Fondamentalismo, minaccia per la civiltà moderna

Fondamentalismo: È la nostra la vera religione?
Coloro che osservano i fenomeni religiosi nel mondo d’oggi rilevano che negli ultimi vent’anni si è assistito a un diffondersi di correnti fondamentaliste religiose. Esse coinvolgono un po’ tutte le parti del mondo e rappresentano un problema religioso e politico. Sul fronte islamico si è assistito prima al sorgere al potere degli Ayathollah in Iran, poi dei Talaban in Afghanistan, mentre paesi tendenzialmente laici come Egitto, Iraq e Siria o paesi moderati come la Giordania e il Libano, risentono ora di forti spinte interne, senza contare la solita chiusura dei paesi del golfo (Arabia Saudita in testa). Molti paesi come Pakistan, Nigeria e Sudan stanno forzando l'introduzione della legge islamica come legge dello stato, cosa che priverebbe di libertà i cristiani.
Sul fronte Induista abbiamo ora un partito radicale al potere in India e la persecuzione contro i cristiani e i mussulmani si va moltiplicando ogni anno di più.
Ma anche sul fronte cristiano abbiamo il sorgere di tante nuove sette in campo protestante, lo svilupparsi di frange extra-conservatrici tra i cattolici e il risorgere dell’orgoglio di molti tra gli ortodossi; tutte tendenze che escludono possibilità di dialogo e cooperazione.
La cosa ispira preoccupazione perché il fondamentalismo porta con sé intolleranza, razzismo e alle volte persino violenza e guerre.
Si sono moltiplicate le guerre locali che hanno fatto del fatto religioso il motivo di lotta e l’arma per aizzare le folle, basti pensare all’attuale conflitto in Palestina-Israele, ma anche alle guerre nei Balcani, in Cecenia, Timor, Molucche ecc.
Perché una persona assume posizioni così estreme?
Una persona parte dalla convinzione che la sua religione sia quella vera (se così non fosse, dovrei abbandonarla o ritenermi un bugiardo). Questo primo assioma può sembrare un po’ strano, almeno a noi occidentali reduci da trecento anni di pensiero filosofico e politico influenzati dalle teorie Marxiste, illuministe, positiviste, materialiste e pragmatiste; infatti nella nostra società troviamo molte persone che si dichiarano atee o indifferenti ad ogni discorso religioso. Lo stesso, però, non si può dire delle nazioni asiatiche che, ad eccezione della Cina degli ultimi 50 anni, non sono state toccate da queste filosofie. Al contrario, in esse troviamo tradizioni religiose millenarie.
Non dimentichiamo che proprio in queste nazioni vive la maggioranza della popolazione mondiale. Molti di essi hanno sempre visto come un pericolo che li minaccia, questo modo di pensare occidentale. È facile capire come alcuni cadano nel fanatismo religioso proprio come unica difesa contro questi pericoli.
Ora se la mia religione è quella vera, il mio Dio è quello vero e il mio libro sacro (lo si chiami Bibbia o Corano o Veda), è quello vero datoci da Dio, cosa devo fare di fronte a chi la pensa diversamente? Lasciarli nell’ignoranza o tirarli sulla strada giusta, magari a costo di usare la forza? Se un giorno il vostro bambino non volesse andare a scuola, lo lascereste a letto o lo carichereste in macchina per portarlo dove il dovere lo chiama?
Se poi queste persone rappresentano una minaccia alla mia religione, al nostro modo di vivere, alle nostre tradizioni secolari, e con la loro cultura, con la loro economia rischiano di corrompere tanti miei fratelli che non hanno la fede forte che ho io, non è forse lecito intervenire con la forza per difendere cose così importanti?
Forse sarete rimasti atterriti dalla rigidità del mio ragionamento, ma esso rappresenta lo schema di milioni di persone che cadono facilmente vittime delle idee di chi sa incoraggiarli e istigarli in questa direzione.
Ma dove sta l'errore di queste teorie?
Troviamo principalmente tre errori:
Il primo sta nel considerare i libri sacri come qualcosa dettato da Dio parola per parola punteggiatura compresa.
Il secondo sta nel credere che la nostra comprensione di tali testi sia assoluta e non abbia bisogno di spiegazioni.
Il terzo sta nel considerare la religione come un fattore assoluto.
Prima di tutto va ricordato che nessun Dio ha mai dato dei testi esatti, ma dei messaggi espressi dalle persone (esseri umani) che hanno ricevuto tale rivelazione, in linguaggio adeguato alla capacità di comprensione del tempo in cui vivevano, e utilizzando le strutture letterarie di quel tempo. Quindi Dio ha parlato solo alla gente di 2000 anni fa? No! il messaggio è valido per sempre. Le persone dei secoli successivi a quelli della stesura del testo, hanno uno strumento di interpretazione in quelle che sono chiamate Esegesi, critica letteraria, ermeneutica. Ricordiamo inoltre che noi normalmente leggiamo non il testo originario ma la traduzione nella lingua a noi più comprensibile, ma come dice un vecchio motto latino tradurre è sempre un po' tradire.
Dobbiamo allora lasciar perdere la lettura dei testi sacri? No! al contrario dobbiamo approfondirne lo studio con l'aiuto di commentari, oggi numerosi nelle nostre librerie, per distinguere ciò che era legato al tempo da ciò che è eterno. Di grande aiuto, per noi Cattolici, sono il Magistero e la Tradizione.
Questa è una cosa che la maggior parte dei fondamentalisti non accetterà mai.
Inoltre va ricordato che la religione, in sé, è uno strumento per un nostro rapporto con Dio, unico assoluto. Quindi la religione, o se volete le sue strutture, i suoi riti, i suoi libri sacri, devono portarci verso una spiritualità, cioè verso un'esperienza diretta di Dio. Un Gesuita francese definiva questo: il passaggio dal Dio Onnipotente (capace di tutto e al quale devo solo obbedire), al Dio che è Amore onnipotente (che mi dà, cioè, tutti gli aiuti possibili per vivere in comunione-amore con lui).
L'Oriente rappresenta oggi per il Cristianesimo, una grande minaccia, ma più ancora una grande speranza dove poter trovare enormi aiuti nella ricerca della spiritualità, che è una delle chiavi dominanti del messaggio evangelico. A loro dobbiamo dare l'esempio della carità attiva, da loro dobbiamo apprendere la necessità di mettere Dio al primo posto.

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