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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Cosa è veramente importante nella vita

  Cosa è veramente importante nella vita?   Con il vangelo di oggi, iniziamo un lungo discorso che Gesù tenne a Cafarnao riguardo al pane della vita eterna. Il pane—o, qui nelle Filippine, potremmo dire riso—fornisce nutrimento per la nostra vita quotidiana. Ma qual è il nutrimento che ci garantisce la vita eterna? Questa domanda viene affrontata chiaramente fin dall'inizio con l'affermazione chiave di Gesù: "Mi cercate perché avete mangiato il pane e vi siete saziati. In verità vi dico, non lavorate per il cibo che perisce, ma per quello che dura per la vita eterna." Domenica scorsa abbiamo letto del miracolo della moltiplicazione del pane e abbiamo notato che era un'anticipazione dell'istituzione dell'Eucaristia. Questo lungo discorso è la spiegazione che Gesù stesso ci dà per comprendere il mistero dell'Eucaristia. Il discorso copre diverse domeniche, quindi non possiamo—e non è necessario—discutere tutto oggi. Voglio concentrarmi sull'affer...

Collaboratori, non semplici recipienti

  Il miracolo dei pani e dei pesci: più che semplice cibo Il miracolo della moltiplicazione dei pani è una storia importante raccontata da tutti e quattro i vangeli, sebbene ogni versione offra intuizioni uniche. Oggi, abbiamo ascoltato il racconto di Giovanni, e vogliamo approfondirne il suo significato più profondo. Ci si potrebbe chiedere, perché Gesù ha compiuto questo miracolo? Era semplicemente per alleviare la fame? Se fosse così, non l'avrebbe fatto più spesso? Giovanni suggerisce uno scopo più profondo. Collegando questo miracolo alla festa della Pasqua e all'Ultima Cena, Giovanni ci invita a vederlo come una prefigurazione del sacrificio di Cristo. Giovanni sottolinea l'iniziativa di Gesù per tutta la storia. È lui che osserva la folla, sollecita i discepoli e dirige l'azione. Questo mette in evidenza una verità affascinante: Dio conosce già le nostre necessità prima che le esprimiamo. Possiamo avvicinarci a Lui con preghiere lunghe, ma non ha bisogno di...

Tutto per gli altri o tutto per sé? Equilibrio

  Troppo lavoro, poco tempo per sé o gli altri Oggi, nel Vangelo, assistiamo a un atteggiamento bello e premuroso di Gesù. Egli mostra grande attenzione alle necessità dei suoi discepoli. Dopo il loro ritorno da un intenso periodo di lavoro apostolico, essi sono eccitati e desiderosi di condividere tutto ciò che hanno fatto. Gesù, però, nota che sono anche esausti. Riconoscendo il loro bisogno di riposo, li invita in un luogo deserto per fare una pausa. Riposo non significa fuggire dalle nostre responsabilità o scappare dai nostri doveri. Invece, si tratta di prendere una pausa necessaria per ristabilire le nostre energie, permettendoci di continuare il nostro lavoro con vigore e efficacia rinnovati. A volte, siamo così sopraffatti dai nostri compiti che trascuriamo le nostre stesse necessità, rischiando di esaurirci. Per la qualità e la sostenibilità del nostro lavoro, è essenziale fare delle pause. Gesù non chiede ai suoi discepoli di ignorare i bisogni delle persone. Al contrari...

Siamo testimoni coerenti?

 Testimoni coerenti (Mc 6, 7-13) Il Vangelo di oggi racconta di Gesù che invia i suoi discepoli, un momento significativo nel loro percorso formativo. Sebbene lo scopo dell’invio dei discepoli non sia esplicitamente chiaro nel racconto di Marco, gli altri evangelisti forniscono qualche dettaglio che ci aiuta a comprendere le ragioni profonde di questa missione. Innanzitutto, è importante riconoscere che uno dei principali scopi per cui Gesù ha inviato i discepoli avanti a sé era preparare le persone per il suo arrivo, per incontrarlo personalmente. I discepoli erano come araldi, annunciando la venuta del Re e preparando i cuori delle persone per il Suo messaggio e la Sua presenza. In secondo luogo, Gesù voleva che i discepoli mettessero in pratica ciò che avevano appreso da Lui. Fino a quel momento, la loro esperienza era stata principalmente didattica: ascoltare i Suoi insegnamenti, assistere ai Suoi miracoli e assorbire la Sua saggezza. Tuttavia, la vita e la fede non posso...

Non sempre siamo i benvenuti.

  Non sempre siamo i benvenuti.   Mk 6:1-6 Gesù torna nella sua città natale, Nazareth, visitandola per la prima volta da quando ha iniziato il suo ministero. Le persone lì lo conoscevano bene: amici, persino alcuni parenti. Data la sua nuova fama, avrebbero dovuto esserne orgogliosi, ma invece lo respingono. Non ha detto nulla di sbagliato; infatti, il Vangelo nota che erano impressionati e definiscono le sue parole “sagge”. Allora perché lo respingono? Qualche settimana fa, presentando il Vangelo in cui gli scribi accusavano Gesù di essere posseduto, abbiamo parlato dell'invidia e della gelosia, e di come queste emozioni possano danneggiare le nostre relazioni. Le persone di Nazareth erano invidiose della fama di Gesù, sentendosi inadeguate al confronto. Incapaci di eguagliare i suoi successi, cercano di abbassarlo al loro livello per evitare paragoni spiacevoli. Ma c'è un'altra ragione dietro il loro rifiuto. In fondo, sanno che gli insegnamenti di Gesù sono corre...