Chi è veramente felice?

La felicità di vivere con Gesù (Lc 6,20-26)

 Chi non vuole essere felice? La felicità è una tendenza naturale per tutti noi. Espressioni come "Beato te!" sono comuni in tutte le culture.

Anche la Bibbia parla spesso di felicità, soprattutto nei Salmi, con indicazioni su come raggiungerla. Ma da cosa dipende questa felicità? E cos'è davvero?

Conosciamo le beatitudini del Vangelo di Matteo: numerose, varie e teologicamente profonde. Sono l'introduzione al discorso della montagna, la visione di Gesù sulla vita. Luca invece, presenta un’altra prospettiva, legata alle tematiche sociali. Gesù, nel capitolo 4 del Vangelo di Luca, durante la sua visita a Nazareth aveva detto che era venuto per  ai poveri, i prigionieri, i ciechi, offrendo loro speranza.

Ora Gesù ha cominciato ad incontrare le folle e ad affrontare situazioni concrete di povertà. La "buona novella" che aveva promesso di proclamare è per loro: "Beati voi". Egli parla spesso del Regno dei cieli, riferendosi alla sua presenza tra noi. Il Regno di Dio non è solo nel cielo, è già presente sulla terra. Se tutti seguissero l’esempio e gli insegnamenti di Gesù. fame e sete scomparirebbero, poiché le risorse sarebbero distribuite equamente.

La prima beatitudine, "Beati voi poveri", è fondamentale. Non significa che tutti i poveri sono beati, ma che chi abbraccia o cerca la povertà materiale per seguire Gesù, troverà la vera felicità. Gli apostoli, per esempio, hanno lasciato le loro case e hanno scelto di rimanere con Gesù. )vi ricordate il vangelo di  domenica scorsa in cui Pietro lascia sulla spiaggia le reti piene della pesca miracolosa per seguire Gesù. Facendo così hanno visto la loro vita trasformata, hanno finalmente trovato in senso nel loro essere.

Gesù ci invita a riflettere sul nostro rapporto con le cose materiali. Non ci chiede di abbandonare tutto, ma di cambiare il nostro atteggiamento verso le ricchezze. I beni non sono nostri, ma di Dio, e devono essere condivisi per il bene comune. La vera ricchezza è l'amore.

Le prime tre beatitudini sono accompagnate dalla parola “ora”, indicando che la felicità è concrete e immediata. La quarta beatitudine, "Beati voi quando sarete perseguitati...", invece, non ha la parola “ora”, ma è una proiezione futura. I cristiani,  se sono coerenti con quello che credono, destabilizzano la società egoistica e per questo sono perseguitati, come i profeti e Gesù stesso. La persecuzione, può non esserci al momento presente, ma è comunque il destino dei giusti.

Purtroppo ci sono persone che si oppongono a tale progetto d’amore di Dio perché sono chiuse nel loro egoismo e nella loro avidità. Luca li raggruppa con il semplice nome di “ricchi” e a loro si rivolge con un’espressione opposta a quella della beatitudine: “Guai a voi”. Noi ci chiediamo: ma Dio può maledire? Nella bibbia l’espressione “guai a voi” non è una minaccia, ma una constatazione di sofferenza, come se dicesse: “Poveracci, mi dispiace per voi”. La felicità della nostra vita non è generata da quanto abbiamo costruito o guadagnato, ma dalla presenza di Dio in noi, dalle grandi grazie che Lui può operare in noi quando gli facciamo posto. I ricchi non saranno puniti da Dio, che al contrario continuerà ad amarli, ma rimangono chiusi in sé, attaccati alle loro soluzioni e non accettano la sfida dell’amore e della condivisione, allora questo amore non lo possono percepire. Allora la falsa felicità che si sono costruiti con le ricchezze, presto li lascerà a bocca secca e pancia vuota. Loro maledicono se stessi.

In sintesi, le beatitudini riguardano ogni situazione di sofferenza o povertà. Quando abbracciamo queste situazioni e apriamo il nostro cuore alla grazia di Dio, Egli può fare la differenza e portare gioia interiore.

 

 

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