Amare chi? amare come? e se poi costa?
XIII
Domenica anno A. Mt. 10, 37-42
Stasera
c’è un vangelo complesso e provocatore..
Per
comprenderlo dividiamolo in 4 parti che indicano le richieste di Gesù:
1) Amare
Dio più di ogni altra relazione umana;
2) Rinunciare
alle soddisfazioni personali e abbracciare la croce come unico modo per essere
contenti;
3) Presentarsi
davanti al mondo come profeti e giusti;
4) La
carità spicciola nelle piccole cose come via di salvezza.
Per comprendere questi punti, che alle
volte sembrano essere contraddittori, bisogna inquadrare il discorso di Gesù. Il
capitolo 10 di Matteo riporta il così detto discorso missionario, cioè Gesù sta
mandando i suoi discepoli ad annunciare la venuta del Regno di Dio. Questi
discepoli, nell’andare troveranno opposizione, creeranno divisioni, alle volte
saranno accolti e alle volte, rigettati. Questo discorso, valido al tempo di
Gesù, prende un valore ancora più grande al tempo in cui Matteo scrive queste
parole, cioè il tempo della prima persecuzione cristiana, il tempo in cui
veramente le famiglie si spezzavano perché qualcuno aveva abbracciato il
cristianesimo e altri, per paura dei romani li rinnegavano o li cacciavano via
di casa. Il momento delle persecuzioni mise alla dura prova la fede dei
Cristiani che spesso dovettero chiedere a se stessi: “Chi è più importante, i
miei genitori, la mia vita o Dio”? E molti per aver scelto Dio persero famiglia
e anche la vita. Ma la loro testimonianza è rimasta nei secoli e ha portato
frutti perché rimanendo fedeli, hanno fatto vedere di essere dei giusti, cioè
aver scelto il giusto e non il comodo, e di essere dei profeti cioè aver avuto
il coraggio di testimoniare quello che il mondo non vuole sentire.
Questo tempo assomiglia molto al nostro,
dove diventa sempre più difficile essere cristiani veri anche se chi si oppone
a noi non sono più i soldati dell’impero romano ma il consumismo,
l’indifferenza, la politica, lo stile di vita delle persone attorno a noi, e
spesso anche dentro di noi, la nostra pigrizia, la voglia di comodità, di
quieto vivere, la voglia di essere apprezzati, accettati dalla gente, ecc. È
difficile fare le scelte giuste, e soprattutto è difficile testimoniarle.
Eppure questi sono i suggerimenti che il Signore ci dà se accettiamo di essere
buoni cristiani.
Rivediamo i 4 punti:
1) Amare Dio
più di ogni relazione umana. Spesso noi nell’impostare le relazioni ci lasciamo
guidare dalle nostre emozioni, dal nostro carattere. È vero dire: “chi conosce
le esigenze di un figlio più dei suoi genitori?” e senza dubbio noi per i
nostri figli o per i nostri genitori vogliamo certamente il meglio. Gesù non ci
dice di non amarli, anzi è addirittura scritto nei comandamenti. Però bisogna
saper andare aldilà del sentimentalismo, saper amare come il Signore vuole e
questo, spesso ci porta a tenere posizioni o a fare scelte o discorsi che
l’altro non accetterà. Si tratterà di farlo con amore, comprensione, pazienza,
ma senza dimenticare che alla fine è Dio che farà il bene di questi nostri
cari, non noi.
2) Le
soddisfazioni personali e la croce. Questo è forse il punto più rifiutato dalla
mentalità moderna che predica solo agio, conforto, godersela, apparire, vita
facile, ricchezza, successo, ecc. Tutti questi sono incompatibili con la
testimonianza cristiana perché la carità richiede sacrificio, rinuncia del
proprio tempo per dedicarlo all’altro, rinuncia delle proprie idee par
ascoltare l’altro, rinuncia ai compromessi come la corruzione e il clientelismo
che mi fanno fare carriera a scapito di altri, eccetera. E noi come viviamo?
Che scelte facciamo? Quanto siamo disposti a soffrire, a quanto possiamo
rinunciare per rimanere onesti, per rimanere vicini ai bisognosi?
3) Quindi
dobbiamo avere il coraggio di fare le scelte giuste e di testimoniarlo agli
altri pur sapendo che la pensano diversamente. Però c’è anche l’altro aspetto:
noi guardiamo a persone che stimiamo, noi seguiamo persone che ci attraggono,
che tipo di persone frequentiamo? E con quale scopo? Che tipo di insegnamenti
seguiamo? Che predicatori sono quelli su cui basiamo le nostre scelte
politiche, economiche, sociali?
4) Alla
fine di tutto uno potrebbe scoraggiarsi e dire: “è troppo difficile essere cristiani veri, non fa per me”. Il
Signore ci dice: non perderti nelle cose grosse, comincia a vivere con la
carità spicciola, inizia a testimoniare il vangelo dalle piccole cose, dal
bicchiere d’acqua. Sembra di sentire Papa Francesco e tutti i suoi discorsi
sulla misericordia, sulla vita di famiglia o di comunità, sul non fermarsi a
pensare e fare progetti ma all’andare, ad agire, a partire dal poco, dal
piccolo.
È tutto qui, fratelli. Vedete il vangelo
di oggi non era poi così complicato e neppure così contraddittorio. Allora
sforziamoci di metterlo in pratica durante questa settimana e chissà cosa altro
ci dirà domenica prossima.
Buona settimana.