Maria nostra Fondatrice. La Devozione Mariana di Don Orione
DON ORIONE
E LA DEVOZIONE
ALLA MADONNA
Sappiamo bene quanto sia forte la devozione mariana di Don
Orione. Egli è veramente innamorato di Maria, ne parla in continuazione, ne
diffonde la devozione tra la gente. Durante gli Esercizi spirituali del 1897
esprime questo proposito: “Dopo Gesù, la
Madonna sarà tutta mia, e nessuno l’amerà e servirà più di me” (57, 78).
Don Orione definisce Maria uno dei 4 amori, delle 4 colonne
della sua famiglia religiosa. Ma quali sono le caratteristiche di questo amore?
Don Orione accettò e festeggiò tutti i titoli, anche quelli
regionali e popolari, sotto i quali era venerata la SS. Vergine (Madonna della
Guardia, dei Fiori, della Fogliata... Ne
escluse uno solo. la Madonna del Manganello, devozione sospetta per il momento politico
nel quale si cercava di divulgarla), ma privilegiò, fra tutti, il titolo che ne
sottolineava la sublime grandezza e dignità: la Mater Dei. Sotto questo titolo
fu consacrato il Santuario della Guardia e con lo specifico attributo di Madre
di Dio volle fosse venerata la Madonna della Divina Provvidenza. Voi conoscete
bene l'episodio riguardante la statua dell’Addolorata, venerata nella cappella
del Paterno e ribattezzata come Madonna della Divina Provvidenza.
Lui scelse il titolo di Mater Dei perché vedeva sempre Maria
in connessione con Dio e al servizio del piano di Dio. E ne dava anche la ragione: la gloria dei Santi è raffigurata
dalla palma o dallo strumento del martirio che portano come trofeo: il trofeo
della Vergine è il Bambino stretto fra
le sue braccia; e disponeva: “Quanto alle
immagini della Madonna della Divina Provvidenza, fate riprodurre quella col
Bambino. Voglio che sia venerata dai Figli della Divina Provvidenza come Madre
di Dio. e dico ‘di Dio’, perché
non mi accontento neanche della Mater Christi: No, voglio conoscerLa, amarLa, servirLa, venerarLa quale è: Madre
di Dio” (15, 108).
Alla Madonna consacrò tutta la sua vita e Le dedicò la sua
Opera, ritenendola non solo ispirata, ma
fondata da Lei. “Senza la Madonna si fa
niente. Vedete il Monogramma della Congregazione? (JMPA) Tutto è sostenuto e
retto dalla Madonna” (70, 318)...“.- “Il nostro Istituto è particolarmente
consacrato a Maria, e sta sotto il suo manto come il suo figliolino più
piccolo, più debole e più bisognoso” (8, 201). Nel momento della prova,
quando correvano voci della soppressione della Congregazione, resta salda la
fiducia: “Stiamo entrando nel misterium
crucis. La Madonna SS.ma ci assisterà da Madre e da Fondatrice” (59, 23)....”.
Come giunse Don Orione a identificare come opera della
Madonna, quanto lui andava facendo con l’aiuto del Signore? Dalla certezza che tutte le grazie e gli
aiuti gli sarebbero venuti dalle le mani di Maria: “È la Madonna che fa tutto. bisogna impossessarsi bene della Madonna, e
poi del Signore se ne fa qual che si vuole” (9, 4). - “La Madonna è tutto per noi” (30, 59).
E da qui, ne derivò una devozione
a) filiale:
Buca
gli orecchi alla statua dell’Addolorata
Semina
la Madonna (al Paterno e a Villa Charitas)
dà a lei
le chiavi dell'oratorio,
Le chiede
di pagare l'affitto
e molti
altri episodi simili.
b) operosa e fiduciosa: “Ricorriamo
a Maria con grande filiale confidenza e domandiamo molto. Maria SS. si
offenderebbe se noi le domandassimo poco; sarebbe come un mancare di fiducia in
Lei” (27. 123):
Promuove pellegrinaggi alla Guardia e a
Caravaggio
Ne
propaganda la devozione con la predicazione e la stampa:
Le sue
prime riviste sono intitolate La Madonna e Mater Dei
Le innalza
Santuari: della Guardia, dei Fiori, di Caravaggio, sicuro che: “A furia di preparare nicchie alla Madonna, Essa ne dovrà ben preparare
una discreta in Paradiso anche per noi” (31, 62).
c) ma, soprattutto, alimentata dalla preghiera: “Pregare sempre sempre sempre, specialmente
la Madonna” (56, 182). “Io non vi
raccomando altro che la Madonna: respirate la Madonna, pensate la Madonna,,
cercate la Madonna, parlate della Madonna, volete la Madonna dappertutto” (57,
128).
e da
una disposizione interiore che sente la
presenza della Madonna come insopprimibile motore di ogni sua azione: “Da qualche tempo io non so più scrivere
senza metterci in mezzo il nome della SS. nostra Madre; e sono sempre tanto, ma
tanto confortato ogni volta che posso pregare o invocare o almeno guardare a
qualche immagine della Madonna” (12,
124)..
Questi sentimenti si sublimano man mano che si avvicina il
termine della vicenda terrena: “L’ultima mia parola, l’ultimo palpito del mio cuore sarà per Te, o Vergine Santa e
Madre mia Maria. Si inaridisca la mia lingua il giorno nel quale non chiamassi,
non invocassi Maria SS.” (38, 185).
col desiderio che la sua salma possa riposare ai piedi della
Madonna: “Desidero essere sepolto a San
Bernardino, e ai piedi della Madonna, se
si può” (5, 426).
