Discorso della montagna per essere come Dio
Discorso della montagna
Sono alcune settimane che non ci sentiamo perché sono stato in giro per l’Africa. Ci siamo persi quindi alcune riflessioni interessanti su una parte centrale del vangelo di Matteo, il discorso della montagna. Per fortuna il vangelo di oggi ci dà la possibilità di recuperarne almeno un pezzo.
Tutti conoscete bene il discorso che è iniziato tre domeniche fa con le beatitudini: Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti ecc. e l’ultima, la più forte e diretta: beati voi quando vi insulteranno ecc.
Sembrano frasi forti dette da un Salvatore cioè uno che dice ai deboli: non preoccupatevi perché ora ci sono qua io e i problemi sono finiti. Ma, se facciamo attenzione, le frasi di Gesù non danno le risposte che noi vorremmo ai problemi dell’umanità. Quando ha detto “beati i poveri”, non ha aggiunto “perché diventeranno ricchi” ma ha detto “perché loro è il regno dei cieli”. Quando ha detto “beati gli operatori di pace” non ha aggiunto “perché le guerre finiranno” ma “perché saranno chiamati Figlio di Dio”, e specialmente quando ha detto “beati voi quando vi perseguiteranno” non ha aggiunto “perché avrete la vendetta e i vostri nemici spariranno”. Le soluzioni che Gesù ci sta proponendo non hanno niente a che vedere col pensiero umano, con la giustizia umana ma richiedono un cambio radicale di pensiero, mettendo Dio al centro di tutto.
Così, nel vangelo della domenica dopo Gesù poteva dire a costoro (i perseguitati non difesi umanamente ma che cercano in Dio il senso del loro dolore) “voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Il senso della vita in questo mondo, tra noi umani, viene da questo cambio di mentalità non dalla ricerca di vie umane per ottenere soluzioni umane.
Domenica scorsa e oggi il vangelo continua ancora su questa linea. C’era la vecchia legge, quella data da Mosè nell’Antico Testamento. Una buona legge, senza dubbio la migliore di tutta l’antichità. Eppure essa era ancora sufficiente perché troppo legata alla giustizia umana. Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente, ma io vi dico ..” Il senso di tale legge era che se uno ti cava un occhio, tu rispondi in maniera adeguata, non esagerata quindi anche tu cavagliene uno non due, e se ti rompe un dente tu non ucciderlo o picchiarlo, limitati a rompergli un dente. Bene, molto meglio della mentalità violenta del tempo che purtroppo è ancora tanto presente oggi, ma per Gesù questo è insufficiente. Questo ci fa essere brave persone ma noi non siamo chiamati semplicemente ad essere brave persone ma ad essere “Figli di Dio”, a vivere la vita stessa di Dio. Tutte le soluzioni umane, per quanto buone e perfette, sono piccole, insufficienti, instabili. Si risolve un problema da una parte e ne sorgono altri due da altre parti perché non si va al cuore vero della questione. Noi siamo stati creati per essere simili a Dio, per condividerne la natura; tutto quello che facciamo al di sotto di questo livello ci abbassa, rovina la nostra felicità interiore e non soddisferà mai l’esigenza vera del nostro essere. Quando poi noi non siamo soddisfatti altri problemi risorgono.
Tutti noi siamo convinti che il perdono è importante, che l’amore è la cosa più bella, che la solidarietà ci riempie di gioia, ma poi nella vita normale continuiamo ad odiare, a cercare vendetta, a ricercare falsa giustizia ed egoismo.
La mia predica oggi sembrerà troppo forte, forse fondamentalista, ma il vangelo è forte oggi e ci vuole provocare non tanto nel fare quanto nel cambiare veramente il modo di pensare.
Essere Cristiani non vuol dire essere persone che credono che Dio esiste e può far finire le guerre o può ottenere guarigioni. Questo lo fanno tutti i credenti di tutte le religioni. Essere Cristiani vuol dire credere che da ora dobbiamo sforzarci di vivere cone Cristo ha vissuto e di pensare come lui ha pensato e credere che troveremo la felicità solo quando metteremo veramente Dio al centro di tutto, ripeto, tutto ciò che facciamo.
È impossibile? Io dico che è possibile se ci affidiamo a Lui e allo Spirito Santo, altrimenti non ce lo avrebbe chiesto.