Obedience 9: Some passages by Don Orione

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From the writings of Don Orione
Obedience

Religious obedience is holy, as it has God as its foundation: its granite base is faith in Divine Providence: obedience sees and follows God. It consists in a habitual disposition to submit to the orders of one's superiors, the legitimate representatives of God, and interpreters of His will. And, so that it can be called a virtue, it must be intelligent and free: and, so that it can have merit, it is necessary for the will to carry it out as a sacred duty. The obedient religious sees in his Superior the person of Christ Himself: for him the voice of the Superior is the voice of Christ, the will of the Superior is the will of God.

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Religious life is only possible through faithful and fully obedient practice; this is why it is a fundamental virtue. We cannot give to God anything that is greater than our will, because, says St. Thomas, it is through that that we use and enjoy everything that is good. And, as all sin is born of the abuse of one's will, so also the good use of it is the origin of all acts of virtue. Obedience to one's Superior puts a brake on our will, and keeps us from abusing our freedom.

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We will obey, then, not grudgingly, nor in servile fear, but joyfully and in the Lord*, and with a generous and magnanimous heart, since God loves the cheerful giver: "everything for love and nothing by force," as St. Francis de Sales wisely said.

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And how should we obey? St. Catherine of Siena would have every religious place "the obedience of Christ Crucified" before him. "He, through obedience to the Father and for our salvation, hastened to an ignominious death on the cross." St. Francis de Sales wrote: "You must desire only what God wants. Do whatever the person in charge of you says, as long as you find no sin in it: to want what the Superior wants is to want what God wants. Herein lie true obedience and contentment, peace of mind and perfection."
(6 January 1935 Letters II page 96 ff.)


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