“In Paradiso, ai piedi
della SS. Madre di Dio, io voglio mettermi a cantare, e voglio cantare la
Madonna per tutta l’eternità” (37, 166).
Nei momenti di dolore e difficoltà Lui parla alla madonna
come a una mamma.
“Solo a pensare alla
Madonna, l’animo si tranquillizza, la mente si rasserena; a parlare della
Madonna si diffonde la letizia come un’onda di soavissima pace spirituale, e a
invocarla si reintegra il coraggio e mi ritorna la vita” (41, 48).
(per la morte del S. d. D. Don Gaspare Goggi):
“A Te, mia cara
Madonna.
Sono tanti anni, e in
questo santo giorno, venivo ai tuoi piedi col primo figlio della Divina
Provvidenza, e tutti gli anni in questa festa, venivamo qui ai tuoi piedi
benedetti, o Vergine benedetta. Quest’anno quel povero e caro figliolo è morto
e sono qua solo. Sono solo, davanti a
Te. Ascoltami, o Tu, che vedi e sai compatire il cuore che piange. Il mio
figliuolo è morto!
Io vengo ancora a
rinnovarti la consacrazione di me e la mia offerta, ma sono solo. O Maria, cara
Madonna mia, ascoltami; guarda le lagrime del mio povero cuore. Vedi,
quest’anno non so più parlare: perdonami, sono solo. Il mio povero figliuolo è
morto!
Io piango e mi consolo, pensando che tu sei tanto buona e mi sai compatire;
ma io so che sarà qui anche lui. È da anni che questo giorno lo passavamo
insieme; eravamo in tre: Tu, cara Madonna, lui ed io. Anche Tu hai pianto
tanto, anche Tu, o cara Madonna. Lasciami piangere; sono solo. Il mio povero
figliuolo è morto!”.
Ma anche nei momenti di
gioia: (durante i lavori
per il Santuario della Guardia)
“Amo
la Santa Madonna e canto, canto la Madonna: lasciatemi amare e cantare! Sono un
povero pellegrino che cerco luce e amore. Vengo al Santuario col rosario in
mano per diventare lo sgabello dei piedi immacolati di Maria, in eterno; vengo
a cercarLe luce e amore di Dio e delle anime.
Vengo a Lei e sento su di me
un’alta pace che si libra. Vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste,
e una serenità inoffuscabile che sorpassa le regioni della luce umana e
trapassa tutti i nostri splendori, e mi avvolge e penetra.
E in questa luce inebriante,
mi spoglio dell’uomo vecchio e amo. Questo amore mi fa uomo nuovo e amando
canto, canto! Canto ineffabilmente e canto lo stesso Amore Infinito e la Santa
Madonna del Divino Amore, e mi slancio in un’altezza senza misure, donde, con
un grido immenso di vittoria e di gloria a Dio e alla Vergine Santa, amo e
canto”.
Nelle difficoltà fa pregare tutti i giorni 3 ave maria
perché la Madonna chieda a Gesù di aumentarci le prove.
Si potrebbe dire: perché non chiedere direttamente a Dio?
Consideriamo anche la parte umana di chi chiede. Chiedendo direttamente a Dio
si può avere la sensazione di restare soli, di essere presuntuosi, di voler
essere orgogliosi; chiedendo attraverso Maria Don Orione sa che poi lei gli
resta a fianco come fa una madre che sa cosa è giusto chiedere e fino a che
punto, ma poi, come mamma resterà lì pronta a intervenire qualora le forze ci
mancassero. La devozione a Maria non è quindi solo un aspetto teologico che si
indirizza all'intelligenza, ma un aspetto anche umano che ci coinvolge in tutte
le dimensioni incluse quelle psicologica ed emotiva. Dicono giustamente i Maestri di Spirito che
le grandi conversioni non partono mai da un fenomeno intellettuale ma sempre da
una spinta emotiva e perdurano solo se diventano esperienza pratica.
Interessante il commento di Don Orione: “È possibile che
Dio si offenda quando, ammirando Maria, il capolavoro della sua onnipotenza, ci
affidiamo a Lei come se ci affidassimo a Lui? O non è egli stesso che vuole che
ci affidiamo a Lei, assicurandoci che saremo provveduti di grazie, come se ci
affidassimo a Lui? O non è forse molto più conforme a verità che, più che
offendersi, Gesù prova un immenso giubilo vedendo onorata la Santissima sua
Madre, che stabilì come nostra Madre, proprio perché sentissimo più aperto e,
direi, spalancato il cuore verso di Lei?
Certo Gesù vuole regnare per mezzo di Maria: la missione
di Maria è quella di fondare nelle anime il regno di Gesù Cristo. Amando Maria
si è sicuri di amare Gesù... Ad Iesum per Mariam.” (20 -8-1928).
E ancora aggiunge: “La devozione alla madonna è il mezzo
più facile per riuscire pian piano a liberarci dei nostri difetti. Essa accende
in noi il fervore, ci fa capire la bruttezza del peccato e la grande miseria
che è la tiepidezza: ci fa comprendere come siamo incapaci del bene e delle
virtù senza l'aiuto divino. Guardando alla madonna si comprende come siamo e
come invece dovremmo essere, vediamo subito la nostra miseria, la nostra
pochezza, la superbia di cui siamo rivestiti da cima a fondo... D'altra parte,
guardando alla Madonna, ci sentiamo animati a confidare, ad avere fiducia nel
bene, sentiamo l'odio per le nostre mancanze e ci sentiamo animati a cercare la
perfezione con fiducia e perseveranza” (20-8-28).