Come comportarsi di fronte a un peccatore? come Gesù.
Festa
del Sacro Cuore di Gesù. (Lc.
15,3-10)
Oggi
celebriamo il Sacro Cuore di Gesù festa
ci vuole presentare l’infinito amore di
Dio per gli uomini. Nel Vangelo abbiamo
sentito una parabola che Gesù racconta
come prima parte della sua disputa
con i Farisei circa il modo di comportarsi verso i peccatori. Il
discorso di Gesù presenta 3 parabole unite fra loro dove ognuna
rafforza e completa le altre due: quella della moneta perduta e
quella del padre buono. Prima di tutto chi sono questi pubblicani e
peccatori oggetto della disputa
e perché essi si
avvicinavano a Gesù? Nella
sua predicazione Gesù
presenta uno stile
di vita nuova basata sull’amore, il servizio, l’uso delle cose
materiale per condividerle con tutti, per il bene di tutti. Ebbene
queste persone, i pubblicani, sono coloro che finora hanno vissuto
nel modo opposto, hanno fatto come
scopo della loro vita, l’accumulare i
beni materiali senza scrupoli, ricercare
successo, agio, eccetera, credendo di trovare lì la libertà e la
felicità, ma si rendono conto che, nonostante tutto quello che hanno
accumulato, non sono felici, non si sentono soddisfatti e neppure
liberi. Allora vanno da Gesù e vogliono vedere se lui può dare una
risposta a quell’inquietudine che hanno dentro, al vuoto
esistenziale e al dolore che sentono perché hanno investito tutta la
loro vita per costruirsi dei castelli che si sono trasformati in
carceri.
Cosa
dicono i Farisei? Essi seguono la cultura del tempo.
Per comprendere la loro posizione basterebbe leggere il salmo 139
(140) dove si raccomanda di stare lontani dai malvagi, tagliare ogni
possibile rapporto con loro e si invoca addirittura che Dio li
annienti dalla terra. Ecco come pensano i Farisei e forse spesso
anche noi siamo come loro.
Quante volte vorremmo che Dio annientasse tutti i malvagi, li facesse
morire o patire e desse la felicità a noi giusti. Quindi questi
Farisei sono uomini retti, obbedienti alla legge; non possono
accettare l’atteggiamento di Gesù e lo criticano apertamente. Cosa
li disturba? “Costui ha l’abitudine di accogliere i peccatori, di
andare a casa loro
e fa festa con loro”. Non è lo sbaglio di una volta, è proprio un
modo di fare che si ripete con naturalezza in lui.
L’immagine
di Dio che hanno i Farisei è quella del Dio giustiziere, come ancora
molti cristiani hanno. Ma il Dio di Gesù non è questo. Il Dio di
Gesù è un Dio che ama, che si accosta all’uomo, non punisce. Lui
vuole solo la gioia dei suoi figli e ogni scelta che fa è solo per
dare loro questa gioia.
C’è
una seconda cosa che disturba i Farisei. Dicono che Gesù è uno che
si gode la vita con i peccatori invece di seguire le leggi. Hanno
quindi l’immagine che il peccato fa godere mentre la legge è
sacrificio. Allora forse dentro di loro c’è un po’ di invidia,
anche loro vorrebbero godersela ma non ne hanno il coraggio. Gesù
invece sa che chi è nel peccato è
infelice e la felicità si trova solo imboccando la retta via, quella
che conduce a Dio. Dio non può accettare l’infelicità dell’uomo
quindi si accosta a lui per rimetterlo sulla retta via. Infatti come
abbiamo detto all’inizio i peccatori si accostano a Gesù proprio
per cercare una risposta alla loro infelicità interiore. Il suo
atteggiamento è quello dell’accoglienza perché
sa che solo accogliendoli può indirizzarli verso la vera vita.
Dio
è buono: lui lascia le 99 pecore nell’ovile e va a cercare quella
che si è persa, non perché sia
la più debole che
si è fatta male o la più stupida che
ha sbagliato strada, ma la più ribelle che vuol fare da sé e
scoprire il mondo intero. Ora che si trova là sola sulla montagna
esposta al pericolo dei lupi ha bisogno che il pastore vada a
riscattarla, e Gesù lo fa ponendosela sulle sue spalle in modo che
il cuore di lei sia vicino alle sue orecchie e lei senta tutta la sua
protezione e premura. La festa di oggi è la festa della misericordia
di un Dio che non è altro che amore e perdono, impegno di riscattare
tutti anche e soprattutto chi non se lo merita.
A
noi il duplice impegno da una parte di lasciarci amare e perdonare e
mai dubitare di questo amore, e dall’altra di sentire la sua stessa
ansia che tutti siano salvi e possano sperimentare l’amore di Dio,
magari attraverso il nostro perdono e la nostra premura.
Buona
festa.