Da che parte devo andare per cercare la felicità?

Qui e ora. Perché aspettare ad essere felici? (Gv 14,1-12)

Questo secolo sarà ricordato come il secolo dell'immigrazione. Ci sono oggi milioni di persone che  lasciano la loro casa per motivi economici, politici o religiosi, e intraprendono viaggi lunghi e difficili nella speranza di raggiungere un paese dove iniziare una nuova e migliore vita.

Molto spesso quel viaggio è pieno di pericoli, lotte, e gli emigranti devono affrontare la fame, la persecuzione, lo sfruttamento e talvolta anche la morte. Infine, coloro che raggiungono i confini del nuovo paese si pongono la domanda: ci faranno entrare, ci accoglieranno, riusciremo a stabilirci in questo luogo di cui non conosciamo la lingua, la cultura, il clima e il cibo?

Perché parlo di questo argomento oggi? Perché molti cristiani vivono la loro vita quotidiano con un atteggiamento molto simile a quello degli immigrati. Molti sembrano infelici, ma accettano tutte le difficoltà nella speranza che, un giorno, arriveranno alla porta del paradiso e Dio li accoglierà. Riusciremo a raggiungere il paradiso? Dio ci farà entrare? Sappiamo che tipo di vita vivremo lì?

Questa mia ipotesi, che ritengo verosimile, sottolinea due grandi errori presenti nella mente di molti cristiani. Il primo è il dubbio che Dio ci accoglierà. Gesù, nel Vangelo di oggi, dice: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. Vado a prepararvi un posto”. Quindi, sicuramente Dio ci accoglie, abbiamo già una prenotazione. Resta da vedere se riusciremo a raggiungere quel luogo.

Ecco il secondo errore: credere che avremo la felicità solo in paradiso, dopo la nostra morte, e per ottenerla bisogna soffrire. Ciò che fa del paradiso un luogo di felicità eterna, è il fatto che lì viviamo alla presenza di Dio, e la nostra unione con Lui è qualcosa che riempie ogni aspettativa della nostra personalità, ma il semplice fatto che Gesù è venuto per stare in mezzo a noi, ci dice che siamo già alla presenza di Dio. A volte non riusciamo a vederlo a causa della nostra miopia, delle nostre paure, della nostra testardaggine, della nostra ignoranza, ma Dio è accanto a noi e non ci abbandonerà mai. Se è con noi, abbiamo già motivo di essere felici. La vita eterna è già iniziata. Non abbi amo bisogno di aspettare la nostra morte per andare a Dio, Lui è già venuto da noi, e quindi siamo già in paradiso.

Sicuramente mi chiederete: “Allora, perché il male è ancora con noi? Perché sperimentiamo dubbi, sofferenze e tradimenti?”. A causa della nostra natura umana che è imperfetta e limitata. Ma, più ci purifichiamo, più riconosciamo Dio all'opera in mezzo a noi. In passato ci hanno insegnato a soffrire per diventare santi. Oggi vi dico: più diventate Santi, più siete felici. Don Orione era una persona felice; tutti i santi erano persone felici.

Abbiamo sentito da Gesù una frase importante: “Io sono la via, la verità e la vita”. Di solito Gesù si presenta con un'immagine come l'acqua viva, il pane della vita, la luce del mondo, il buon Pastore, eccetera e poi la spiega. Oggi non usa una, ma tre immagini insieme. Se le ha messe insieme, significa che devono essere tenute insieme. Quello che vuole dirci è: Vuoi essere felice e realizzato nella vita? Allora devi capire la verità su tutte le cose e gli eventi. Come possiamo conoscere la verità? Passando per Gesù. Quando incontriamo una persona o guardiamo una cosa, o succede qualcosa, dobbiamo chiederci: cosa c'entra Dio con questo? Lui è il creatore di tutto, è presente e operante e la sua azione è basata sull'amore perché vuole salvare tutti, allora bisogna guardare agli avvenimenti con fede; dobbiamo guardare le persone con compassione e misericordia. Solo allora troveremo la pace e la pace porterà felicità nella nostra vita. Spesso siamo tesi, ansiosi e disperati. Guardiamo le persone con sospetto. Siamo preoccupati per quello che accadrà dopo. Preghiamo Dio, ma poi viviamo come se non esistesse.

Il Signore è con noi e non ci abbandonerà mai.

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