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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Il solo comandamento

  Il comandamento dell’amore   Marco 12, 28-34 Oggi dobbiamo ringraziare uno scriba. Con la sua domanda ha dato a Gesù la possibilità di spiegarci, una volta per tutte, in cosa consiste la vita del cristiano. Marco pone questo episodio all’interno della Settimana Santa. Gesù ha già terminato il suo viaggio, la sua predicazione in Israele ed ora è giunto a Gerusalemme per adempiere quello che varie volte ha annunciato. Quello che Gesù vuole da noi è che cambiamo mentalità e impariamo a riconoscere le cose come le vede Dio e non come le vede il mondo. Dobbiamo passare da una vita basata sul fare per obbedire a delle regole a una vita fatta di amore, umiltà e servizio. Questo Gesù lo metterà in pratica lui sìtesso consegnando la sua vita nelle mani di coloro che lo uccideranno. Durante le varie discussioni tra Gesù e i capi religiosi del tempio, uno scriba probabilmente rimane colpito dal modo di ragionare di Gesù, capisce che da lui può acquisire qualcosa di importante allo...

Tra memoria e speranza

Tra la memoria e la speranza Ieri abbiamo celebrato la festa di tutti i santi, oggi ricordiamo i nostri cari defunti. Entrambe le ricorrenze ci invitano a riflettere sulla vita, sulla morte e sull'eternità. È normale provare tristezza nel ricordare i nostri cari scomparsi. Ma oggi non vogliamo solo piangere la loro assenza, vogliamo celebrare le loro vite e l'eredità che ci hanno lasciato. È importante trasformare la commemorazione dei defunti da un momento di tristezza in un'occasione per celebrare la vita e trarre ispirazione dal loro esempio. Questo è un approccio che può aiutare a superare il dolore e a trovare la forza di andare avanti.   Cosa possiamo imparare dai nostri defunti? Tre sono gli aspetti che ci devono ispirare: Essi sono, prima di tutto un esempio da seguire: Ognuno di noi può trovare nei suoi cari defunti un modello a cui ispirarsi. Ci hanno insegnato tanto. Magari non sono stati le persone migliori, ma di sicuro hanno fatto del...

I santi, nostri amici

  Perché festeggiamo i santi? Ogni anno celebriamo i santi, ma perché? Cosa ci unisce a persone vissute in tempi e culture così lontane da noi? Prendiamo ad esempio il nostro santo patrono. Perché lo veneriamo? Non certo per i suoi miracoli o per le sue imprese straordinarie, ma per i valori che ha incarnato nella sua vita. San Pietro, San Paolo, San Francesco... tutti hanno vissuto in modo esemplare il messaggio di Gesù. La santità non è riservata a pochi eletti, ma è una chiamata che ognuno di noi riceve. Oggi non celebriamo solo dei personaggi storici, ma prendiamo ispirazione da loro per vivere una vita più autentica. Ognuno di noi può trovare nel cuore di un santo una guida e un modello. Forse ci sentiamo più vicini alla carità di Madre Teresa, alla semplicità di San Francesco, alla preghiera di Santa Teresa, o al coraggio di San Lorenzo Ruiz. L'importante è trovare in loro un esempio che ci spinga a migliorare noi stessi. Allora, perché è importante celebrare i sant...

Chi è il vero cieco?

  Bartimeo: Il nostro modello Nelle ultime settimane, Gesù ci ha sfidati a esplorare la vera essenza della vita, concentrandosi sull'importanza della sofferenza, del servizio e della misericordia. Oggi, attraverso l'esempio di Bartimeo, una persona rifiutata dalla società ma elevata da Gesù come modello di fede, Egli ci offre una lezione profonda. Bartimeo, il cui nome significa "figlio di Timeo", non era nemmeno ritenuto degno del proprio nome. Considerato inutile e forse maledetto da Dio, era emarginato da coloro che lo circondavano. La gente gli dava l'elemosina ma gli zittiva la voce, rifiutandosi di lasciargli esprimere i suoi bisogni: "Lo sgridavano affinché tacesse." Nel racconto vediamo un contrasto netto tra due gruppi: da una parte coloro che camminano con Gesù e dall'altra Bartimeo, costretto a sedere e mendicare. La differenza più ovvia è la vista: le persone del gruppo possono vedere, mentre Bartimeo è cieco. Ma una differenza più ...

Il desiderio di gloria e la chiamata a servire

  Il desiderio di gloria e la chiamata a servire Hai mai sognato di essere un re o una regina, o di sedere accanto a un potente sovrano?   Nel Vangelo di oggi, vediamo Giovanni e Giacomo chiedere a Gesù il privilegio di sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo regno. Ma la loro comprensione del potere e della gloria era completamente diversa da quella di Gesù.   Fin dall'infanzia, siamo spesso attratti dalle storie di eroi ed eroine, di re e regine. Desideriamo il potere, il riconoscimento, la sensazione di essere al vertice. Questo desiderio di grandezza può plasmare i nostri sogni, i nostri obiettivi e persino le nostre relazioni.   Poco a poco, crescendo, le nostre fantasie infantili possono sembrare svanire, ma in realtà rimangono sepolte sotto la superficie, guidando segretamente le nostre scelte ed emozioni. Cerchiamo visibilità. Postiamo storie e foto su Facebook o Instagram, sperando che gli altri le vedano e aggiungano un "mi piace", che ci...

Perché è pericoloso essere ricchi?

 Ricchi o poveri? "L'incontro tra Gesù e il giovane ricco, raccontato nel Vangelo di Marco, ci pone di fronte a una domanda fondamentale: cosa significa davvero seguire Cristo? Il giovane, è sicuramente virtuoso e osservante della Legge. Fin da fanciullo ha messo in pratica i comandamenti. Ora vuole qualcosa di più e prende l’iniziativa di andare da Gesù. Si fida di Lui; si rivolge a Lui con una domanda sincera: "Cosa devo fare per ottenere la vita eterna?". Non ci sono dubbi che sia un giovane sincero e ben intenzionato. Gesù lo invita a vendere tutti i suoi beni e a seguirlo. La reazione del giovane è sorprendente: se ne va triste. Perché questa richiesta provoca così tanto turbamento? Gesù non sta chiedendo qualcosa di impossibile, ma sta invitando il giovane a fare una scelta radicale: mettere Dio al primo posto nella sua vita. Il giovane, però, è troppo attaccato ai suoi beni. Crede di poter guadagnarsi la salvezza con le proprie opere, senza affidarsi com...