Nel deserto con Giovanni il Battista.
Nel deserto con Giovanni il Battista. Lc. 3,1-6
Natale si sta avvicinando e abbiamo una guida speciale che ci accompagna all'incontro con Gesù: Giovanni il Battista.
Luca ci presenta con precisione le date e l’ambiente storico in cui si svolge l’apostolato di Giovanni. Menziona date precise e personaggi ben conosciuti, sette per l’esattezza, tutti potenti dell'epoca: alcuni Romani, altri di diverse nazionalità e persino due sommi sacerdoti. Perché? Perché Luca vuole farci capire che non sta raccontando una favola, ma eventi concreti e ben situati nella storia. Dà molta importanza al messaggio di Giovanni il Battista, un messaggio che non è separato dalla vita quotidiana ma che coinvolge tutti gli uomini di ogni età e nazione, e che riguarda tutte le nostre attività quotidiane. Non possiamo vivere la nostra fede e la nostra vita quotidiana come se fossero due cose separate. Necessariamente, una influenzerà l’altra. Non c’è fede che non esiga di essere messa in pratica, e senza la fede non c’è vera vita. Dobbiamo quindi sforzarci di rendere attuale il messaggio di Giovanni il Battista.
Giovanni è presentato come un profeta che annuncia la conversione, ma con una particolarità: predica nel deserto. Giovanni è figlio di un sacerdote e, secondo la tradizione dell’epoca, aveva diritto di diventare sacerdote. Avrebbe potuto portare avanti la sua missione nel Tempio di Gerusalemme, ma ha scelto di abitare nel deserto. Il deserto è il luogo migliore per prepararsi all’incontro con Dio. Nella Bibbia, abbiamo molti episodi che indicano il deserto come luogo privilegiato del dialogo tra Dio e l’uomo: è avvenuto con Mosè, Elia, Osea e con Gesù stesso.
Il deserto è il luogo dove mancano tutte le comodità, le distrazioni e l’appoggio delle altre persone; lì uno è obbligato a confrontarsi con le proprie debolezze e bisogni. Lì non esistono cose superflue, si deve andare all’essenziale e abbandonarsi con fiducia nelle mani di Dio. Infine, il deserto è il luogo del silenzio dove si può ascoltare la voce del Signore senza essere distratti dai mille rumori della nostra società.
Stiamo vivendo il periodo dell’Avvento, cioè ci stiamo preparando a ricevere la venuta di Cristo. In questo mese saremo occupati da mille cose materiali: le decorazioni, il presepe, i regali, ecc. Ebbene, Giovanni ci dice che la vera preparazione va fatta mettendoci sinceramente nelle mani di Dio e convertendoci, cioè cambiando il nostro atteggiamento di vita, rimuovendo tutto ciò che ci distrae dal riflettere su noi stessi e spesso ci impedisce di vedere la realtà della nostra condizione.
Il Vangelo cita un passaggio del profeta Isaia, il capitolo 40, in cui il profeta annuncia al popolo schiavo in Babilonia che la loro liberazione è imminente. Per tornare da Babilonia a Gerusalemme, dovranno attraversare il deserto. Per il popolo, questa sarà l’occasione per purificarsi da tutte le debolezze morali e i peccati che causarono la schiavitù. In questo deserto, la strada sarà dritta, simbolo di verità e rettitudine; ogni colle sarà abbassato: i colli del nostro egoismo e della nostra superbia; ogni burrone sarà riempito: i burroni dell’ingiustizia e della paura che ci separano dai nostri fratelli.
Natale sta arrivando e sarà una grande festa, ma la preparazione non si fa coprendoci di cose inutili, ma spogliandoci di esse per vederci come siamo realmente. Dobbiamo lavorare su noi stessi e su tutte quelle attitudini che ci separano dagli altri, che sono ostacoli all’amore, alla gioia e alla condivisione. Dobbiamo rivestirci di Cristo, che è colui che dà il vero senso alla festa.
Bisogna tagliare quelle corde che ancora ci tengono legati ai nostri peccati, proprio perché non succeda che, come a molte persone al tempo di Giovanni, Gesù arrivi in mezzo a noi e noi non sappiamo riconoscerlo.