché ci abita il...

Un re strano e scomodo

Un regno strano e scomodo   Lc 23,35-43 Oggi la liturgia ci invita a riflettere sulla regalità di Cristo. Cosa vuol dire essere re? Gesù ha parlato per ben 90 volte di regno di Dio e per lui è chiaro cosa vuol dire essere re, ma per noi cosa è un regno? Lungo la storia si sono susseguiti tanti regni e imperi, tutti hanno avuto il loro momento di gloria, ma poi si sono sgretolati lasciando un’eredità di guerre e rovine. Tutti i grandi sono passati e poi scomparsi. Ma non c’è nessuno che rimane? Per noi è importante avere questa risposta perché tutti vogliamo che qualcosa di noi rimanga, vogliamo investire la nostra vita in qualcosa per cui ne valga la pena. Gesù è venuto a inaugurare un suo regno, lui ci ha promesso che questo regno dura per tutta l’eternità: è possibile? Cosa lo rende diverso dagli altri? Spesso noi ci siamo equivocati e abbiamo pensato al regno di Dio con i parametri di questo mondo, infatti troppo spesso nella storia, e anche oggi, coloro che sono ch...

La fine o la nascita del mondo?

La Distruzione del tempio e la fine del mondo Lc 21,5-19 Questo che abbiamo appena letto è un brano complicato perché usa un linguaggio tipico del tempo di Gesù chiamato linguaggio apocalittico, per noi difficile da comprendere. Esso si sviluppò tra il 200 AC e il 200 DC. Era un linguaggio usato per presentare una visione del mondo e della storia. Il suo nome viene dal libro dell’Apocalisse che inizia proprio con questo termine. Era un linguaggio molto diffuso al tempo di Gesù. Giovanni il Battista lo usava, anche Paolo.   Oggi apocalittico è sinonimo di catastrofico, ma se pensiamo così, allora non si comprende il vero senso di quel che Gesù dice perché nel tempo è cambiato molto. La parola “apocalisse” vuol semplicemente dire: “togliere il velo”, svelare. Quando esso parla di “fine del mondo” e “distruzione” non vuol parlare della fine del cosmo ma di “fine” inteso come scopo, ragione di essere del mondo cioè: Che senso ha questo mondo?   Che senso hanno gli eventi ...

Tempio o mercato?

Gesù scaccia I mercanti del tempio. (Gv. 2,13-16) Siamo vicini a Pasqua, nel tempio circa 100.000 pellegrini e quasi 20.000 sacrifici. Quel che Gesù fa è impensabile. Il tempio aveva bisogno di tutte quelle strutture. I profeti tra cui Malachia avevano detto che il Messia purificherà il tempio e il suo culto. La domanda allora vorrebbe chiedere a Gesù: ti ritieni forse il Messia? La risposta di Gesù appare assurda a loro: lo ricostruirò in 3 giorni, ma è proprio una dichiarazione messianica : Gesù è Messia quando muore e risorge. La purificazione del tempio allora assume un altro duplice significato : a) Non trasformare il tempio in mercato : come viviamo i rapporti , basati su gratuità o interesse? Prima di tutto rapporto con Dio che spesso vogliamo comprare con le nostre preghiere o pratiche. Poi i rapporti con gli altri, tutti indirizzati alla soddisfazione personale . b) Non trasformare il mercato in tempio . Attaccamento all’uso del denaro o di qualsiasi cos...

Com'è la vita eterna?

La moglie dei 7 fratelli e la risurrezione dei morti. Lc 20,27-38 L’enigma della morte è angosciante. Che risposta dare? L’uomo in sé non si rassegna alla vita che finisce, lui vuole trattenerla. Nella vita abbiamo tanti sogni, speranze, tante realizzazioni, ma poi tutto sembra interrompersi a causa della morte. La scienza e la tecnologia sono riuscite ad aumentare di molto la durata della vita e allora qualcuno si illude che si arriverà anche all’immortalità, ma sappiamo bene che questo non accadrà mai. L’uomo è l’unico degli animali che sa che la sua vita ha un inizio e una fine. Che senso ha continuare a far nascere delle persone per poi consegnarle irrimediabilmente alla morte? E che senso ha un Dio che crea l’uomo per la vita ma poi lo condanna alla morte? Questi sono interrogativi che hanno afflitto le persone di tutti i tempi e a cui le varie culture hanno dato risposte in modi diversi. Cosa pensavano gli Ebrei? Durante tutta l’epoca dell’Antico testamento la credenz...