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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Il ricco e il povero: storia di ieri, storia di sempre

 Il ricco e il povero: una storia che anche se con toni diversi si ripete in continuazione in ogni tempo e in ogni luogo. La parabola del Vangelo la conoscete bene. Permettetemi di rileggerla con voi partendo, però,  dalla fine. Abbiamo due persone, uno senza nome perché potrebbe essere uno qualsiasi di noi, e si trova tra le fiamme dell’inferno. Egli invoca l’aiuto di Abramo perché mandi la seconda persona a portargli almeno una goccia d’acqua. Cosa curiosa questa seconda persona si chiama  Lazzaro che significa Dio aiuta. Qual’è la risposta di Abramo? Io questo aiuto te l’ho mandato tutti i giorni per tanti anni, l’ho mandato davanti alla tua porta sotto forma di mendicante,  ma tu non lo hai mai visto perché eri troppo occupato a godere dei tuoi beni. Ora chiedi acqua, la cosa più semplice e vitale, allora non cercavi le cose semplici o essenziali, avevi vino e cibo in abbondanza per godere con i tuoi amici. Questo Vangelo è la continuazione di quello di domenica...

Un amministratore non proprio così disonesto

Lc 16,1-13   L’amministratore disonesto Per capire la parabola di oggi bisogna capire come funzionava il mondo antico.  Non esistevano leggi fisse che ordinassero i rapporti padroni servi o l’amministrazione di beni. Chi era ricco era fortunato e faceva quel che voleva e non esistevano leggi sindacali che tutelassero i rapporti tra padroni e lavoratori, ricchi e poveri. Quindi ognuno gestiva al meglio le proprie forze e risorse per garantirsi la miglior vita possibile. Se una persona era ricca e aveva tanti possedimenti e averi non aveva né tempo né voglia di preoccuparsi degli affari, lui era impegnato a divertirsi e a darsi alle amicizie potenti e influenti di gente come lui, politici ecc. Feste e banchetti erano all’ordine del giorno tra i ricchi e i potenti, era il modo per guadagnarsi favori. Allora servivano amministratori esperti per le varie proprietà e i commerci collegati ad esse. Questi si incaricavano di tutto ed avevano carta bianca di azione. Come venivan...

Si dice: "in cosa" o "in Chi" crediamo?

Lc 7:1-10   La guarigione del servo del Centurione Nel Vangelo c’è un aspetto curioso: ci sono due miracoli fatti a distanza, entrambi a pagani (la figlia della cananea e il servo del centurione) ed in entrambi i casi si dice chiaramente che sono fatti perché la fede di queste persone è maggiore di quella di tanti credenti. Noi spesso confondiamo la fede con altre cose; ad esempio qualcuno dice: ho fede perché prego, perché vado a messa; qualcun altro dice ci credo, infatti quello che hai detto ha senso, mi sembra giusto. Quindi c’è il pericolo di scambiare la fede o per le pratiche esterne che facciamo o per il gusto interno che abbiamo.  Nel Vangelo, invece, la fede è una cosa che riguarda sempre la parola di Cristo, il sapere che essa è efficace: “di’ una parola e il mio servo sarà guarito”. Si crede nell’efficacia della parola perché si crede nella potenza di chi parla, indipendentemente da quel che dice. Un secondo aspetto di questo passo evangelico è che la parola...

Il figliol prodigo o il fratello maggiore: chi dei due è bravo?

Lc 15 Molto probabilmente la maggior parte dei preti oggi leggerà la versione breve del vangelo cioè solo la terza delle tre parabole proposte, quella comunemente chiamata “il figliol prodigo”. Questo titolo non rende giustizia al testo perché il figlio non è il protagonista della parabola, e la sua conversione non è lo scopo per cui Gesù la racconta. Il vero senso di questa pagina lo capiamo solo se leggiamo assieme tutte e tre le parabole: il buon pastore che cerca la pecora smarrita, la donna che cerca la moneta smarrita, il padre misericordioso che attende i figli smarriti. Dobbiamo leggerle assieme ma soprattutto leggerle con il cappello iniziale. Qui si dice chiaramente che c’erano alcune tra gli scribi e i farisei che accusavano Gesù di essere malvagio perché si sedeva a tavola con pubblicani e peccatori. Il vero centro di questa pagina è l’eterna lotta tra il Dio ricco di misericordia e coloro che si ritengono giusti, più giusti degli altri e in nome di questa presunta giu...

Chi è un buon Cristiano?

Lc 14:25-32 Questa volta Gesù non fa tanti preamboli e va direttamente ad un argomento molto importante: Chi si può definire veramente suo discepolo? C’è però un piccolo problema: se guardiamo alle sue risposte dovremo dire: probabilmente nessuno. Lui pone tre condizioni: Amore a Dio sopra ogni altra cosa; prendere sulle spalle la croce e seguire il suo esempio; fare bene i calcoli prima di avventurarsi nel cammino perché durante esso lui ci spoglierà di tutti i nostri beni. Non c’è da stupirsi che molti abbiano smesso di essere Cristiani. Facciamo una piccola ambientazione storica del tempo di Gesù e del tempo in cui Luca mette per iscritto queste parole (40 anni dopo la morte di Gesù). La predicazione di Gesù ha creato degli scombussolamenti all’interno della società e delle famiglie. I suoi discorsi avevano creato molto entusiasmo ma anche molta gelosia e avversità specialmente da parte delle autorità. Qualche piccola persecuzione era già sorta ai tempi di Gesù mentre ai te...