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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Un innesto che dà vita

La vite e i tralci. Gv 15,1-8 Domenica scorsa Gesù aveva chiamato se stesso “il Pastore buono”. Oggi usa un altro nome, o meglio un altro oggetto a cui paragonarsi per far comprendere ai suoi ascoltatori chi Lui veramente è. Oggi dice: “Io sono la vera vite”. Cosa significa? Quando noi pensiamo alla vite pensiamo o alla possibilità di mangiare l’uva o di fare del vino o di venderla. Per il popolo d’Israele essa significava molto di più. Lungo tutto l’Antico Testamento, specialmente nei libri dei profeti, abbiamo tantissimi passi in cui si chiama il popolo di Israele “la vigna del Signore”. Alcuni di questi sono particolarmente importanti per intendere il vangelo di oggi come ad esempio il capitolo 5 di Isaia, il canto della vigna, dove si mostra tutto l’amore e la cura del Signore per la sua vigna che però al momento di produrre frutti produce solo uva selvatica; oppure il passo di Geremia 2,21 dove Dio dice a Israele: “Io ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genui...

Bello da morire

Bello ma a che prezzo?  (Gv 10,11-18)   Noi siamo stati abituati a chiamare Gesù “Il buon Pastore”. Chi non si ricorda le belle immagini di Gesù che cammina con sulle spalle un agnellino? Ebbene il vangelo di oggi ci parla di lui, ma dobbiamo subito dire che il testo originale greco non parla di pastore “ buono ”, ma di pastore “ bello ”. Per la filosofia greca il concetto di bello è molto più completo e pregnante che non quello di buono perché chiaramente non si fa riferimento alla bellezza esteriore o estetica ma alla sua natura trascendentale. Uno per essere bello dentro, deve anche necessariamente essere buono, generoso, saggio, ecc. Cosa rende un uomo o una donna “belli”? Cosa li rende attraenti agli occhi degli altri? Quando io vedo una persona che attira la mia attenzione mi viene spontaneo dire: “c’è in lui qualcosa di diverso, di speciale” e lo si riconosce dal sorriso sulle sue labbra, dal suo modo di comportarsi e parlare che esprime una pace, una serenità, gioia d...

Fantasma o realtà

Il difficile rapporto tra i discepoli e il risorto Luca 24,35-40 Il vangelo di oggi presenta la stessa storia di quello di domenica scorsa, però invece che essere il vangelo di Giovanni abbiamo la narrazione di Luca. Questa storia inizia con l'arrivo dei due discepoli di Emmaus che dopo aver incontrato Gesù per strada e averlo riconosciuto in casa allo spezzare del pane, avevano deciso di tornare a Gerusalemme per dare testimonianza della loro esperienza agli apostoli. Proprio mentre stanno parlando, l'esperienza si ripete per tutti cioè Gesù appare ancora tra di loro. Un aspetto importante che Luca sottolinea è che “ al vederlo tutti i discepoli si spaventarono credendo di vedere un fantasma .” Questo ci fa riflettere perché anche i due discepoli di Emmaus si spaventano e pensano di vedere un fantasma nonostante che l’avessero visto solo poche ore prima. Se vi ricordate i due discepoli di Emmaus, mentre erano con Gesù, non lo avevano riconosciuto, ma quando Gesù scom...